«Il cinema ha ancora la possibilità di raccontare la complessità. L’idea che questa sceneggiatura entrasse in un modo non manicheo in certi temi, mi sembrava interessante. Volevamo raccontare una molteplicità di punti di vista». Stefano Accorsi spiega cosa l’ha attratto de “La lezione”, film di Stefano Mordini nelle sale dal 5 marzo 2026 dopo il passaggio alla Festa del Cinema. La storia di una giovane avvocatessa, Elisabetta (Matilda De Angelis) che, dopo aver difeso con successo dall’accusa di violenza sessuale un professore universitario (Accorsi), viene ricontattata da lui per intentare una causa contro l’università che, pur avendolo reintegrato, lo relega a un ruolo marginale. In quello stesso momento si insinua in lei il dubbio che il suo ex, violento e ossessionato tanto da essere stato condannato per stalking, abbia ripreso a perseguitarla.








«È importante che appaia anche come una donna molto forte e strutturata.

Proprio per non dare l’idea che sia una sorta di vittima predestinata o che esista un certo tipo di persone più inclini a farsi manipolare», spiega l’attrice.

«Volevamo togliere quel preconcetto che debba avere un certo tipo di caratteristiche per essere considerata, in parte, responsabile di ciò che le accade. Non lo è mai. Queste cose accadono perché c’è una cultura che permea questo tipo di meccanismi. Dobbiamo sforzarci di uscire dal nostro sistema di pensiero tale per cui una cosa così a noi non accadrebbe mai. Non è vero. C’è un dubbio che è giusto sorga in ognuno di noi». «Quello che colpisce è la solitudine intorno alla vittima, il manipolatore fa di tutto per isolarla, renderla fragile, farla dubitare anche di se stessa», gli fa eco l’attore. «È facile giudicare dall’esterno certe situazioni e avere pregiudizi. Ma questo film racconta la difficoltà dell’essere dentro una situazione del genere».  




Ultimo aggiornamento: giovedì 23 ottobre 2025, 05:00





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