di
Valeria Costantini

Andrea Bellucci chiede giustizia: «Mia figlia era un vulcano, abbiamo scoperto da soli che era morta, nessuno ci ha avvisati». Il conducente della Bmw negativo ai test su alcol e droga

«Chiedo solo che ci sia giustizia per Bea e per tutti quelli a cui può succedere una cosa del genere. Che ci sia una pena esemplare. L’ho detto al ministro Matteo Salvini, che mi ha chiamato, e lo dirò al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, con cui parlerò tra poco». Andrea Bellucci si sforza di parlare «perché lei era talmente bella che è bello poter parlare di lei». Nonostante lo strazio nel cuore, il papà della ventenne rimasta uccisa venerdì sera sulla Cristoforo Colombo, ci tiene a raccontare chi era sua figlia, studentessa in Giurisprudenza, con tante ambizioni, passioni e progetti che ora non si realizzeranno.

Che ragazza era Beatrice?
«Mia figlia era un vulcano, era il sole, una bella persona, e si vede da tutto quello che sta succedendo, dal mare di solidarietà e commozione che ci circonda. Oggi fanno un minuto di silenzio su tutti i campi da pallavolo di serie A (un’iniziativa che commuove Andrea per qualche secondo, la voce si incrina, nda). Ieri il messaggio della As Roma, della squadra di pallavolo, se fosse stata una brutta persona non ci sarebbe tutto ciò… Era solare, bella pulita. Assolutamente non poteva essere coinvolta nelle gare, sono state sballottate e sbattute addosso a un albero, due brave ragazze che se ne andavano a cena, senza bere, né fumare, mai avuto un vizio». 



















































Cosa ricorda di venerdì sera? Come l’avete saputo? 
«Ero a cena con mia moglie. Bea quando usciva ci aggiornava di continuo. Ci scriveva siamo arrivate, stiamo parcheggiando, ogni cosa. Quando abbiamo visto che dalle 21.48 whatsapp era completamente fermo, abbiamo capito che c’era qualcosa di strano, mia moglie continuava a ripetere che era strano…»

Come avete scoperto dell’incidente? 
«Siamo dovuti andare a cercare noi di capire, da chi passava e diceva che c’era stato un incidente. L’ospedale ancora non ci aveva chiamato, è stata una cosa abbastanza assurda. A mezzanotte e mezza passate alla fine noi siamo arrivati lì al San Giovanni, solo perché prima mio figlio ha cercato le tracce su Icloud, ha trovato dove stava il telefono di Beatrice, che era sulla laterale della Colombo da tempo. Abbiamo dovuto fare 140mila telefonate per capire. Nessuno ci ha chiamato, nessuno ci ha detto che era ricoverata».

Andrea non riesce a rispondere a parole alla domanda se abbiano scoperto del decesso della figlia solo in ospedale. Quel momento in cui scopri che ogni speranza è cenere, che la corsa non serviva, che non puoi fare più nulla. Quel momento che nessun genitore può accettare. 
Solo silenzio, un cenno, sofferto, del capo. 
Alla villetta dell’Infernetto dove Andrea parla a nome della figlia, arrivano anche i genitori di Silvia, l’amica che era in macchina con Beatrice. «E’ stazionaria nostra figlia, ma i medici non possono sciogliere la prognosi per ora» aggiornano tutti, abbracciando con calore Andrea, prima di entrare in casa. Un viavai continuo di amici e familiari.

Bea era amatissima, si capisce, voleva diventare avvocato?
«Bea ti portava la luce, la vita. Le piaceva tantissimo legge, anche venerdì mattina era stata all’università Roma Tre per un convegno. Voleva diventare avvocato societario, le piacevano le fusioni. Era una ragazza pulita, le piacevano le cose firmate, belle, io sono Beba Kardashian diceva, per noi era Beba o Bibbi. Mai vedeva il lato negativo delle cose, mai si lamentava.
Era un vulcano mi, era il sole se passava qua adesso si notava. Siamo preoccupato per Federico, avevano un rapporto speciale, erano legatissimi, lei era più piccola ma lo consigliava, si vedevano di continuo, unitissimi, sarà dura per lui».

«Quei ragazzi devono pagare»

Eravate andati in vacanza insieme?
«Si in Sardegna questa estate, prima era andata con le amiche a Portorotondo, organizzava tutto lei, viaggi, ncc. Per fortuna siamo andati tutti e quattro insieme, ci siamo divertiti tantissimo…».
Sull’incidente che idea si è fatto?
«Non voglio sentire nulla della dinamica, ci sono già gli avvocati. Lei nemmeno guidava. Devono pagare, lo so sono ragazzi pure loro, ma potevano avere pure un attimo di coscienza alle 21.30 di sera. Poi gli incidenti capitano, ma così no. Bea non ha avuto scampo, o appelli. 
Cosa vorrebbe dire a chi è coinvolto?
«Pensate che avete rovinato una famiglia, ma soprattutto una ragazza che poteva fare tutto, aveva le caratteristiche per fare qualunque cosa, non le mancava nulla. Voleva iniziare anche con la politica, veniamo da una famiglia storica del territorio. Stiamo pensando a dedicarle una fondazione, questo sì, così ce la teniamo vicina, vedremo».  
Cosa dirà al sindaco? Chiede più sicurezza sulle strade?
«Come ho detto al ministro Salvini che mi ha chiamato, ci vogliono pene severe, giuste. Al sindaco dirò lo stesso. Ma se vai a 200 all’ora sulla Colombo che vuoi fare? Come glielo impedisci? Lì ci vuole la coscienza, se sfrecci a quelle velocità che ci puoi fare? Quella è una strada da Formula 1. Una dinamica assurda». 

Intanto, continuano le indagini. Il conducente della Bmw che ha travolto le due giovani è risultato negativo ai test su alcol e droga. E gli agenti della Polizia Locale, coordinati dai pm della procura di Roma che procedono per omicidio stradale, hanno sequestrato un secondo cellulare trovato nell’auto e che appartiene al passeggero della Bmw. Quello del guidatore era già stato sottoposto a sequestro ieri.


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26 ottobre 2025 ( modifica il 26 ottobre 2025 | 19:22)