Mentre suo padre Ivan era in partenza per Santiago del Cile, per portare la nazionale di velocità ai mondiali su pista, il figlio Samuel era dall’altra parte del mondo, in Cina, per conquistare la sua prima vittoria in questo 2025 al Tour of Mentougou. Un successo cercato a lungo, che dà un senso diverso a tutta la sua stagione.

Un’esperienza importante la sua, in un contesto diverso dal solito dopo aver praticamente girato il mondo, in un calendario che ha affiancato a tante prove del calendario italiano altrettante gare all’estero, soprattutto nell’Est europeo e forse aver centrato l’obiettivo proprio in extremis ha anche un senso, rappresentando il culmine di un cammino di crescita (in apertura foto Tour of Mentougou).

La volata vittoriosa di Samuel Quaranta, primo sul filippino Francisco e il neozelandese Fitzsimons (foto UCI)La volata vittoriosa di Samuel Quaranta, primo sul filippino Francisco e il neozelandese Fitzsimons (foto UCI)

La volata vittoriosa di Samuel Quaranta, primo sul filippino Francisco e il neozelandese Fitzsimons (foto UCI)La volata vittoriosa di Samuel Quaranta, primo sul filippino Francisco e il neozelandese Fitzsimons (foto UCI)

«Le gare cinesi sono particolari, noi ad esempio non siamo abituati a correre su percorsi che sono transennati praticamente per tutto il loro sviluppo – racconta Quaranta – Il livello qualitativo non è neanche male, come ci si può aspettare da una trasferta asiatica. Si va forte, anche molto forte, abbiamo toccato anche i 50 di media. Si è rivelata una bella esperienza».

Tu eri partito con l’obiettivo di vincere una tappa?

Sì, assolutamente. Ero venuto con un cerchio sull’agenda per la seconda tappa perché era l’unica per velocisti, anche se nell’ultima ero arrivato vicino a potermi giocare una seconda chance, ma mi sono staccato dal gruppo di 20 sull’ultima salita vicino al GPM, dopo c’era discesa e arrivo. Se avessi tenuto, con Bracalente e Chesini vicino a me potevamo provare a imbastire un’altra volata vincente.

Un lunghissimo rettilineo verso l'arrivo, con il bergamasco uscito fuori presto risalendo dalla quarta piazza (foto UCI)Un lunghissimo rettilineo verso l’arrivo, con il bergamasco uscito fuori presto risalendo dalla quarta piazza (foto UCI)

Un lunghissimo rettilineo verso l'arrivo, con il bergamasco uscito fuori presto risalendo dalla quarta piazza (foto UCI)Un lunghissimo rettilineo verso l’arrivo, con il bergamasco uscito fuori presto risalendo dalla quarta piazza (foto UCI)

Che tappa era quella che hai vinto?

Da quando abbiamo saputo che venivamo qua e che mi hanno portato apposta per quella giornata, non mi sono fatto trovare impreparato. Era un circuito cittadino vicino Pechino, molto largo, con strade quasi a tre corsie, curve a 90° molto larghe. Praticamente si faceva a tanta velocità, non si frenava mai. Una frazione corta, 115 chilometri, meno di tre ore di corsa. I miei compagni hanno tirato quasi tutto il giorno perché è andata via una fuga di 14 abbastanza pericolosa su un circuito così, perché si fa tanta velocità e diventa difficile ricucire. Gli ultimi chilometri han tirato Bagatin e Bracalente, li abbiamo ripresi ai -5. Chesini mi ha dato una mano per la volata, mi ha tenuto davanti nelle prime posizioni, poi nell’ultimo chilometro ho badato a non perdere posizioni, era un vialone dritto, partendo dalla quinta posizione son riuscito a vincere.

Questa vittoria tu la inseguivi da tanto tempo, che cosa rappresenta per te?

Ho avuto dei momenti un po’ difficili quest’anno a livello mentale, perché non arrivava. Avevo difficoltà anche nel fare le volate. Devo dire grazie al mio team, la MBH Bank per essermi stato vicino. Poi negli ultimi due mesi mi sono un po’ sbloccato mentalmente, ho deciso di vivere il finale di stagione un po’ più serenamente e a quanto pare ha funzionato perché comunque anche il mese scorso in Romania sono andato abbastanza bene e infine sono riuscito a sbloccarmi. Chiudere l’anno senza neanche una vittoria mi sarebbe pesato molto.

25 giorni di gara per Quaranta, con forma in crescendo e 2 Top 10 oltre al successo cinese25 giorni di gara per Quaranta, con forma in crescendo e 2 Top 10 oltre al successo cinese

25 giorni di gara per Quaranta, con forma in crescendo e 2 Top 10 oltre al successo cinese25 giorni di gara per Quaranta, con forma in crescendo e 2 Top 10 oltre al successo cinese

Che prospettive hai per il prossimo anno?

Anche per questo era importante, non ho ancora davvero un’idea precisa su cosa farò l’anno prossimo, ci stiamo un po’ muovendo coi procuratori e vedremo. Questa vittoria serviva come il pane in questo momento, proprio perché dà qualcosa in mano al procuratore per trattare, per dimostrare che c’ero anch’io quest’anno in gruppo. Non ho fatto un anno proprio in sordina totale, ma una vittoria nel finale di stagione ha un peso diverso. Dicono tutti che la gente si ricorda l’inizio e il finale di stagione, quindi va bene così.

E’ difficile affrontare il ciclismo che stai affrontando tu, soprattutto col cognome che hai addosso e avendo le stesse caratteristiche di tuo padre?

Sì, anche perché i paragoni sono improponibili. Oggi il velocista è molto diverso perché si va molto forte in salita. Io tengo molto bene su molte ascese, ma il livello si sta alzando sempre di più, quindi per un velocista diventerà sempre più difficile. Io come tutti gli altri velocisti dobbiamo cercare di non di non farci scappare le occasioni, quelle poche che abbiamo e per farlo dobbiamo prima di tutto tenere in salita.

Samuel con il padre, lontano per i suoi impegni federali, ma subito informato del suo successoSamuel con il padre, lontano per i suoi impegni federali, ma subito informato del suo successo

Samuel con il padre, lontano per i suoi impegni federali, ma subito informato del suo successoSamuel con il padre, lontano per i suoi impegni federali, ma subito informato del suo successo

Un problema che ai tempi di tuo padre non c’era…

Sì, ne parliamo spesso. E’ cambiato completamente il modo di affrontare non solo le volate, ma proprio il ciclismo in se stesso. Penso che velocisti come era mio papà, veramente fortissimi sulla volata ma con poca tenuta in salita, non esistano più. Ora c’è gente che va forte in salita rispetto alla media. Quindi quando c’è quella corsa piatta bisogna cercare di non farsela scappare. Ma non è solo questione di percorsi perché comunque anche i metodi di allenamento stanno cambiando, devi migliorare per forza in salita, anche a costo di perdere qualcosina nelle volate.