di
Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Dal 2026 entrano in vigore le novità della Legge 106, che integrano la storica «104» per le persone con disabilità e i loro familiari: più ore di permesso, congedo fino a 24 mesi e per la prima volta sono considerati gli autonomi

La Legge 104, varata dal governo Amato nel 1992, rappresenta da decenni un pilastro fondamentale del diritto del lavoro italiano: è la norma che ha riconosciuto per la prima volta tutele concrete alle persone con disabilità e ai loro familiari, introducendo permessi, congedi e garanzie sulla conservazione del posto di lavoro. Ma trent’anni dopo, con l’aumento delle patologie croniche e oncologiche, l’invecchiamento della popolazione e la crescente difficoltà di conciliare lavoro e salute, quella legge ha avuto bisogno di un aggiornamento.

Così, con la Legge 106 del 18 luglio 2025 — pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio e in vigore dal 9 agosto scorso — arriva un passo in avanti: dal 1° gennaio 2026 infatti le nuove misure affiancheranno la storica 104, senza sostituirla, ma aprendo una stagione diversa per migliaia di lavoratori e lavoratrici con qualche tutela in più per chi assiste e per chi vive in prima persona la fragilità.



















































10 ore in più all’anno e il congedo di 24 mesi

Dal 2026, chi è affetto da patologie oncologiche, croniche o invalidanti o ha un figlio minorenne con la stessa condizione o è un famigliare che assiste persone con disabilità certificata pari o superiore al 74% potrà contare su 10 ore in più all’anno di permessi retribuiti per visite, esami e terapie (i dettagli sull’operatività si troveranno in una delle prossime circolari dell’Inps). Queste si aggiungono ai tre giorni mensili già previsti dalla Legge 104 e valgono sia per i lavoratori pubblici che per quelli privati. Accanto a questo, la 106 introduce un congedo fino a ventiquattro mesi, continuativo o frazionato, con conservazione del posto di lavoro ma senza retribuzione, contributi o Tfr.

Va detto che questa è una tutela «a metà»: garantisce la sicurezza del posto, ma lascia il lavoratore solo davanti al peso economico della malattia. Un compromesso che rivela il limite strutturale del nostro welfare: il diritto esiste, ma non sempre è sostenibile per tutti.

Il lavoro agile

Un altro passaggio importante riguarda il lavoro agile. Il dipendente che usufruisce del congedo avrà una corsia preferenziale per accedere allo smart working, purché la mansione lo consenta e non vi siano esigenze organizzative contrarie. È una norma di buon senso, ma anche un banco di prova per le imprese: trasformare il lavoro agile da eccezione a strumento di inclusione.

L’apertura agli autonomi

Non solo. Per la prima volta, la 106 estende alcune tutele anche ai lavoratori autonomi: professionisti e partite Iva potranno sospendere l’attività per un massimo di 300 giorni all’anno in caso di malattie oncologiche o invalidanti, mantenendo la posizione previdenziale attiva. Un riconoscimento inedito per chi, finora, è sempre rimasto fuori dal perimetro delle protezioni sociali.

Crescono i permessi per la 104

Secondo i dati Inps, i permessi della Legge 104 sono in costante crescita: nel 2023 le richieste da parte dei lavoratori disabili sono aumentate del 18% rispetto all’anno precedente, quelle per l’assistenza ai familiari del 14%. Ma resta un dato strutturale: in Italia lavora solo il 32,5% delle persone con disabilità tra i 15 e i 64 anni. È anche per questo che la 106/2025 ha un valore che va oltre il piano normativo: recepisce il «social model of disability» introdotto dal decreto 62/2024, che sposta l’attenzione dalla menomazione fisica alle barriere ambientali e culturali che rendono difficile il lavoro per chi è fragile.

Le criticità

Come accennato prima, parlando di «tutela a metà», restano alcune ombre. La Cgil è critica parlando della nuova legge come «di un primo segnale di attenzione, ma che lascia ancora molti spazi importanti da colmare». Il congedo non retribuito rischia infatti di essere una misura per pochi, accessibile solo a chi ha risparmi o può contare su altre entrate. Le procedure Inps e la modulistica digitale andranno testate nei fatti e lo smart working «prioritario» potrebbe scontrarsi con la realtà di molte aziende, dove la flessibilità resta più un’eccezione che una regola. 

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23 ottobre 2025 ( modifica il 23 ottobre 2025 | 19:09)