di
Carlos Passerini
Rossoneri fermati ancora una volta in casa da una neopromossa, niente fuga per Allegri
Doveva essere la grande fuga, è stata la grande beffa. E poteva andare anche peggio, se in pieno recupero Athekame non avesse pescato il jolly con un tiraccio da fuori area che ha evitato al Milan non la figuraccia ma almeno la sconfitta. Sarebbe stata la seconda stagionale contro una neopromossa, dopo l’1-2 choc con la Cremonese alla prima giornata. Resta un punticino amaro, amarissimo, un’occasione gettata: è vero che a ottobre le fughe non esistono, né piccole né grandi, ma una vittoria avrebbe consentito ai rossoneri di andare a +4 per una notte e godersi sul divano lo scontro diretto di oggi fra Napoli e Inter. Non è andata così. Più per i demeriti del Diavolo che per i meriti del Pisa di Gilardino, lucido ad ogni modo a restare in partita dopo il vantaggio illusorio di Leao e a ribaltare la situazione nella ripresa con un rigore di Cuadrado e un contropiede Nzola.
La verità è che, se vuoi vincere lo scudetto, certi gol non li puoi prendere. E partite così, le devi vincere. Specialmente alla fine di una settimana nella quale le tue concorrenti erano in giro per l’Europa a giocarsi le coppe e tu a Milanello a pianificare gli allenamenti. «Non abbiamo fatto abbastanza per vincerla» ha ammesso Modric. La sua classe stavolta non è stata sufficiente. Le assenze dei big Rabiot e Pulisic pesano, certo, ma non possono rappresentare una giustificazione. Serviva maggiore attenzione, maggior cattiveria, dopo il vantaggio. «Dovevamo chiuderla prima» ammette alla fine Allegri, deluso. Durante la partita si era girato verso panchina urlando «siamo mosci». Aveva ragione. Da questo flop, il Milan farà bene a trarre una lezione. Martedì a Bergamo contro l’Atalanta servirà una reazione immediata.
Per mettere in atto il piano di fuga, Max aveva scelto la strategia della doppia punta: Gimenez accanto a Leao. In panchina c’è Nkunku, recuperato dopo il pestone all’alluce rimediato con la nazionale francese durante la sosta. La lista degli assenti resta lunga: il lungodegente Jashari, Pulisic e Rabiot che torneranno non prima del derby del 23 novembre; Loftus-Cheek che non ce l’ha fatta a recuperare da un problema muscolare; Estupinan ancora alle prese con una distorsione alla caviglia e atteso nelle prossime ore a un provino decisivo per rientrare martedì nel turno infrasettimanale con l’Atalanta. Gilardino, grande ex, va a caccia di punti per migliorare una classifica preoccupante.
Ci riuscirà, nonostante il suo Pisa vada sotto dopo 240 secondi, il tempo che Leao impiega a segnare il quarto gol stagionale, con un destro violento da fuori area del tutto simile a quello con la Fiorentina. Qualche timida protesta dei toscani per la posizione di Pavlovic, giudicata non impattante da arbitro e Var. Il Milan però si affloscia. Allegri è una furia. Ha ragione, perché nella ripresa il Pisa prima pareggia su rigore col 37enne Cuadrado per un tocco di braccio di De Winter e poi ancora con Nzola: qui, proteste rossonere per un placcaggio di Moreo su Gabbia. Athekame, entrato malissimo, si fa perdonare col pari in pieno recupero. L’ultimo brividio è un tocco di Saelemaekers fuori di un soffio. Match point fallito. Niente fuga, solo spreco.
24 ottobre 2025 ( modifica il 24 ottobre 2025 | 23:26)
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