Il detective Dave Robincheaux indaga sulla morte di sette giovani ragazze. Si concentra in particolare su Bernardette Latiolais. Ad affiancarlo nelle indagini vi è sempre il suo doppio: Clete Purcel. Le indagini lo spingono verso le frequentazioni della figlia adottiva Alafair. La quale, in procinto di pubblicare il suo primo romanzo, si lega a Kermit Abelard, un facoltoso romanziere che a sua volta intrattiene strani rapporti con uno scrittore ed ex detenuto Robert Weingart. Questa la trama su cui è costruito Arcobaleno di vetro, il romanzo di James Lee Burke edito da Jimenez nella traduzione di Gianluca Testani. Il libro è del 2010 e questa è la prima traduzione in italiano.

La tragedia della morte e della violenza, sia essa fisica o emotiva, che travolge in diversa maniera i protagonisti della storia, aleggia tra le pagine del romanzo, gonfiandosi durante la lettura fino all’apice del racconto. Con una scrittura attenta ai particolari, una ricerca di immagini che con le loro sfumature possano cristallizzare e raccontare al meglio i personaggi, con le metafore in cui la natura fa da cornice all’emotività dell’istante (“Il cielo aveva il colore e la consistenza della benzina verde, gli alberi palpitavano di uccelli. A ovest, il sole era una piccola scintilla rossa nascosta tra le nuvole cariche di pioggia…”), Burke non si limita solo a raccontare una storia noir, bensì lancia diversi sassi nelle acque oscure e limacciose del fiume della vita che scorre nella provincia americana del profondo Sud.

Indaga il rapporto fra padre e figlia; la difficoltà di capirsi a vicenda, il naturale istinto paterno di protezione, l’incapacità di evitare ai propri figli di commettere errori. Si concentra sul profondo legame di amicizia tra Dave e Clete; entrambi con una fragilità interiore derivante dalla medesima radice ma che si esplicita in maniera differente, si sostengono combattendo gli stessi demoni siano essi reali o immaginari. Narra di una società separata in classi, in colori, in buoni e cattivi. L’arcobaleno, del resto, è un ventaglio di colori uniti, ma ben diversificati creato dalla rifrazione della luce. In questo caso il mezzo che ne permette la rifrazione è il vetro. Vetrate dipinte, ricche di particolari che solitamente ornano le chiese, collocate da Burke nelle case di chi segue la via del male. In una società malata che come la chiesa ha i suoi cardinali a cui sottostare. 

Il vetro però non è un materiale incrollabile e, sotto il peso della verità, si frantuma in mille pezzi lasciando che la luce fluisca liberamente, illuminando così un finale al cardiopalma.