di
Greta Privitera
Dura polemica sui social dove gli utenti accusano il funzionario Ali Shamkani di ipocrisia visto che è uno dei più feroci sostenitori delle «leggi morali»
La scollatura a cuore. Il corpetto sottolinea le forme mentre il velo in pizzo bianco è appena appoggiato sul capo. Libere, le ciocche di capelli le incorniciano il volto. La sposa Steayesh è bellissima e anche molto scoperta rispetto ai canoni della Repubblica islamica. Sarebbe definita «coraggiosa» se non fosse la figlia di Ali Shamkhani, uno dei massimi responsabili della difesa e della sicurezza nazionale iraniana che ha seguito i colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti. Il consigliere di Ali Khamenei è finito al centro di uno scandalo nazionale dopo la pubblicazione di un video dello sfarzoso matrimonio della figlia, avvenuto lo scorso aprile.
A fare infuriare la popolazione, gli attivisti e anche una parte della classe politica è stato assistere allo sfacciato doppio standard del potere. Shamkhani è da sempre uno dei più convinti sostenitori delle «leggi morali» – quelle che hanno ucciso Mahsa Jina Amini e centinaia di altre ragazze – «ma non a casa sua», commentano sui social.
Il video mostra la lussuosa festa dove né la figlia, né la moglie e nemmeno molte delle invitate indossano l’hijab obbligatorio, in Iran. Alcuni commentatori di Teheran condividono l’idea che l’uomo dovrebbe dimettersi da tutti gli incarichi ufficiali. I suoi sostenitori, invece, lo difendono.
Per giustificare gli abiti troppo succinti per gli standard degli ayatollah e i comportamenti troppo simili a quelli degli odiati occidentali, spiegano che si è trattato di un evento privato, dove uomini e donne erano separati. Come scrive il New York Times, le guardie degli ayatollah, però, non esitano a irrompere nelle case dei cittadini comuni quando considerano che i festeggiamenti non rispettino le loro norme.
Un altro aspetto che fa infuriare gli iraniani è l’evidente ricchezza della famiglia. Anche se è noto fatto noto che i Shamkhani possiedono un impero marittimo che contribuisce al trasporto di petrolio verso la Cina, «noi non arriviamo a fine mese», scrive una professoressa di Tabriz che per questioni di sicurezza resta anonima. «Sono decenni che gli ayatollah e la loro cerchia ristretta di amici ci puniscono mentre si spartiscono soldi e potere. Non è il primo politico a essere sbugiardato, ma adesso è troppo».
Shamkhani ha reagito alle polemiche con un post su X: «Bastardi, sono ancora vivo!». Facendo riferimento alla guerra dei 12 giorni tra Israele e Iran, dove l’esercito di Benjamin Netanyahu ha tentato di assassinarlo.
Sui social, gli attivisti ricordano: questo video esce mentre il governo annuncia il dispiegamento per le strade del Paese di ottantamila guardie della polizia morale. Sono quegli uomini e quelle donne che girano per le città nelle camionette bianche, alla caccia dei cittadini ma soprattutto delle cittadine che non rispettano i loro regolamenti islamisti.
21 ottobre 2025
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