di
Rosanna Scardi
Il ricordo dei colleghi dell’attore milanese morto a 74 anni. Calà: «Con lui gli inizi al Derby». Abatantuono: «Mi resta una caricatura: io, Maurino, Porcaro, Faletti. Tutti amici che non ci sono più». Parietti e Oppini: «Un portento di simpatia»
«Provo un dolore fortissimo. La notizia della perdita di Mauro mi ha spezzato il cuore. Mancherà a tutti». Per Jerry Calà Mauro di Francesco, l’attore milanese che si è spento all’età di 74 anni, era amico prima che collega. Insieme i due artisti avevano condiviso il palco fin dagli ’70. «Abbiamo trascorso una vita assieme – ricorda Calà –: il Derby era la nostra casa, dove ci ritrovavamo tutte le sere. Lui era un ottimo attore, che aveva iniziato a farsi conoscere da ragazzo interpretando Robby nello sceneggiato Rai “La freccia nera” del 1968 accanto a Loretta Goggi. Era quello che si definisce un ragazzo prodigio». Dell’amico, Calà ricorda le doti caratteriali: «Maurino – come lo chiama in modo affettuoso – era un uomo divertente, faceva ridere me, I Gatti, Diego Abatantuono. Era l’anima della festa. Aveva dei guizzi unici, come quando imitava le nonne romagnole facendoci morire dal ridere».
L’ex Gatto e Di Francesco avevano girato assieme film che oggi sono dei cult come, «Abbronzatissimi» e «Vado a vivere da solo re» ed era nel cast di «Sapore di mare 2». Calà lo aveva diretto anche nel suo film, «Odissea nell’ospizio» del 2019, in cui Di Francesco, nella pellicola, interpretava il direttore della casa di riposo in cui erano ospiti ante tempore I Gatti di Vicolo Miracoli. «Avevo voluto riunire i miei amici – racconta Calà -: è un film che ho fatto per amicizia e compagnia. Per un mese abbiamo vissuto in un agriturismo alle porte di Roma. La sera cenavamo assieme. Maurino era il fulcro delle nostre serate. Questo è l’ultimo ricordo che porto nel cuore di lui». Il deisiderio di Calà è che quell’ultimo film assieme «sia rispolverato, per omaggiare Maurino». Negli ultimi tempi Di Francesco «si era ritirato a vivere nella campagna toscana insieme alla moglie. Era sereno, dipingeva ed era molto bravo». La moglie è Antonella Palma di Fratianni che aveva sposato nel 1997, mentre dal primo matrimonio con l’attrice francese Pascale Reynaud, era nato il figlio Daniel.
Fatica a parlare Diego Abatantuono, che con Di Francesco ha condiviso i set più importanti nella prima parte della sua carriera. Solo per citarne alcuni, quelli di «Attila flagello di Dio», «I fichissimi», «Eccezzziunale veramente». «La nostra – afferma Abatantuono – è una lunghissima amicizia, ci siamo conosciuti 55 anni fa e siamo sempre rimasti in contatto. Provo un grosso dispiacere, la sua perdita è pesa tantissimo, come quando se ne va un fratello e inizi a provare il rimpianto… Ero legatissimo a lui e alla moglie». La notizia della sua morte ha colto di sorpresa anche Abatantuono. «Ci eravamo sentiti un mese fa – dice -. Stava bene, era allegro». Al Derby il cabaret li vedeva insieme nel Gruppo Repellente, ideato da Enzo Jannacci e Beppe Viola, assieme a Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Giorgio Porcaro. «Mi resta una caricatura che ci fece un amico al Derby – sono le parole di Abatantuono -: ci siamo io, Maurino, Porcaro, Faletti e si intravvedeva un altro amico. Di quel gruppo sono l’unico in vita, quindi è facile immaginare il mio stato d’animo». Un ricordo è arrivato sui social anche da parte di Francesco Oppini e Alba Parietti: «Eri un portento di simpatia, ma soprattutto una brava persona. Ci mancherai tantissimo».
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25 ottobre 2025 ( modifica il 25 ottobre 2025 | 16:56)
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