I lavoratori dei marchi del lusso e dell’alta moda del Gruppo Kering si preparano a incrociare le braccia. I sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil hanno proclamato uno sciopero per la giornata di martedì 21 ottobre che potrebbe coinvolgere il personale del Gruppo Kering in Italia.
Sciopero gruppo Kering: i marchi del lusso coinvolti
I lavoratori potranno scioperare per le prime quattro ore dell’orario di lavoro: sono coinvolti dalla mobilitazione le lavoratrici e i lavoratori delle aziende Gucci, Balenciaga, Yves Saint Laurent, Alexander McQueen, Ginori 1735, Bottega Veneta, Kering Italia. “Questo si è reso necessario – spiegano i sindacati nazionali, regionali, territoriali e Rsu – a seguito dei recenti incontri con le rappresentanze del Gruppo mondiale della moda in cui si è registrata, con profonda delusione, una chiusura preconcetta al dialogo. Appare ormai evidente come le decisioni unilaterali assunte nelle trattative derivino da precise direttive del Gruppo, che stanno determinando un arretramento delle relazioni industriali, degli accordi sindacali e dei diritti dei lavoratori”.
Il presidio a Milano
“Per contrastare questa inaccettabile impostazione di gruppo – proseguono i sindacati – abbiamo promosso una campagna di assemblee in tutte le realtà del Gruppo in Italia, condividendo con le lavoratrici e i lavoratori la grave preoccupazione che tali scelte possano determinare un arretramento dei diritti per tutto il personale dei diversi brand e aziende”.
A Milano il presidio è previsto a partire dalle 10 davanti alla sede di Kering Italia, in via Senato 19.
“La proclamazione dello sciopero di gruppo è stata condivisa a larga maggioranza dalle lavoratrici e dai lavoratori. Questo importante risultato dimostra la forte preoccupazione per le politiche aziendali e la determinazione a opporsi unitariamente a ogni arretramento dei diritti. Di fronte all’assoluta intransigenza della parte datoriale e alla necessità di dare una risposta a scelte del Gruppo che minano alla base il confronto tra le parti, non abbiamo altra alternativa che la mobilitazione” concludono i sindacati.