Dai dati raccolti da LoJack risulta che le componenti più ricercate sono telecamere, gruppi ottici, paraurti, fari led, monitor di mordo. Tra i veicoli più colpiti: le utilitarie e i modelli dei brand premium. I ladri più esperti impiegano in media 80 secondi per mettere a segno un furto

La Lombardia guida la classifica dei furti parziali di auto in Italia, seguita da Lazio e Campania. Dai dati raccolti nel nuovo report pubblicato da LoJack, il fenomeno colpisce soprattuto le utilitarie, ma anche le auto di segmento più elevato, producendo danni elevati – fino a oltre 5mila euro per vettura – per i proprietari dei mezzi e alimentando il mercato illegale dei pezzi di ricambio in Italia e all’estero. Grazie a LoJack sono stati recuperati nei primi 6 mesi dell’anno 1.032 veicoli, per un valore complessivo di 33,4 milioni di €.

I dati di un fenomeno in crescita: la “cannibalizzazione” delle auto

Nel 2024 sono stati registrati quasi 14mila interventi per riparare danni causati da furti parziali o tentativi di furto, in crescita del 3,5% rispetto all’anno precedente (fonte: Osservatorio Car Clinic). Questo fenomeno, noto come “cannibalizzazione” delle auto, colpisce principalmente veicoli di età compresa tra i 4 e i 6 anni (1 su 3 degli episodi totali), ma anche quelli di più recente immatricolazione, fino a 3 anni (28% del complessivo). Tali crimini causano ingenti danni economici ai proprietari dei mezzi e alimentano il mercato nero internazionale dei pezzi di ricambio. Sono questi i principali dati e trend che emergono dal report sui furti parziali e sui recuperi di veicoli sottratti nel primo semestre del 2025, elaborato da LoJack Italia, società del Gruppo CalAmp leader nelle soluzioni telematiche per l’Automotive e nel recupero dei veicoli rubati. L’analisi raccoglie e analizza i dati provenienti da elaborazioni e studi nazionali e internazionali sul fenomeno e li integra con le statistiche provenienti dagli oltre un milione di dispositivi installati a bordo di veicoli in circolazione sulle nostre strade.

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Le Regioni più colpite dal fenomeno

La geografia dei furti parziali appare leggermente diversa da quella delle sottrazioni di veicoli: la Lombardia è oggi la regione italiana più colpita da queste sottrazioni; su questo territorio si verifica quasi la metà dei casi (40%), seguono Lazio (27% dei casi totali) e Campania (18%). Il fenomeno si concentra in particolare all’interno delle grandi città: a Roma e Milano si registra circa il 28% dei danneggiamenti totali. La Puglia, e in particolare l’area tra Manfredonia e Cerignola (nota come “triangolo delle Bermuda dei furti d’auto”), rappresenta il luogo in cui le vetture corrono il maggior rischio di essere oggetto furto di componenti, con vere e proprie centrali di smontaggio sparse nelle campagne e officine e autoparchi spesso compiacenti che rivendono i pezzi rubati. Anche la Campania sta registrando un significativo aumento di questi episodi.

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I veicoli più “depredati”

Sebbene non esistano dati precisi sui brand più colpiti, i modelli maggiormente coinvolti sono quelli più diffusi sul mercato, che generano maggiori richieste di pezzi di ricambio, ma anche quelli che consentono di ottenere ricambi con un maggior valore economico. Tra i più vandalizzati ci sono, infatti, alcuni modelli del Gruppo Stellantis (Fiat Panda, 500, Punto, Lancia Ypsilon, 500X e Jeep Renegade), ma anche i modelli dei brand Audi, Smart, Alfa Romeo, Ford, Peugeot, Renault, Citroen, Toyota, Lexus (prese di mira per le batterie), Range Rover e Volkswagen. Come per i furti di intere autovetture, il fenomeno assume particolari peculiarità a seconda della latitudine della Penisola in cui si verifica: al Sud le più colpite sono le Fiat Panda e le 500, mentre al Nord a prevalere sono i modelli dei marchi Toyota, Lexus, Range Rover e Volkswagen.

