Dopo anni tra musica, tv e palcoscenici, Fiorello resta uno degli showman più amati d’Italia. Un mattatore instancabile capace di accendere ogni palco con la sua energia. Non stupisce, quindi, che in tanti abbiano sperato di rivederlo ancora una volta al Teatro Ariston, dopo i momenti indimenticabili vissuti accanto ad Amadeus nelle ultime edizioni.

Ma Fiorello, si sa, ha le idee chiarissime. E questa volta il suo è un  no senza esitazioni: niente Festival di Sanremo 2025.

Fiorello, il no al “Festival di Sanremo”: c’entra Amadeus

In molti lo avrebbero voluto di nuovo sul palco dell’Ariston, ma Fiorello ha scelto diversamente: niente ritorno al Festival della canzone italiana. Dopo averlo vissuto da protagonista assoluto tra gag memorabili e apparizioni dentro e fuori scena, lo showman ha deciso di fermarsi qui.

Del resto, quel palco lo ha calcato per cinque edizioni al fianco del suo amico fraterno Amadeus, con cui ha formato una delle coppie più amate dal pubblico. E proprio per rispetto a lui, come ha confessato da ospite al Festival dello Spettacolo, non se la sente di replicare l’esperienza con un altro conduttore:”Dopo cinque edizioni basta, non lo farei per rispetto ad Amadeus, io con un’altra persona non ci posso andare”.

Un’affermazione che profuma di lealtà e amicizia vera, senza nulla togliere a Carlo Conti, oggi alla guida della kermesse: “Conti è una persona straordinaria, lui stesso lo sa. Ma non sarebbe giusto, anche per chi lo guarda, vedermi sempre lì”.

E se è vero che con Fiorello “mai dire mai”, è lo stesso showman a mettere un punto con la sua inconfondibile ironia: “Con Sanremo mai direi mai, è vero, ma credo che ormai con l’alluce rigido e malanni vari… può bastare così”.

Fiorello, la visione sulla tv di oggi

Dopo aver spiegato perché non tornerà sul palco dell’Ariston, Fiorello ha allargato lo sguardo al mondo della televisione spiegando perché oggi sarebbe difficile prendere in mano i grandi varietà che un tempo riempivano le serate degli italiani.

“I varietà? Pensate a farlo oggi un varietà che dura tre ore… a che ora lo dovrei iniziare, alle 23? Finirebbe alle sei del mattino. Una volta alle 20.30 annunciavano il programma e noi già partivamo. Non è una critica mia ma ogni cosa è figlia del suo tempo e oggi è questo, all’epoca andava bene così, oggi va bene così”.

Parole che non suonano come nostalgia, ma come il riconoscimento di una realtà: i ritmi sono cambiati, e il pubblico pure. “Se adesso la prima serata slitta e ci sono milioni di persone che stanno lo stesso davanti alla televisione a vedere Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna allora va bene così. Significa che la gente è soddisfatta, altrimenti cambierebbe canale. Certo, ci sta che qualcuno dica ‘voglio fare la seconda serata ma è troppo tardi’ ma oggi è così e bisogna accettarlo”.

Fiorello non parla di addii, piuttosto di scelte. Non sarà più il tempo dei lunghi varietà o delle maratone sul palco dell’Ariston, ma resta lo spazio per nuovi progetti, magari diversi, sempre con la sua energia inconfondibile.