Entro il 27 ottobre 2025 è possibile inviare il Modello 730 integrativo: una delle ultime possibilità di quest’anno per correggere eventuali errori contenuti all’interno della dichiarazione dei redditi inviata entro lo scorso 30 settembre. Il contribuente ha la possibilità di utilizzare questo strumento per correggere sbagli o omissioni. Superata questa scadenza, come ultimo rimedio, rimane solo e soltanto il Modello Redditi Pf.
Modello 730 integrativo, a cosa serve
Il Modello 730 integrativo è uno degli ultimi baluardi della stagione dichiarativa 2025. Serve a modificare il 730 già presentato e a correggere eventuali errori contenuti al suo interno.
Questo strumento può essere utilizzato nel caso in cui le eventuali modifiche fossero a favore del contribuente. Lo si può utilizzare, in altre parole, nel momento in cui ci si accorge di aver pagato più imposte del dovuto o quando alcune detrazioni non sono state inserite.
A rendere particolarmente interessante questo strumento è la tempistica attraverso la quale vengono effettuati gli eventuali rimborsi. Presentarlo entro il prossimo 27 ottobre permette di velocizzare le tempistiche di rimborso, dato che il datore di lavoro o l’ente pensionistico provvedono a effettuare i dovuti conguagli già con la mensilità di novembre.
Non è necessario attendere dei mesi per vedersi accreditare quanto spetta o gestire gli eventuali rimborsi con dei metodi complicati: tutto avviene molto velocemente attraverso il sostituto d’imposta.
Le correzioni devono essere a favore del contribuente
Possono utilizzare il Modello 730 integrativo solo i contribuenti che chiedono delle correzioni a proprio favore. Stiamo parlando di quelle situazioni per le quali l’errore ha determinato un pagamento di imposte troppo alto o il riconoscimento di un rimborso più basso di quello realmente spettante.
In altre parole rientrano in questa casistica tutti quegli errori che il contribuente ha commesso e che determinano un maggior credito fiscale o un minor debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.
Presentando il nuovo modello completo, non solo le parti modificate
Tipo 2: corregge dati che non cambiano il risultato finale ma riguardano il sostituto d’imposta
Tipo 3: modifica sia i dati del contribuente che del sostituto
Errori nei dati anagrafici o nei familiari a carico
Variazioni nel datore di lavoro o nel sostituto d’imposta
Correzione di redditi o oneri già dichiarati in modo errato
Ricevuta di trasmissione
Documenti a supporto delle modifiche (fatture, ricevute, certificazioni, CU aggiornato)
Per correggere dichiarazioni con debiti d’imposta o senza sostituto si deve usare il Modello Redditi PF correttivo
Se spettano rimborsi aggiuntivi, vengono accreditati dal sostituto d’imposta o direttamente dall’Agenzia delle Entrate
Gli errori più comuni in dichiarazione
Una delle casistiche a cui si ricorre più di sovente quando si utilizza il Modello 730 integrativo è quello relativo alle spese sanitarie che non sono state inserite all’interno della precompilata e che il contribuente si è dimenticato di inserire manualmente.
Ma non solo. Vi rientrano sviste relative alle ristrutturazioni edilizie o alla riqualificazione energetica che non sono state comunicate all’Agenzia delle Entrate e le spese per l’istruzione dei figli, che non sono state documentate per tempo.
Che differenza c’è con il Modello Redditi correttivo
È importante, a ogni modo, distinguere il Modello 730 integrativo dal Modello Redditi Correttivo: quest’ultimo deve essere utilizzato per effettuare quelle correzioni che risultano essere a sfavore del contribuente. Serve, in altre parole, quando devono essere versate delle maggiori imposte o quando devono essere apportate delle modifiche che non rientrano nei casi previsti esplicitamente dall’integrativo.
Per presentare il Modello Redditi Correttivo ci sono alcuni giorni in più: c’è tempo fino al 31 ottobre. Chi utilizza questo strumento deve tenere a mente che il rimborso non viene effettuato in tempi rapidi attraverso il sostituto d’imposta.
Perché la scadenza cade il 28 ottobre 2025
La deadline per inviare il 730 integrativo generalmente è fissata al 25 ottobre di ogni anno. Per il 2025, cadendo di sabato, i contribuenti hanno due giorni in più per mettersi in regola. Questa data, però, risulta invalicabile per quanti hanno intenzione di ottenere il rimborso Irpef in modo rapido, direttamente sulla propria busta paga.
Il legislatore ha posto questa scadenza per un motivo molto semplice: il sostituto d’imposta deve avere il tempo materiale per riuscire a elaborare tutte le liquidazioni del caso e a integrarle in modo corretto all’interno della busta paga di novembre (o nel cedolino della pensione).
Riuscire a presentare la documentazione fiscale rivista e corretta entro il 27 ottobre permette al datore di lavoro o all’Inps di ricevere i dati aggiornati dall’Agenzia delle Entrate e riuscire a calcolare in modo esatto quale debba essere il conguaglio corretto da erogare.
Saltare questo appuntamento non fa perdere il maggiore rimborso Irpef, ma rende leggermente più complicate le procedure. Il contribuente è costretto ad utilizzare il Modello Redditi Correttivo, attraverso il quale i tempi di rimborso si allungano.
È necessario pianificare tutto alla perfezione
In questi giorni è necessario, quindi, pianificare tutto con la massima precisione. Rimangono pochi giorni per recuperare tutti i documenti necessari per attestare le spese sostenute nel corso del 2024 e confrontarli con i dati che sono stati inseriti all’interno del Modello 730 inviato entro lo scorso 30 settembre. E quindi accertarsi delle discrepanze che sono presenti.
Sono molti, purtroppo, ad accorgersi degli errori solo a dicembre, in un momento in cui tutti i termini sono stati chiusi e non è possibile riaprire la partita. Ma soprattutto quando la speranza di recuperare il credito Irpef è definitivamente svanita.
Modello 730 integrativo: chi lo può presentare e chi no
Se il Modello 730 ordinario può essere presentato in completa autonomia, per quello integrativo è necessario passare da un intermediario: un Caf, un commercialista o un qualsiasi altro professionista.
Il legislatore ha voluto porre delle limitazioni precise per rispondere a un’esigenza di controllo e tutela. Spetterà all’intermediario apporre il visto di conformità sulla dichiarazione integrativa.
Dovrà verificare se le modifiche che sono state apportate siano supportate dalla documentazione necessaria. E soprattutto che tutti i calcoli siano corretti.
Viene introdotta una garanzia aggiuntiva prima di tutto per il contribuente. Una verifica della documentazione fa in modo che quanto dichiarato risulti, da un punto di vista formale, corretto. L’Agenzia delle Entrate, a sua volta, può far conto un una verifica preventiva della documentazione ricevuta.