Firenze, 23 ottobre 2025 – Si intitola ‘Polistampa. Storia di una casa editrice fiorentina’ (Pagliai, pp. 168, 25 euro) il libro di Arianna Amatruda, germanista docente all’Università di Genova, che ripercorre i 60 anni di attività di Polistampa.
Il volume riavvolge il nastro al 1965, quando il fondatore Mauro Pagliai dà origine all’azienda nel cuore dell’Oltrarno fiorentino, aprendo una piccola tipografia. Anno dopo anno il catalogo aumenta di numero e di pregio, si spiega in una nota, e così la tipografia diventa anche casa editrice, trasformandosi in luogo d’incontro e discussione per gli intellettuali e gli artisti toscani. Nascono le collaborazioni con grandi autori del Novecento, come i letterati e poeti Mario Luzi, Alessandro Parronchi, Piero Bigongiari, il fotografo e scrittore Fosco Maraini, i critici Luigi Baldacci e Giorgio Luti, gli storici Ennio Di Nolfo e Cosimo Ceccuti. Pagliai punta sia su nomi noti che su penne emergenti, parallelamente all’impegno nel settore dei servizi museali che lo vede gestire esposizioni d’arte antica e moderna, pubblicandone i cataloghi.
Si legano alle edizioni Polistampa artisti come Pietro Annigoni, Fernando Botero, Kan Yasuda e molti altri. Vengono prodotte e pubblicate collane di epistolari e riviste come “Antologia Vieusseux”, “Caffè Michelangiolo», “Il Portolano”, fino alla prestigiosa “Nuova Antologia”. A Enzo Siciliano si deve la nascita della Biblioteca di Letteratura, collana che nel 2000 vede esordire un giovane Pietro Grossi. La centralità culturale della casa editrice vale a Mauro Pagliai la nomina a Commendatore.
Agli anni Duemila risale la spinta ad allargare le frontiere produttive, con il passaggio al moderno stabilimento che si sviluppa su 4mila metri quadri in via Livorno a Firenze. Oggi Polistampa, guidata da Antonio Pagliai, vanta un catalogo di 5mila titoli distribuiti in tre sigle editoriali: Polistampa, Mauro Pagliai Editore, Sarnus, per rivolgersi al grande pubblico con sempre nuovi autori e collane, anastatiche di lusso, oltre alla rivista Pagliaio. Il volume ripercorre per testi e immagini questa avventura imprenditoriale, segnata da momenti importanti come l’acquisto e il restauro del Teatro Niccolini, il più antico di Firenze, oggi diretto da Hershey Felder.