di
Paolo Salom

Sanae Takaichi, 64 anni, volto noto della destra giapponese, è la prima premier del Sol Levante: spingerà per una maggiore spesa militare e un legame più stretto con gli Usa. Preoccupata la Cina: «Tokyo onori i suoi impegni sulla storia e su Taiwan»

Non è un kamikaze – vento divino – come fu definito il tifone che per ben due volte devastò la flotta mongola in arrivo dalla Cina per conquistare il Giappone (nel 1274 e nel 1281) ma certo l’elezione a premier di Sanae Takaichi, prima donna nella storia del Sol Levante a occupare una simile posizione, porta un’aria nuova nel Paese che dal Dopoguerra a oggi è apparso ingessato politicamente nonostante la fragilità dei suoi governi. 

Con 237 sì su 465 alla prima votazione alla Camera bassa e 125 su 246 al secondo turno alla Camera alta, Takaichi – che ha ricevuto l’appoggio esplicito della formazione nazionalista Ishin – diventa dunque la prima donna a guidare il Giappone dopo 103 uomini che l’hanno preceduta su quella poltrona a partire dalla riforma Meiji nel 1885. Nelle prossime ore, riferiscono i media locali, l’incarico diventerà ufficiale quando vedrà l’imperatore e si conoscerà la sua squadra di governo – già quasi ultimata- mentre il Giappone attende la visita di Donald Trump.

Conservatrice convinta, 64 anni, la signora Takaichi si propone come la Lady di Ferro nipponica dopo il trionfo di inizio mese alle primarie del Partito liberaldemocratico – anche in questa occasione una prima volta per una donna – convocate a seguito del passo indietro annunciato a settembre da Shigeru Ishiba, primo ministro per 386 giorni. Il Partito liberaldemocratico e Ishin non hanno la maggioranza in Parlamento, ma Sanae Takaichi è comunque riuscita a trionfare: evidentemente, almeno per ora, le sue posizioni politiche hanno fatto breccia tra i deputati in un contesto internazionale sempre più delicato in Estremo Oriente.

Ex ministra dell’Interno e volto noto della destra giapponese, la nuova premier dovrà affrontare l’arduo compito di governare senza una maggioranza stabile, cercando sponde tra le forze d’opposizione per far avanzare il suo programma. Ishin, formazione di estrema destra, pur parte della coalizione dopo la rinuncia del Komeito, tradizionale alleato del Partito liberaldemocratico, non avrà ruoli nel nuovo gabinetto e svolgerà (per ora) solo funzioni consultive. 



















































In politica estera e difesa, Takaichi ha da subito deciso di imprimere un’accelerazione. I commentatori giapponesi anticipano la revisione di tre documenti strategici chiave per incrementare ulteriormente le spese militari e rafforzare l’asse Tokyo-Washington, segnalando una rinnovata disponibilità ad allinearsi alle richieste Usa su difesa e sicurezza. Il tutto considerando l’ascesa militare della Cina, considerata ormai una minaccia all’ordine post Seconda guerra mondiale, la più grave dagli anni della rivoluzione maoista.

In linea con l’impegno assunto nel 2022 di portare il bilancio della difesa al 2% del Pil entro il 2027, Takaichi ha dichiarato che il Giappone dovrà «superare quella soglia prima o poi» per rispondere alle crescenti minacce regionali. Aumenti di spesa che saranno finanziati da nuove entrate fiscali, imposte su imprese, redditi e tabacco

Il primo impegno internazionale della nuova leader dovrebbe essere la partecipazione a un vertice dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean) in Malesia. Subito dopo, Takaichi ospiterà il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in visita ufficiale in Giappone. Entrambi gli appuntamenti sono previsti per la fine del mese.

Da un punto di vista biografico, la nuova premier insediata a Tokyo, un tempo considerata la delfina di Shinzo Abe, assassinato nel luglio 2022, ha un passato colmo di aspetti personali a dir poco curiosi. Per esempio, da ragazza è stata una batterista heavy metal, nota per iniziare le sue sessioni con molte bacchette di ricambio perché era facile spezzarle per la foga musicale. Non solo: è stata una subacquea ed è nota per la sua passione per le auto: la sua Toyota Supra è in mostra al museo di Nara. Ancora una nota che definisce il suo carattere: fu costretta a lavorare per mantenersi agli studi perché i suoi genitori erano contrari all’idea che una donna frequentasse l’università.

Sul piano internazionale, la sua elezione ha suscitato la preoccupata reazione della Cina. Il governo di Pechino ha invitato il nuovo governo giapponese a «onorare i suoi impegni politici su grandi questioni come la storia e Taiwan». Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, in conferenza stampa ha inoltre espresso la speranza che i rapporti tra le due potenze asiatiche «progrediscano». La Cina «ha preso atto del risultato delle elezioni» e lo ritiene «un affare interno del Giappone», ha detto ancora il portavoce. Il riferimento agli «impegni politici» sulla storia riguarda la dolorosa eredità del dominio nipponico sulla Cina nella prima metà del secolo scorso, una ferita mai del tutto rimarginata.

21 ottobre 2025 ( modifica il 21 ottobre 2025 | 13:46)