Intercettato negli uffici della Questura, il 20enne avrebbe ammesso le sue responsabilità. “Era quello più appuntito”, avrebbe detto, ammettendo che “potrei essere stato anche io, non lo so”. Nell’inchiesta sono indagati, oltre a Pellecchia, anche Manuel Fortuna, 31 anni, e Alessandro Barberini, 53 anni. Per tutti e tre l’accusa formulata dalla Procura di Rieti è di omicidio volontario aggravato
Proseguono le indagini sull’assalto al bus dei tifosi del Pistoia. A lanciare il sasso che ha ucciso l’autista 65enne Raffaele Marianella potrebbe essere stato il ventenne Kevin Pellecchia che, intercettato negli uffici della Questura, avrebbe ammesso le sue responsabilità. “Era quello più appuntito”, avrebbe detto il 20enne. “Potrei essere stato anche io, non lo so, perché io in quella dinamica ho tirato avendolo davanti (il pullman, ndr)”, avrebbe poi ammesso nell’intercettazione ambientale effettuata in questura dalla Mobile. Intanto, nell’inchiesta sono indagati, oltre a Pellecchia, anche Manuel Fortuna, 31 anni, e Alessandro Barberini, 53 anni. Per tutti e tre l’accusa formulata dalla Procura di Rieti è di omicidio volontario aggravato.
La versione di Pellecchia
A verbale, Pellecchia aveva negato di aver lanciato pietre durante l’assalto, sostenendo che gli autori del gesto fossero ‘Aba’ e Manuel Fortuna. “Manuel teneva in mano un sasso che avvolgeva quasi totalmente. Poi quando è sopraggiunto il pullman dei tifosi Pistoiesi ha lanciato il sasso ma non so riferire il punto di impatto sul pullman”, aveva detto agli investigatori. “Sicuramente ha colpito la parte frontale dell’autobus all’altezza dei vetri. Noi ci trovavamo alle spalle di Terni, in direzione di Rieti e quindi il pullman è sopraggiunto; a quel punto sono stati scagliati nella parte frontale del pullman, e cioè nel parabrezza anteriore”, ha aggiunto il 20enne. Pellecchia ha poi ribadito che i sassi “sono stati lanciati quasi contemporaneamente”, ribadendo di aver “udito una sola botta del sasso che si scagliava sul vetro e dopo pochissimi istanti un secondo urto di entità minore”.
Legale di Pellecchia: “Lui provato e dispiaciuto, piange”
“Non siamo entrati nel merito dei fatti avvenuti domenica sera, ma è apparso molto provato e dispiaciuto”, ha riferito l’avvocato Andrea Vella, legale di Pellecchia. “Piange, vorrebbe anche parlare o scrivere ai familiari della vittima per manifestargli il proprio cordoglio”, ha aggiunto.
La madre: “Sono una donna finita”
A parlare è stata anche la madre di Pellecchia. “Sono una donna finita, se ha fatto quello che gli viene contestato, mi sento di dire che è stato per errore e non per volontà”, ha detto la donna, aggiungendo che “non sa neanche cosa sia la politica, non è mai andato a votare, adesso piange in cella”.

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