Il fondo proprietario è diventato totalmente di proprietà di Brookfield Asset Management, multinazionale canadese

Il fondo proprietario dell’Inter Oaktree è diventato totalmente di proprietà di Brookfield Asset Management, multinazionale canadese. Ecco cosa potrebbe cambiare per il club nerazzurro:

“È passata inosservata, negli ultimi giorni, la novità relativa a Oaktree, che dal 22 maggio 2024 ha assunto il controllo dell’Inter, dopo il mancato pagamento del prestito contratto nell’estate del 2021 da parte di Suning. Il fondo californiano diventerà infatti totalmente di proprietà di Brookfield Asset Management, multinazionale canadese tra le più grandi aziende di investimento al mondo. Secondo quanto riferito da “Bloomberg”, Brookfield, già socio di maggioranza di Oaktree, rileverà il 26% di quote tuttora in mano ai soci fondatori, nell’ambito di un affare da circa 3 miliardi di dollari, completando un’operazione dal valore complessivo di circa 11,5 miliardi”, riporta Tuttosport.

Per l’Inter, specie nel breve periodo, non cambierà nulla. Al momento dell’escussione del prestito da Zhang, il fondo californiano era infatti già controllato da Brookfield, che non è attivo nel mondo del calcio ma è uno dei principali gestori patrimoniali alternativi a livello mondiale. Sul medio-lungo termine, come per tutti i fondi, l’obiettivo della proprietà resterà invece quello di valorizzare l’investimento. Il primo passo in tal senso resta chiudere la partita per la costruzione del nuovo stadio, prossima a uno snodo cruciale: è ormai imminente il rogito per l’acquisto del Meazza e delle aree limitrofe, insieme al Milan”. 

“Anche sotto questo profilo la novità che interessa il fondo proprietario dell’Inter non avrà alcun impatto ed è per questo che sembrano destinate a rivelarsi buchi nell’acqua iniziative come quella dell’avvocato Gaetano Braghò, che ha scritto al notaio incaricato dell’atto di compravendita e al Comune di Milano sollevando dubbi al riguardo. Destino analogo, a meno di clamorose sorprese, avrà anche l’istanza presentata dallo stesso legale alla Soprintendenza affinché si esprima in merito all’interesse storico-culturale dell’intera struttura del Meazza e non solo del secondo anello: è pressoché impossibile che l’ente – che peraltro sul tema si è già espresso – si attivi prima del rogito”, aggiunge il quotidiano.