Adottare un bambino non è un percorso facile sia per i neo genitori che per il bambino stesso. Saremo in grado di adottare un bambino? Cosa bisogna fare? Tante sono le domande che i futuri genitori si pongono. Quando si sceglie di adottare un bambino, si intraprendono tappe di un percorso molto lungo e tortuoso, che richiede pazienza, ma soprattutto desiderio di voler formare una nuova famiglia basata sull’amore, che spesse volte non è immediato. Per i bambini che si trovano in contesti “protetti” è difficile potersi sdradicare dalle proprie abitudini, luoghi e amici per dare origine ad una nuova forma di vita.
Pertanto è importante per entrambi i casi avviare questo processo in modo graduale e il più naturale possibile. Avere chiare le procedure, i tempi e i costi può aiutare ad affrontare il viaggio verso la genitorialità con maggiore serenità. “Io salutavo le persone che non avrei più visto, mentre la Mamma e il Papà raccontavano alle persone a cui volevano bene che io sarei arrivato presto” è il pensiero di Benny protagonista del libro che sintetizza lo stato d’animo di un bambino adottato.
Lì dove c’è casa scritto da Rossella Perillo racconta di una meravigliosa storia di adozione e la nascita di una nuova famiglia. L’autrice riesce a raccontare attraverso parole gentili e semplici le emozioni di un bambino in cerca di una nuova famiglia e allo stesso tempo a quelle di una coppia in attesa di adozione. I sentimenti sono i capisaldi di questo libro che oscillano dall’amore alla tristezza, dalla felicità alla rabbia attraverso i colori che rispecchiano ogni sentimento, illustrato magistralmente da Mariolina Suglia. Un libro che accompagna non solo i genitori o i bambini, ma apre un ponte comunicativo anche alle figure che girano intorno, come zii, nonni, cugini, preparando così la famiglia all’accoglienza e allo stesso tempo a non avere troppe aspettative, ma lasciare fare al tempo per ritrovare, come dice Benny, il proprio “Mappacuore” che è partenza e destinazione.
“Questo libro nasce da una chiacchierata, da un progetto dell’autrice e da un desiderio dell’illustratrice che hanno unito la loro sensibilità, affidandomi il loro racconto al quale non ho potuto dire di no, spiega Milena Palumbo, Direttrice di NeP edizioni. Ho scelto di pubblicare questo libro perché su un tema così importante come l’adozione c’è ancora poco materiale per l’infanzia, e perché NeP vuole costruire percorsi che non siano solo narrativi, ma strumenti di crescita e consapevolezza; accompagnare e rispecchiare chiunque viva, direttamente o indirettamente, l’esperienza dell’adozione. È un libro che non si legge soltanto: si abita, si sente, si ama.”
Un viaggio intervista con Rossella Perillo, psicologa e psicoterapeuta impegnata a sostenere le famiglie biologiche, adottive e affidatarie; la dott.ssa Perillo si occupa di percorsi psico-educativi per bambini e adolescenti adottati e di percorsi di supporto psicologico per bambini vittime di abuso e maltrattamento per saperne di più.
Perché ha deciso di scrivere un libro per bambini sul tema dell’adozione?
Lì dove c’è casa è un piccolo libro che nasce dalla mia esperienza professionale come psicologa e psicoterapeuta da molti anni impegnata nel campo dell’accoglienza, dell’affido e dell’adozione. È uno strumento che nasce dal desiderio di affrontare il viaggio dell’adozione fatto di passi, lenti o veloci e di emozioni contrastanti attraversando le quali, un Uomo, una Donna e un Bambino diventano Papà, Mamma, Figli: Famiglia.
Che situazioni vivono i bambini adottati e come rapportarsi a loro?
