In dubbio fino a inizio partita, il capitano ha ripagato la fiducia di Chivu giocando una partita totale nei quasi 60′ in cui è stato in campo
Nella serata vittoriosa dell’Inter in Belgio contro l’Union SG, il marchio di Lautaro è ben impresso sulla partita. In dubbio fino a inizio partita, il capitano ha ripagato la fiducia di Chivu giocando una partita totale nei quasi 60′ in cui è stato in campo.
“Non appartiene all’indole argentina il senso della misura, esagerare è l’allegro modo di stare al mondo di un popolo straordinario. Lautaro Martinez, bomber che è proprio esagerato per ingordigia sotto porta e generosità sparsa in campo, ieri si è pure superato nell’arte di casa: ha fatto tutto e il contrario di tutto in meno di un’oretta di fatica. Ha rigiocato dall’inizio senza fiatare, e pazienza se arrivava dalla battaglia romana combattuta con ancora addosso lo stress di un volo Intercontinentale, e chi se ne frega pure se sabato a Napoli bisogna di nuovo scendere in trincea. In un primo tempo schizofrenico, sotto la pioggerellina triste di Bruxelles ma sotto gli occhi di un pubblico colorato che vive la Champions come la sagra del paese, il Toro ha difeso, sbagliato, pasticciato, incantato. Sopra ogni cosa, però, ha segnato: la famosa indole lo porta inevitabilmente li, ancor di più se c’è la Champions”, sottolinea La Gazzetta dello Sport.
“Il pallottoliere è stato aggiornato, adesso nell’anno solare 2025 i gol di Coppa sono diventati 11 in 10 partite, nessun altro giocatore, grande o piccolo, del Continente si è spinto a questo livello nel trofeo più prestigioso. Insomma, si va avanti alla media irreale di più di un centro a partita, è chiaro che rinunciare al Toro in Europa diventi un’inutile sofferenza che Chivu si risparmia volentieri. Mai come stavolta, però, l’argentino è stato in ballottaggio fino alla fine con il rampante Bonny. Il francesino ha preso proprio il posto del capitano per l’ultima mezz’ora, ben sapendo che molto probabilmente dovrà fare coppia con lui di ritorno in Italia. Non sarà vecchia cara Thula ancora per un altro po, ma Martinez non sentirà certo la nostalgia del gemello degli ultimi anni, visto la qualità degli altri colleghi. In fondo, lui stesso ha dimostrato di trovarsi benone con entrambi i ragazzi della Nouvelle Vague Interista: ieri ha lasciato a Pio il centro dell’arena girandogli accanto ma, quando si incastrerà di nuovo con l’ex Parma, sarà lui stesso a occupare militarmente l’area. Come dimostra la festicciola di Bruxelles, cambiando l’ordine degli addendi il risultato per Chivu non cambia”.
“Prima ancora di segnare con un destro a giro, su un passaggio di Pio che racchiude tutto l’IQ calcistico del bambino nerazzurro, Lautaro era stato difensore disperato, assistman illuminato e centravanti sciupone. Ha aperto la gara salvando sulla linea con una testata, poi ha aveva offerto il primo cioccolatino ad Esposito e, per completare il trittico di arte varia, è svenuto senza una ragione a tu per tu con il portiere sbagliando il più assurdo del gol. Eppure, tutto è stato cancellato nell’azione del 2-0 anche perché da quel momento la figura di Antonio Conte si delineava già all’orizzonte nel pensieri di tutti. Ben venga la beata gioventù dell’attacco, ma anche questa fresca rivoluzione deve arrendersi a un principio conservatore: ieri come oggi, è Lautaro che indica il cammino della squadra. Basti pensare che nel 2025 ha segnato 12 gol in più del secondo cannoniere della squadra, i suoi 23 si contrappongono agli 11 di Dumfries, esterno travestito da punta: esagerato, sì”, aggiunge Gazzetta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA