Il destino di Sepang è quello di riaccendere storie del passato. È inevitabile, quando all’interno di Curva 11 c’è una targa che omaggia Marco Simoncelli, una targa a cui ieri – 14° anniversario della sua tragica scomparsa – hanno fatto visita tutti gli italiani del paddock, a cominciare dai membri del team in suo onore diretto da papà Paolo, che in Moto3 ha riportato il n.58 in pista con Luca Lunetta. Ma anche un altro episodio è tornato in superficie, legato al controverso 2015: è curioso (i più maligni direbbero sospetto) che sia stato lo stesso Promoter del campionato a rivangare, col docufilm “Sepang Clash: 10 years on” che torna su quando la rivalità tra Valentino Rossi e Marc Marquez varcò i limiti, con le provocazioni in pista dello spagnolo – intenzionato a rispondere alle accuse del pesarese, convinto che il catalano lo avesse rallentato nel precedente GP – e la reazione del Dottore che portò alla caduta di Marc. Nei 26 minuti, tanti retroscena ma anche la sensazione – con voci nel “dietro le quinte” catturate più dal clan Rossi – che il messaggio veicolato sia a senso unico, e non certo a favore del re di un tempo Valentino. “Ho perso la concentrazione, volevo ammazzarlo” è la frase catturata a caldo di Rossi parlando con i suoi uomini. Un modo per riaprire una vicenda senza che nessuno ne sentisse il bisogno.
Marc Marquez salta anche Sepang
Il re odierno però non tornerà in pista prima del 2026. Mentre i colleghi parlavano a Sepang, dalla Spagna Marquez gettava la spugna nel tentativo di rientro a Valencia (per il GP e soprattutto i test) dopo l’operazione alla scapola destra per l’infortunio patito a Mandalika, la frattura del coracoide con lesione legamentosa. Gli accertamenti a Madrid, pur attestando un’evoluzione clinica confortante, hanno confermato il periodo di ulteriori quattro settimane con il braccio immobilizzato prima di iniziare la riabilitazione. In questo modo, dopo Michele Pirro in Australia e Malesia, dovrebbe essere Nicolò Bulega a sostituire Marquez nei GP conclusivi in Portogallo e a Valencia. “Riteniamo che la linea di condotta più appropriata, intelligente e coerente sia quella di rispettare i tempi biologici dell’infortunio – ha ammesso Marc – anche se questo significa che non potrò più correre in questa stagione né partecipare alla sessione di test. Sappiamo che ci aspetta un inverno difficile, con molto lavoro da fare per recuperare al 100% la mia muscolatura. Questo non deve però farci dimenticare il grande obiettivo che abbiamo raggiunto quest’anno: diventare nuovamente campioni del mondo”. “È un peccato – ha aggiunto Gigi Dall’Igna, dg di Ducati Corse – perché per noi è molto importante averlo in pista, ma sappiamo perfettamente che la priorità è recuperare e tornare al 100% in forma per la prossima stagione”.
Bagnaia a caccia di riscatto a Sepang
Anche senza Marquez, gli occhi restano sul box rosso e su Pecco Bagnaia, reduce da due GP con zero punti, dopo il trionfo di Motegi. Ma a differenza di Mandalika e Phillip Island, in Malesia Pecco torna su un circuito già conosciuto con la GP25, nei test di otto mesi fa. “Aver svolto i test qui mi fa pensare di poter giostrare la situazione, ero andato forte” ha spiegato il torinese, reduce dalla caduta australiana, dalle inevitabili critiche e persino dalle teorie complottiste vista la disparità di risultati tra Giappone e i GP successivi. “Nei momenti più complicati si fa più attenzione alle varie cose che escono fuori e si vedono un sacco di cag… Sono sempre stato capace di estraniarmi e ho sempre dimostrato che, quando mi sono trovato bene, sono riuscito a performare. Siamo arrivati alla conclusione che non è più una questione di adattamento, ma di funzionamento”. La soluzione, però, ancora non c’è.
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