C’è un filo che lega le isole del Mediterraneo, invisibile ma persistente: lo scirocco che le attraversa, la luce che le pervade, la quiete che le distingue dalla terraferma. Wine & Travel: Mediterranean Islands, nuovo volume della collana Classic Collection di Assouline firmato da Enrico Bernardo, coglie quel filo e lo tesse con cura in un itinerario che è insieme paesaggio, gusto e cultura. È il libro giusto da sfogliare d’estate, anche senza valigia pronta. Perché è un invito a immaginare, anche durante il resto dell’anno, un altro modo di viaggiare: non per spuntare mete da un elenco, ma per entrare in sintonia con luoghi dove il vino non è un mero prodotto da esportare o consumare distrattamente, ma espressione culturale. Quella che emerge dalle pagine è la cartografia dove la terra si racconta calice dopo calice, e il tempo segue i ritmi delle vigne e non di una agenda digitale.

book cover focused on wine and travel in mediterranean regions© ASSOULINE

Wine & Travel Mediterranean Island, Text by Enrico Bernardo

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Bernardo, premiato già nel 2004 come miglior sommelier del mondo, accompagna il lettore tra le trame geologiche e culturali delle isole vinicole mediterranee: Lipari, Maiorca, Elba, Porquerolles, Cipro, Santorini, Corsica, Sardegna. Luoghi in cui il terroir non è concetto astratto ma condizione concreta: il terreno vulcanico, la brezza marina, la scarsità d’acqua, le coltivazioni ad alberello resistenti al vento. Ogni isola racconta un’identità distinta, scolpita dal tempo e dalla geografia. In Sicilia, il Malvasia delle Lipari conserva ancora la memoria salmastra dei monaci. In Sardegna, il Cannonau affonda le radici in una cultura millenaria. In Grecia, l’Assyrtiko cresce quasi orizzontale per sfuggire al vento e restituisce nel bicchiere tutta l’asprezza luminosa delle Cicladi. A Porquerolles, in Provenza, si vendemmia su suoli di quarzite e scisto: vini eleganti ma non compiaciuti, capaci di tenere testa al paesaggio.

italian artist and actress domiziana giordano, italian author francesca sanvitale (1928 2011), dino trappetti and umberto terrelli dining al fresco on a terrace overlooking the waters off the coast of the island of capri, italy, in august 1980. (photo by slim aarons/getty images)© Slim Aarons/Getty Images

Photographer Slim Aarons captures a group of friends dining on a terrace overlooking thewaters off the coast of Capri, 1980.

Ma Wine & Travel non si ferma al racconto enologico. È un invito a entrare in contatto con un’idea di viaggio che va oltre il turismo: degustazioni in uliveti secolari, pranzi informali su terrazze vista mare, piccoli produttori che aprono le loro cantine in silenzio, tra una carezza di vento e un’ombra di glicine. È anche una guida estetica: le fotografie che accompagnano il testo (dal sapore quasi tattile) mostrano tavole imbandite senza ostentazione, coste frastagliate, vigne che sfiorano il mare, scene di vita sospese tra intimità e apertura. In questo senso, l’approccio di Bernardo è quasi letterario. Non si tratta di una guida da seguire tappa dopo tappa, ma di un repertorio di suggestioni. Un atlante sensibile che affida all’estetica il compito di risvegliare desideri: non solo dove andare, ma anche come, con chi e perché.

moutoullas village, cyprus, panoramic view© Panther Media GmbH/Alamy Stock Photo

Moutoullas village, nestled in the Troodos Mountains

Lontano dai circuiti dell’enoturismo organizzato, Wine & Travel: Mediterranean Islands punta su una forma di esplorazione consapevole. Non propone solo etichette da cercare, ma uno stile di vita da annusare, assaporare, scegliere. Il libro stesso si presta a essere lasciato sul tavolo di una casa al mare, letto all’ombra, sfogliato come si sfoglia un album, a ritmi lenti. Ogni pagina sembra chiedere: e se il vino fosse una mappa per orientarsi nel Mediterraneo, più che una meta? In fondo, l’isola è sempre stata un altrove accessibile. Un luogo che si raggiunge per sentirsi temporaneamente fuori dal mondo, ma anche più vicini a se stessi. Questo volume lo ricorda con garbo, senza proclami. Basta una fotografia: una barca a Cala Murta, una terrazza a Capri negli anni O, una passeggiata tra i filari a Lérins. Dettagli che compongono un’estetica della sottrazione e della presenza. Un libro che non detta itinerari, ma ispira traiettorie. E che fa del vino non solo un argomento da intenditori, ma un linguaggio per parlare di luce, di tempo, di attenzione.