PADOVA – Ha 42 anni e gli occhi blu che sprizzano una gioia incontenibile. E ne ha ben donde: il 27 luglio dell’anno scorso è “rinata” nell’Unità operativa di Neurochirurgia funzionale dove il responsabile, professor Andrea Landi, l’ha sottoposta ad un intervento chirurgico che si fa in pochi centri, e che per la prima volta è stato eseguito a Padova: consiste in una resezione chirurgica del cervello per asportare l’area malata che causa frequenti crisi epilettiche. Da allora Manjola Hila, nata in Albania ma residente a Pieve di Cadore (Belluno), sposata e mamma di Aron che ha 8 anni, non ha avuto più attacchi, dopo 45 giorni ha ripreso a lavorare in un’azienda che produce occhiali e a guidare.

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Lei stessa ha chiesto di raccontare la sua storia e lo ha fatto con le lacrime e la voce rotta dall’emozione durante un incontro a cui, oltre allo stesso Landi, hanno partecipato il dg Giuseppe Dal Ben, il dottor Filippo Dainese, che guida il servizio Epilettologia, e i professori Maurizio Corbetta, numero uno dell’Uoc Clinica Neurologica; Diego Cecchin, al vertice dell’Uoc Medicina Nucleare; Stefano Sartori, a capo della Pediatria, e Luca Denaro, responsabile della Neurochirurgia pediatrica. Successivamente la stessa procedura è stata portata a termine con successo su altri 27 malati, 21 adulti e 6 pediatrici, e ora in lista d’attesa ce ne sono 3. In Italia sui bambini si fa solo a Padova e sugli over 18 in 3 centri.

I PARTICOLARI L’epilessia è una malattia frequente che colpisce una persona su 100. Nel Veneto ce ne sono 50mila e si registrano 3mila nuovi casi l’anno, però l’intervento resettivo è solo per chi non risponde ai trattamenti con i farmaci. La percentuale di riuscita è altissima, ma l’83% dei candidati all’intervento non viene trattato. Necessita di un’équipe multidisciplinare composta da neurologi, neurochirurghi funzionali, neuroradiologi, neuropsicologi, anatomo patologi, tecnici di neurofisiologia.
Manjola Hila aveva 3 anni quando era stata ricoverata con un violento attacco febbrile dovuto a un’infezione e poi a 13 anni erano comparse le crisi epilettiche, frequenti e invalidanti. «Accusavo un forte mal di pancia – racconta – e poi perdevo i sensi per un paio di minuti. Mi capitava in qualunque momento della giornata e non potevo programmare nulla, ero sempre in preda all’ansia pensando che potesse attivare la crisi. Quando i medici mi hanno proposto l’intervento ho accettato subito e senza paura mi sono affidata a loro. Credo che tutti dovrebbero fare così, con coraggio e determinazione. Ero convinta che tutto sarebbe andato per il meglio e ho avuto ragione. È passato un anno e non ho avuto più nulla, conduco una vita normale. Certo, ogni 6 mesi faccio i controlli, ma ho ridotto quasi del tutto i farmaci. Non so come ringraziare il professor Landi e il dottor Dainese. Non riesco a descrivere la gioia che provo: mi sembra di avere le ali e di volare, libera dall’incubo che possa arrivare la crisi».
Ogni anno sono 1200 i pazienti con epilessia presi in carico a Padova; 3.100 gli elettroencefalogrammi eseguiti e mediamente vengono effettuate 100 video registrazioni elettroencefalografiche. La Clinica Neurologica di Corbetta ha attivato percorsi dedicati per le gravide, per chi ha una malattia rara, per i ragazzi che diventano maggiorenni e non sono più seguiti in Pediatria, e per chi ha un’epilessia farmacoresistente.
«Questo successo – ha sottolineato Landi – è frutto del lavoro di un gruppo di altissimo livello al termine del quale c’è il neurochirurgo che interviene. Grazie all’attrezzatura messa a disposizione dal professor Cecchin, cioè una risonanza ibrida 3 Tesla, possiamo acquisire immagini strutturali e funzionali dell’area epilettogena che ci permettono di vedere dove si trovano il danno anatomico e la zona a ridotto metabolismo in modo da accertare dove operare. La platea di pazienti che potrebbero beneficiarne è vasta: si tratta di una chirurgia efficace nel 70-90% dei casi con i pazienti che poi non hanno più crisi e nel giro di poco più di un anno possono abolire i farmaci che condizionano la qualità di vita. A Padova abbiamo questa attività di chirurgia dell’epilessia, e in certi casi interveniamo pure sulla modulazione dell’attività cerebrale con la stimolazione vagale». Sul fatto che sia ancora esiguo il numero di chi usufruisce di tale opportunità Dainese ha osservato: «Nonostante i successi, pochi colleghi la propongono perché non tutti la conoscono e poi a volte ci sono i malati stessi che la rifiutano».