Dopo la lettura del prezioso piccolo libro Come si amano le piante edito da Wudz e scritto dalla botanica e artista Joanne Anton, l’aggettivo vegetale per un partner sessualmente inerte e poco fantasioso risulterà ingiusto e fuori luogo. Le piante infatti che – eucarioti come noi, si perpetuano attraverso la sessualità – si sono in tal senso molto più evolute, anche perché abitano la Terra da 470 milioni di anni: un tempo che fa impallidire gli appena 300 mila dell’Homo Sapiens.

LA CARRELLATA dell’autrice prende in considerazione piante e antiche e moderne, le pagine, tradotte da Lara Cavalli, sono corredate dagli acquerelli della scrittrice belga che ha studiato illustrazione botanica presso la Societè Nationale d’Horticolture de France e che rendono il libro una piacevole scampagnata che non manca di considerazioni filosofiche.

LE SINGOLE VICENDE vegetali sono molto ben presentate e seguire il cammino dei gameti agli ovuli diventa un’avventura curiosa: quello della riproduzione delle felci, ad esempio, passa attraverso l’acqua (pioggia e rugiada) che fa aprire la struttura che contiene l’ovulo e fa nuotare il gamete maschile verso di essa. Le pigne che tutti abbiamo raccolto nell’infanzia sono coni femminili maturi progettati per favorire l’intercettazione del polline: la loro struttura crea un piccolo vortice che ne agevola l’introduzione tra le squame ovulari. Tutto diventa molto più cosmetico quando si arriva alla parte del libro dedicata alla rivoluzione sessuale dei fiori, di cui la storia misteriosa del Ginkgo Biloba è antefatto molto avvincente (solo negli Anni Duemila è stato scoperto che un’alga vive nelle cellule degli embrioni e dei tessuti riproduttivi di questa pianta dalle molte virtù medicali apparsa sulla Terra 270 milioni di anni fa).

IL CAPITOLO delle Angiosperme (che comprendono le piante con fiore vero e seme protetto da un frutto) è la storia della dipendenza da zuccheri (pollini, nettare e frutta) di tutti i portatori di polline dagli esseri umani ai pipistrelli. A riprova della loro salvifica fluidità i fiori possono essere maschi, femmine (e la distinzione esiste per evitare l’autofecondazione che impoverisce il patrimonio genetico) o ermafroditi; alcune specie, ad esempio il timo, possono decidere di cambiare strada all’improvviso e produrre piante femminili accanto alle ermafrodite per compensare cambiamenti ambientali impattanti sulla loro sessualità.

DICEVA BENE EMILY DICKINSON che essere fiore è una profonda responsabilità, e molto più responsabile e assennato di quello degli uomini si mostra il regno vegetale, che non conosce limitazioni gender né confini e non si sottrae a nessun abbinamento ; ad esempio il pomodoro ha bisogno del vento della fecondazione e della vibrazione attivata dai muscoli del volo del bombo: il fiore così scosso si apre e deposta i polline sull’animale. C’è un bel fiore giallo, la lisimachia, che non produce nettare ma olio floreale fondamentale per un’ape solitaria, la Macropis europea, che lo usa anche come materiale edile, oltre che come nutrimento, e ha sviluppato l’abitudine di fare la tana nell’habitat di questa pianta che produce molecole specifiche per attirare l’insetto.

LE COPPIE FANTASTICHE sono numerose: yukka e falena, lobelia e colibrì, agavi e pipistrelli ma anche Banskia, fiore australiano, e topo del miele. Regina della seduzione una pianta detta «dalle labbra calde», la Psychotria elata, che trasforma le sue foglie in labbra lussurregianti, al cui interno produce piccoli fiori, che sembrano colorate di rossetto lucido e pronte al bacio che indirizza a farfalle e colibrì.

SI RIPASSA CON JOANNE ANTON, e il suo compendio di botanica, la differenza tra frutti semplici, composti e complessi come le fragole che sono ricettacoli floreali (il frutto secco sono i semini), ovaie in pratica, e la differenza tra nocciolo (involucro duro che circonda il seme) e il seme nudo: quello dentro l’avocado è un seme.

SI CAPISCE MOLTO BENE ciò che ha spiegato spesso anche il nostro Stefano Mancuso, cioè che esistono tanti semi quante sono le forme di locomozione: semi alati per volare, semi impermeabili come quelli dell’asparago di mare, semi capaci di agganciare il pelo degli animali o germinare nei loro stomaci, e che ognuno di questi viaggi è davvero stupefacente.