La famiglia di Sandra Peña, la 14enne che si è suicidata negli scorsi giorni a Siviglia, ha annunciato che adotterà “tutte le misure legali necessarie” dopo aver constatato che la scuola, frequentata dalla minore, non ha risposto alle denunce di bullismo presentate in precedenza. Lo segnala il portale spagnolo “Telecinco“, che ha riportato anche le dichiarazioni dello zio della ragazza. Secondo l’uomo, la madre di Sandra “aveva presentato due diffide formali alla scuola, accompagnate da relazioni psicologiche, senza ricevere alcuna risposta né attivare protocolli adeguati” per proteggerla.
La passione per lo sport
Sandra aveva 14 anni e frequentava il terzo anno di scuola secondaria. Lo zio l’ha descritta come una “ragazza brava, affettuosa, gentile e atletica”. Ne fa riferimento anche “El Mundo” che racconta come la giovane avesse giocato per anni per la squadra di calcio femminile “Honeyball” ed era un’appassionata tifosa del Betis, come il resto della sua famiglia. La stessa squadra di Siviglia ha espresso il proprio dolore per la tragica scomparsa della ragazza: “Noi del Real Betis desideriamo esprimere le nostre più sincere condoglianze per la perdita di Sandra Peña. Condividiamo la tristezza e il sostegno alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi compagni di squadra dell’Honeyball”. Anche il Siviglia, con un post su X, ha ricordato Sandra: “Il Sevilla FC è solidale con tutte le vittime di odio, molestie e bullismo ed esprime il suo pieno sostegno alla famiglia di Sandra Peña in questo momento difficile. Siamo con voi”. Oltre allo sport, Sandra amava dipingere e di recente, secondo suo zio, aveva espresso il desiderio di fare carriera nell’ambito militare. “Sebbene fosse ancora molto giovane, aveva ancora molta strada da fare”, ha raccontato lo zio.
La scelta dei genitori
I genitori di Sandra hanno deciso di rendere pubblica l’immagine della 14enne per dare un volto a una tragedia che, purtroppo, non è un caso isolato, e per cercare di impedire che episodi simili si ripetano. Secondo la testimonianza della famiglia, i primi segnali di bullismo sono iniziati l’anno scorso. Sandra è stata oggetto di “insulti, prese in giro e disprezzo costanti” da parte di un piccolo gruppo di compagni di classe. La famiglia si è recata a scuola diverse volte per chiedere provvedimenti, ma senza successo. Fonti vicine al centro scolastico riconoscono che la direzione era a conoscenza della situazione, ma che il protocollo obbligatorio non è stato attivato. In Spagna esistono sistemi di supporto come il Telefono della Speranza (717 003 717) o il Telefono contro il Suicidio (911 385 385), dedicate alla prevenzione di questo problema. Inoltre, la Segreteria di Stato per le Telecomunicazioni ha designato lo 024 come numero verde breve che offre un servizio anonimo e riservato 24 ore su 24 per chi si trova in difficoltà.

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Il supporto nel nostro Paese
In Italia, per rispondere alle richieste di aiuto dei più giovani, esistono diverse possibilità. Ad esempio, il Bambino Gesù di Roma ha predisposto un percorso clinico di alta assistenza per l’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva. Il servizio, attivato in collaborazione con varie ASL della Regione Lazio, è integrato da una linea telefonica “Lucy” 06.6859.2265 a cui si può chiedere aiuto per le consulenze psicologiche urgenti, tutti i giorni 24 ore su 24. Per chi ha pensieri suicidi o si trova in difficoltà è possibile anche chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure al 324 011 7252 (numero che si può contattare anche attraverso una chat Whatsapp).

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