«Siamo ragazze e poi tutti i giorni ci capita di sentire di donne che si ammalano di tumore al seno, è successo anche ad alcune nostre insegnanti. L’idea è partita da lì». Lo raccontano con semplicità ma il loro progetto ha richiesto mesi di lavoro e ha elaborato una grande mole di dati: l’obiettivo (raggiunto) è stato la creazione di un software che utilizza l’intelligenza artificiale per una diagnosi precoce della malattia «imitando» il funzionamento del cervello umano. Alessia Facchinetti, 18 anni, e le compagne dell’Istituto Omar di Novara, Victoria Bonomelli e Matilde Mazzini, nei giorni scorsi erano alla Maker Fair di Roma dove hanno presentato il loro progetto. Il gruppo di studentesse, guidate da Facchinetti ispiratrice dell’idea, ha creato un programma informatico, basato su reti neurali convoluzionali che operano in modo simile ai neuroni umani: il software «legge» le immagini delle mammografie e individua la massa tumorale, esaminandola. «Per addestrarlo abbiamo utilizzato dati provenienti da studi americani, perché in Italia non esiste la possibilità di usare gli esami degli istituti pubblici – racconta Facchinetti -. Le immagini erano già classificate, cioè valutate, e quindi lo strumento ha imparato anche ad auto-correggersi in caso di errore. In questo momento ha una accuratezza del 70%, ampiamente migliorabile». Il progetto nasce dall’esperienza di insegnanti dell’Istituto tecnico che lo scorso anno si sono ammalate. «Ci siamo rese conto che il momento della diagnosi è molto delicato e difficile, per la complessità della patologia ma anche per il grande stress che grava sui medici che devono leggere molti esami nel più breve tempo possibile per essere tempestivi – commenta la studentessa -. Abbiamo voluto fornire uno strumento che potesse supportarli e abbiamo pensato di utilizzare l’intelligenza artificiale».
Facchinetti è all’ultimo anno dell’indirizzo di Chimica e materiale, le due compagne sono in quarta nel corso di Biotecnologie sanitarie. Nei giorni scorsi erano a Roma con il professor Celestino Fontaneto alla Maker Fair, salone di progetti innovativi dove il loro software è stato presentato anche alle aziende. Non è il primo programma che la studentessa novarese mette a punto: a 15 anni aveva ideato un cerotto a rilascio controllato di farmaci salvavita e poi uno strumento per la rimozione di microplastiche dalle acque. Sul futuro non ha dubbi: «Vorrei studiare Medicina e dedicarmi alla ricerca».