Anche in casa Soudal Quick-Step si è seguita con interesse la presentazione del percorso del Tour de France 2026. La formazione belga, che nelle ultime due edizioni della Grande Boucle si è concentrata principalmente sulla classifica generale con Remco Evenepoel (pur raccogliendo anche alcuni successi parziali), dal prossimo anno potrà tornare a puntare soprattutto sulle vittorie di tappa dopo la partenza del bi-campione olimpico in direzione Red Bull-Bora-hansgrohe. È quello che in ogni caso sembra emergere dalle parole del team manager Jurgen Foré, che in un’intervista a Het Laatste Nieuws ha commentato il tracciato e ha delineato i corridori della sua squadra che potrebbero schierarsi al via della corsa.

Le tappe per velocisti sono un po’ sparse lungo il percorso – le parole del team manager – Il percorso è molto difficile, con una seconda settimana molto impegnativa. E il penultimo giorno c’è una tappa di montagna con 5600 metri di dislivello. Lo trovo un po’ esagerato“.

“Con Jasper Stuyven e Dylan van Baarle abbiamo corridori forti che potrebbero dare il meglio nelle tappe di transizione, mentre Ilan Van Wilder, Mikel Landa, Junior Lecerf, Steff Cras e Valentin Paret-Peintre possono tenere testa agli altri in montagna”, ha aggiunto Foré, che comunque non esclude di guardare anche alla classifica: “Correndo in modo accattivante, come ha fatto Junior quest’anno alla Vuelta, possiamo anche puntare alla classifica generale“.

Il manager belga sembra invece propendere per non portare alla Grande Boucle Paul Magnier, grande protagonista di questo finale di stagione e capace di mettere assieme 19 vittorie in questo 2025: “Non dobbiamo dimenticare che ha solo 21 anni. È troppo presto per parlarne, ma forse è anche troppo presto per mandare Paul al Tour. Quest’anno ha corso il Giro per due settimane, ma sottoporlo subito al Tour…”.

Nelle volate, quindi, spazio quasi sicuramente a Tim Merlier, che nell’ultima edizione ha conquistato due successi e che a sua volta ha commentato il tracciato ai microfoni di Sporza: “Penso che le mie possibilità non siano poi così male. Anche se devo ancora esaminare i dettagli. Personalmente vedo sei opportunità, ma potrebbero anche diminuire se la gara si fa difficile. Per me, naturalmente, potrebbero mettere più opportunità per i velocisti. Ma vogliono emozioni forti nel Tour, quindi eliminano le tappe ‘noiose’“.

Il belga è amareggiato soprattutto dalla tappa finale, che prevederà nuovamente il passaggio da Montmartre: “È e rimane difficile per noi. Soprattutto a causa delle tappe estreme che la precedono. Poi segue un lungo trasferimento, quindi le gambe dei velocisti saranno ormai stanche. Speravo che l’organizzazione riprogrammasse l’arrivo classico anno dopo anno. Sarebbe stato bello. Spero di poter sprintare una volta sugli Champs-Élysées. Non mi è ancora stato possibile”.