Antonio Mazzanti è nato a Padova, ha 22 anni e scrive poesie. Dal 10 ottobre è in tutte le librerie e nelle librerie online il suo primo libro, “Nebbia”, una raccolta di componimenti edita dalla casa editrice La Vita Felice di Milano.
Antonio Mazzanti
Cresce tra Padova e Roma dove si stabilisce dopo la maturità. Lavora nella periferia romana come educatore in diverse scuole elementari e medie, seguendo in classe bambini con disabilità e problemi sociali. Nell’autunno del 2024 è stato ammesso al corso universitario di scrittura della Scuola Holden di Torino, città nella quale attualmente vive.
«State per iniziare a leggere il libro di esordio di un giovane poeta – scrive lo scrittore Giorgio Ghiotti che ha curato la prefazione del libro – Giovane non secondo i parametri italiani, che vorrebbero la giovinezza protratta il più possibile per marketing editoriale o, anche fuori dall’ambito letterario, per sollevare la fetta più vitale della popolazione dalle sue responsabilità storiche (e, dunque, anche artistiche), delegittimandola. Antonio Mazzanti giovane lo è davvero».
Lo accompagna sin dall’infanzia la scrittura, che usa per raccontare la vita, in tutte le sue sfaccettature, in tutto il suo dolore. E, tra tutte, sceglie la difficile strada della poesia per scrivere di sé e soprattutto del mondo, che osserva e descrive con gli occhi apparentemente distaccati dello scrittore, ma con tutto il calore e l’emotività del poeta.
La copertina del libroPoesia e denuncia sociale
Ci sono nelle sue poesie la denuncia sociale, il male di vivere, l’angoscia e il dolore della morte, ma anche la risata liberatrice, lo scherno. E figure indimenticabili. Dà la parola i migranti, ai ricoverati nelle case di riposo, ai malati di mente, agli affetti da dipendenze, ma anche al ‘fruttarolo’, al lustrascarpe, figure di una Roma che parla con la sua voce unica, un dialetto che Antonio Mazzanti padroneggia.
La voce di Mazzanti
Ancora Ghiotti: «Mazzanti riesce a innervare in queste poesie, attraverso un’apertura più narrativa del verso, precisissima e addirittura scarna senza rinunciare tuttavia al richiamo della lirica, una vena autenticamente civile, cucendo la trama di un percorso che mentre si rivela in versi di onesta e profonda intelligenza, affida al suo dettato un carico di meraviglia e denuncia che, sarei portato a credere, solo la poesia può permettersi di illuminare con tanta crudele limpidezza, come chi attraversa il proprio tempo “con il cuore sgangherato,/ ma ancora vivo”».
Foto articolo da comunicato stampa