Quando si pensa a un bambino adottato, l’immaginario va verso il bambino orfano o abbandonato alla nascita. La realtà adottiva è anche e soprattutto altro: spesso questi bambini sono stati abbandonati psicologicamente, ricevendo cure inadeguate, trascuranti o maltrattanti all’interno del proprio nucleo d’origine. Esperienze di deprivazione, di violenza subita o assistita, piuttosto che lunghe istituzionalizzazioni, costituiscono il background di molti bambini adottivi con ripercussioni sulla costruzione della loro personalità. Spesso questi bambini nutrono aspettative di rifiuto, costruiscono una immagine di sé negativa, caratterizzata dall’idea di non essere desiderabile e degno di amore, possono sentirsi addirittura, colpevole del proprio abbandono o al contrario potranno assumere atteggiamenti compiacenti seduttivi, improntati all’ubbidienza cieca, mossi dalla paura di dispiacere la famiglia adottiva e di essere nuovamente abbandonato. La famiglia adottiva si costruisce nel tempo. È compito della famiglia fargli sperimentare oltre che dichiarare che con l’adozione lui sarà membro permanente della famiglia. La coppia adottiva che riesce a ricondurre queste molteplici modalità relazionali al bisogno-paura del figlio di essere accolto e accettato e al senso di precarietà che caratterizza il suo essere nel mondo, sarà in grado di legittimarlo anche nella manifestazione di comportamenti dirompenti, esternalizzanti, provocatori e ostili, tipici dell’espressione di un disagio profondo facendogli sperimentare una relazione riparativa, di cura, una relazione profonda “che tiene” in cui potrà sentirsi desiderato e amato.
Quali sono le motivazioni che inducono i neo genitori ad intraprendere il viaggio dell’adozione e quale potrebbe essere per loro un aiuto?
La decisione di adottare un bambino può essere motivata da diverse ragioni. Alla base c’è un intento altruistico: aiutare un bambino che soffre ad uscire dalla condizione di abbandono e trovare una famiglia che se ne prenda cura. C’è anche, più frequentemente, la motivazione di dare alla propria coppia, che potrebbe essere caratterizzata da sterilità o bassa fecondità, un orizzonte più ampio, la possibilità di arricchire la propria sfera affettiva e di sperimentarsi nel compito evolutivo di diventare genitore. Qualunque sia la motivazione, è, tuttavia, essenziale e auspicabile che questa scelta rappresenti un bisogno autentico e condiviso e non forzato da solo uno dei due coniugi. È fondamentale che le coppie ricevano un adeguato supporto prima, durante e dopo il percorso adottivo, per essere aiutate a gestire le complessità insite in una esperienza di accoglienza, che presuppone altresì una accurata riflessione sulle proprie disponibilità di accoglienza e sulla conoscenza reale delle caratteristiche emotive e psicologiche di un bambino adottato. Ciò significa, in primis, smantellare la falsa credenza di alcune coppie secondo cui l’amore verso il bambino che arriva guarisce tutto. Queste rappresentazioni per quanto rassicurante, è fuorviante e riduttiva. Non basta voler bene al bambino che arriva, perché ciò significa ignorare il peso delle esperienze pregresse del bambino e le sfide future.
Pensa che in Italia ci sia molta buracrazia e poco supporto pscicologico per poter iniziare un percorso di adozione?
L’iter adottivo è un percorso molto articolato, passaggi necessari, sebbene vissuti come invalidanti, invasivi e invadenti da parte della coppia. Spesso viene vissuto dalle coppie come ingiusto e si alimenta del fatto che “ci sono tanti bambini che nel mondo hanno bisogno di una famiglia e noi siamo brave persone”. La burocrazia spesso scoraggia molte coppie; verosimilmente andrebbe velocizzata, ma la cosa fondamentale è puntare sulla preparazione psicologica delle coppie che si accostano all’adozione, in termini di informazione e formazione, fornendo ai futuri genitori strumenti di analisi, competenze e conoscenza reale e piena del mondo adottivo.
Perchè viaggiare con Lì dove c’è casa?
Li dove c’è casa è una storia di adozione, raccontata con gli occhi e le parole di un bambino, a cui ho prestato la mano, perché fosse condivisa. Una storia che insegna che la voglia di amare e di essere amati è più forte della paura di soffrire o di soffrire ancora. Un libro che insegna che la Famiglia può riaccendere il cuore e avere in sé quei sentimenti per cui valga l’allegria e mai la pena.
Lì dove c’è casa
di Rossella Perillo, illustrazioni di Mariolina Suglia
Editore: Nep, Età di lettura: da 4 anni