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Quando Lady Gaga annunciò le due tappe milanesi del The Mayhem Ball Tour al Forum di Assago era chiaro che sarebbe stato un evento gigantesco, uno dei più grandiosi passati nel nostro paese, il primo dopo sette anni di assenza della superstar di origine italiana qui da noi.

Ma quello che si è rivelato subito è che il vero successo è stato quello dei bagarini: già nelle prime fasi della prevendita il sito ufficiale registrò oltre 200mila utenti in coda e tempi di attesa infiniti, complicati dall’intervento dei bot che hanno acquistato un gran di biglietti in pochi secondi finiti a improbabili fan di altri paesi che dopo pochi minuti li rimettevano in vendita sui siti – illegali in Italia – di secondary ticket. Illegali. Quando chiunque, forse anche qualche ministro, sa che con una vpn compri e vendi quello che vuoi dove e quando vuoi.

I prezzi ufficiali partivano da un minimo di circa 64 euro fino a un massimo di 231 euro per i biglietti standard e oltre 700 euro per i pacchetti vip con gadget speciali. Lunedì sera al Forum si sono viste scene davvero inaccettabili: biglietti di terzo anello a 800 euro, biglietti di tribuna venduti a 2mila. Un bagarino ha accettato 1.000 euro in contanti e un iPhone nuovo modello per un biglietto da 230 euro. Il tutto in parcheggio. A 200 metri dall’ingresso del Forum. E se qualcuno si azzardava a documentare la scena con un telefonino veniva minacciato e rischiava le botte.

Il meccanismo del mercato secondario e le truffe

Alla base del fenomeno ci sono due leve potenti: l’uso dei bot per l’acquisto in blocco e la rivendita a prezzi maggiorati. In Italia la normativa lo vieta come bagarinaggio se la rivendita è sistematica ed è a profitto: la legge 232/2016 prevede sanzioni da 5mila euro fino a 180mila euro per chi utilizza sistemi automatizzati e rivendite in massa. Saremmo curiosi di sapere quante ammende sono mai state comminate fuori da un palazzetto o da uno stadio.

Le truffe

Nel caso di Milano, alcuni profili social offrivano biglietti “a prezzo calmierato” ma poi richiedevano bonifici anticipati o garanzie ingannevoli. Sui social – soprattutto su X – erano moltissimi i profili che offrivano ticket a prezzi concorrenziali. Erano tutte truffe e ci sono caduti in tanti. Una ragazza arrivata con la mamma da Lecce era in lacrime disperata con due biglietti, poco lontano un’altra ragazza di Reggio Emilia: lo stesso biglietto, stessa matrice. Qualcuno lo aveva già utilizzato e il codice a barre, una volta battuto, ha lasciato fuori loro e chissà quante altre persone. Il desiderio legittimo di partecipare si scontra con un mercato grigio e predatorio.

Quanto vale il giro dei bagarini

Non ci sono cifre ufficiali per questo specifico evento, ma si può fare una stima: se il Forum ha una capienza di circa 12.000-15.000 persone per show (per Lady Gaga 11.800 persone a sera), con due date significa circa oltre 20mila biglietti. Se – approssimando per difetto – anche solo il 10% è entrato nei canali di rivendita a una media di 500 euro, parliamo di non meno di tre milioni di euro sul mercato secondario che finiscono nelle tasche sbagliate.

A queste si aggiungono pacchetti vip, pacchetti esperienziali, e l’impennata dei prezzi: il giro d’affari parallelo può facilmente superare 5 milioni. Il tutto fuori controllo delle autorità e del circuito ufficiale. E senza uno straccio di disegno di legge. Alcune band hanno provato a cambiare sistema di distribuzione (i Radiohead per esempio), ma la cura è stata quasi peggio del danno.

Il fenomeno non è nuovo, ma l’artista, il luogo e il contesto lo rendono ancora più visibile: fan incatenati alla speranza, bagarini “tranquilli” fra i parcheggi del Forum, annunci su social e marketplace, biglietti venduti chiavi in mano nella notte dell’evento che si rivelano falsi d’autore.

Le responsabilità e cosa si può (e deve) fare

La prima responsabilità è legislativa. C’è un vuoto normativo preoccupante e colpevole. La norma c’è, ma l’applicazione appare ancora debole. Se migliaia di biglietti vengono rivenduti a 2-3 volte il loro valore, qualcuno dovrebbe intervenire in tempo reale. Ma poi molta responsabilità l’hanno le piattaforme ufficiali che operano in un regime di quasi monopolio. Anche perché si è scoperto che molti biglietti – persino quelli delle tribune stampa – vengono venduti proprio dai canali ufficiali. O da dipendenti e collaboratori che li ottengono in bonus.

Il tutto con problemi tecnologici davvero assurdi: anche quando un sito è “tiltato” per il traffico, è noto che i bot riescano a comprare in massa ticket. Le piattaforme devono attivare meccanismi anti-bot più efficaci o biglietti nominativi per eventi di grosso richiamo. Ma a quanto pare non interessa. Anzi, più gente c’è in coda on line più si genera hype, e la cosa all’algoritmo piace. E infine i consumatori, quelli che molti operatori definiscono ‘il popolo bue’. L’unica garanzia rimane acquistare solo dal sito ufficiale o dai rivenditori autorizzati. Quando su social si trovano “offerte irripetibili”, bisogna fermarsi, diffidare, segnalare.

Il concerto di Lady Gaga a Milano non è stato solo un grande evento musicale, ma anche uno specchio – fin troppo chiaro – del gigantesco business parallelo del bagarinaggio digitale. Mentre migliaia di fan sognavano una serata unica, altri stavano già calcolando margini e rivendite, tra bot, annunci fasulli e truffatori pronti a colpire. Il risultato? Un mercato distorto, costi esorbitanti, ingiustizia per i fan veri. L’immagine fuori dal Forum di ragazzini disperati e in lacrime che ingenuamente si sono giocati la vacanza per comprarsi il biglietto del concerto è avvilente. Così come quella di chi dovrebbe frenare il fenomeno: e guarda da lontano, in silenzio, e senza intervenire.