Chiarisco immediatamente il mio pensiero: sui fatti di Sepang 2015 penso che Valentino Rossi non abbia fatto una cosa furba – a posteriori – nel prendere posizione contro Marc Marquez in conferenza stampa alludendo a blocchi subiti nella gara precedente in Australia. E credo che quanto avvenuto poi in gara sia stata la conseguenza di questa polemica, con lo spagnolo deciso poi effettivamente a disturbare la corsa al titolo dell’italiano, per mostrargli cosa significava veramente correre per bloccare un avversario. Il tutto indipendentemente dal discorso calcio o non calcio.
Detto questo, poche ore fa è uscito il documentario della Dorna sui fatti di quel Gran Premio della Malesia: “Sepang Clash: 10 anni dopo”. 26 minuti di retroscena, di commenti ai box e nel parco chiuso mai sentiti prima. Che però sembrano avere una sola direzione – senza svelarla poi apertamente – ovvero dipingere Valentino Rossi come il diavolo di questa storia e Marc Marquez come una povera vittima. Francamente una ricostruzione che pare pendere troppo da una parte, perché svela sostanzialmente commenti scomodi da un unico lato: quello del box del 46.
Sono troppi gli indizi. Viene mostrato un flashback di Phillip Island dove, nel duello con Marquez, si sentono Uccio Salucci e Albi Tebaldi insinuare “lo fa apposta“, concetto ribadito a Vale una volta rientrato ai box: “Ogni volta che si trovava davanti a te, rallentava“. Il campione sentendo i suoi uomini chiede: “Secondo te mi vuole fare perdere?“, risposta netta: “Sì“.
Il racconto sembra orientato a mostrare un Rossi plagiato dai suoi uomini di fiducia ai box, tanto da arrivare ad accusare Marquez di averlo bloccato in conferenza stampa, facendo suo il teorema degli amici.
Non solo, nel racconto di Sepang si sente praticamente ogni parola di Uccio e Albi al box Yamaha, mentre in quello Honda il papà di Marquez e Santi Hernandez sembrano pesci in un acquario. Gesticolano e sbraitano, ma non si sente nulla o quasi.
Di Uccio e Albi ascoltiamo degli sconvenienti: “Dai, hai rotto il ca**o”, al “buttalo fuori” pochi istanti prima del fattaccio, per finire al: “Dopo tutto il casino sei ancora lì? Sei proprio sce*o”. Dal box di Marquez si sente solo papà Julià esclamare un “hijo de pu*a“, in mezzo a tante parole sfortunatamente non colte.
Ciliegina sulla torta che sicuramente farà il giro del mondo, Valentino in parco chiuso: “Ho perso la concentrazione, volevo ammazzarlo”.
E come poi non sottolineare la malizia con cui viene mostrato un giovanissimo Pecco Bagnaia in divisa Leopard proprio nel box di Valentino Rossi proprio in quella gara.
Personalmente non amo le ricostruzioni a senso unico, ma qui sembra proprio di essere di fronte a una narrazione in cui Valentino Rossi ne esce malissimo e Marc Marquez praticamente immacolato, ai limiti della santificazione. Sarà per questo documentario che da qualche mese il “46” non segue più gli account ufficiali della MotoGP su Instagram? Chissà…