Foto:  X Che tempo he fa

Pina Sereni

20 ottobre 2025

E come ti sbagli? Luciana Littizzetto nel corso della puntata di Che Tempo Che Fa di domenica 19 ottobre sul tavolo di Fabio Fazio ha indirizzato ala sua consueta “letterina” alla premier, Giorgia Meloni. La comica piemontese ha parlato in particolar modo degli apprezzamenti del presidente Usa Donald Trump nel vertice in Egitto per la tregua tra Israele e Hamas a Gaza. “Egregia Melons, non sono qui a scriverti della Roccella Ionica tua ministra per le pari opportunità che ha definito i viaggi delle memorie ‘gite per ripetere che l’antisemitismo era una questione fascista e basta’. Ha ragione, non era solo una questione fascista, ma anche nazista, di cui noi eravamo alleati”, ha esordito Littizzetto.

E ancora: “Chi ti scrive è una donna come te, alla tua altezza, cioè su per giù 1 metro e 57. Ti ho vista a Sharm, in quella storica giornata, ancora una volta impallata da Trump […] anche nella foto ufficiale stavi all’estrema destra, forse ti ha fatto anche piacere ma eri talmente di lato che stavi per sconfinare in Libia”. E l’affondo: “Perché lasci che ti trattino così? Tu che nel tuo partito tieni tutti sull’attenti. Biden ti considerava la sua nipotina e ti baciava sulla testa, il Premier albanese si è presentato in ginocchi come il tuo spasimante. Erdogan ha detto che ti farà smettere di fumare, che detto da un turco… infine Trump che ti ha guardato e ti ha detto: ‘Posso dirti che sei bellissima?’ Non ti dispiace, no?’ Cosa potevi fare con gli occhi del Pianeta puntati? Anche io, che ho il fancu** più veloce del west sarei rimasta senza parole. Ma ti pare? Non è che Trump dice a Macron che è un bel gnocco”.

Insomma, alla prima presidente del Consiglio donna della storia d’Italia, unica donna tra i leader che contano, dalla comica idolo della sinistra engagé arriva l’accusa di sottomissione agli uomini. Tant’è. Non contenta Littizzetto continua in una sorta di womansplaining a un’altra donna: “Fai attenzione, non farti intontire. Sono un gruppo di maschi in andropausa, hanno il cervello piantato del patriarcato. Per loro puoi essere chiunque ma se non dici ‘basta’ guarderanno sempre e solo come sei fatta […] Sei fai solo le faccine, non ne usciamo. Devi farlo per te e per tutte noi che abbiamo un’unghia del tuo potere e del tuo carisma. Altrimenti finisce che all’estero sei un angioletto e poi a casa sei Annibale, Attila e Pappalardo messi insieme”.

E ancora: “Dire ‘bella’ a una donna è un complimento e tu te lo meriti ma non in una circostanza del genere. In un momento così ufficiale, serve solo a tenerti sotto e a relegarti a un ruolo subordinato e ad annullare i tuoi meriti. Così Trump non sta facendo il galante, sta tracciando confini. […] Succede anche a noi eh, anche a chi non è Presidente del Consiglio: nel lavoro, nell’università, in tv, nello sport, ovunque. ‘Bella’ dovrebbero dircelo i nostri mariti, i nostri compagni, le nostre compagne, gli amanti. A lavoro, invece, non siamo belle: siamo brave, preparate, intelligenti o scarse, inette, pasticcione. Per quello che dice il nostro lavoro, non lo specchio”, si conclude il sermone che attira le critiche social sugli account di Che tempo che fa: Signora, può dire qual che le pare (rischio suo di eventuali querele dai nominati) la cosa che a me fa più piacere è che non viene più pagata con soldi pubblici.