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Le componenti più rubate

Quali sono i pezzi di ricambio più ambiti? Dalle statistiche emerge come questo business si concentri in modo particolare su alcuni elementi del veicolo, il cui valore può variare sensibilmente a seconda del mezzo da cui vengono sottratti: telecamere di bordo, paraurti (con valore che oscilla dai 45 agli 800 €), monitor (dai 180 ai 920 €), fanali (dai 500 ai 2.500 €) , cerchi in lega (dai 450 ai 1.500 €) e catalizzatori, particolarmente ambiti per la presenza di metalli preziosi come platino e palladio, molto richiesti sul mercato nero in Europa e non solo. Altri componenti particolarmente ricercati sono i gruppi ottici avanzati (fari LED, laser e sistemi di orientamento automatico), che possono valere oltre 5.000 €, nonché motori, portiere, cruscotti, centraline, pneumatici e parti di carrozzeria.

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Metodi e tecniche utilizzate dai ladri

Come per i furti di veicoli, dietro questo particolare business spesso si celano gli interessi di organizzazioni criminali che si muovono in modo organizzato e gestiscono il mercato nero dei pezzi di ricambio, agendo in modo tradizionale o con tecniche più sofisticate e veloci, avvalendosi delle più avanzate tecnologie. In media per portar a termine un furto parziale un ladro esperto impiega dai 50 ai 90 secondi. I colpi vengono studiati a tavolino sulla base delle richieste ricevute dal mercato, spesso agendo lungo le strade meno trafficate e più buie. In alcuni casi ad alimentare il mercato dei pezzi di ricambio sono intere autovetture, trascinate con cavi o spinte da altri veicoli oppure rubate clonando la chiave, o ancora sottratte in meno di due minuti tramite la connessione alla rete CAN bus (soprattutto per veicoli come Alfa Romeo Stelvio e Giulia, Jeep Renegade e Compass). Una volta portate in capannoni per lo smontaggio, le vetture vengono cannibalizzate nell’arco di 3-4 ore da specialisti e i pezzi rivenduti su mercati illegali in Italia e all’estero.  “Questo è un business che, gestito da organizzazioni criminali, ha ormai assunto dimensioni significative e che alimenta stabilmente il mercato nero dei pezzi di ricambio. I ladri sono oggi sempre più tecnologici e spesso impiegano attrezzature all’avanguardia che consentono anche in pieno giorno di sottrarre componenti della vettura o di far sparire l’intera auto” ha osservato Maurizio Iperti, Presidente Automotive LoJack International. “Per questo è oggi ancora più importante tutelarsi dal furto con adeguati strumenti tecnologici che lo prevengano e, nel peggiore dei casi, ne agevolino il recupero” ha concluso.  

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I veicoli recuperati da LoJack nel primo semestre del 2025

Nei primi 6 mesi del 2025 LoJack, grazie alla tecnologia in radiofrequenza unica sul mercato, a una centrale sempre operativa e al team esperti che sul campo supporta le attività di ricerca delle Forze dell’Ordine, ha portato al recupero di oltre mille veicoli (1.032), per un valore complessivo di circa 33 milioni e 400mila euro. I ritrovamenti hanno riguardato nel 54% dei casi i SUV (su tutti il Toyota RAV4), nel 32% le auto (in testa la FIAT Panda). Teatro del maggior numero di ritrovamenti sono state le Regioni che a tutt’oggi vedono una più ampia concentrazione di episodi criminali, con in testa il Lazio, seguito da Campania, Puglia, Lombardia e Sicilia. LoJack, Gruppo CalAmp, è un pioniere della telematica che guida la trasformazione in un’economia globale connessa. Con oltre 40 anni di esperienza nel recupero dei veicoli rubati, si è specializzata nell’offerta di soluzioni telematiche e servizi innovativi applicati al settore Automotive per offrire soluzioni end-to-end e modulabili sulle esigenze di Case auto, concessionari, flotte, noleggiatori, assicurazioni e driver. 

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