di
Monica Ricci Sargentini
I cittadini di Longboat Key, una piccola isola nel sud dello Stato, pensano che sia più importante occuparsi dei danni causati dai tre uragani dello scorso anno
Amano l’America e anche Donald Trump ma i cittadini di Longboat Key, una piccola isola di 7,400 abitanti nella parte sud della Florida, non ne vogliono sapere di cambiare il nome della strada principale che attraversa la città. Per 68 anni l’hanno chiamata Gulf of Mexico Drive, viale del Golfo del Messico. E per l’83% della popolazione deve rimanere così.
Qualche giorno fa la questione è stata esaminata dal consiglio comunale che alla fine ha deciso di bocciare la nuova denominazione: Gulf of America Drive, viale del Golfo d’America. Così il presidente Donald Trump, all’inizio del suo secondo mandato, aveva deciso di ribattezzare il Golfo del Messico: «Golfo d’America è un nome meraviglioso ed è appropriato» aveva detto il 20 gennaio firmando l’ordine esecutivo. Il governatore della Florida Ron De Santis, repubblicano, non ci aveva pensato due volte e ad aprile aveva firmato la legge votata dal Parlamento dello Stato per rinominare il Golfo del Messico in Golfo d’America «in tutti gli Statuti della Florida e nel governo statale».
Ma alla città di Longboat questo non importa. «Alcuni abitanti vivono qui da 40-50 anni ed è una tradizione che si è sempre mantenuta così» ha spiegato al Washington Post il sindaco della città Howard Tipton nel comunicare l’esito del voto. «Un altro motivo è che è un po’ complicato modificare i documenti».
In verità la gente di Longboat ha problemi più seri da affrontare. Lo scorso anno l’isola è stata colpita da ben tre uragani, molte case sono state invase dall’acqua. «Per una piccola comunità, è stato un duro colpo. Ci sono ancora molte persone che non sono più al loro posto, o che non ci sono più», ha detto Tipton al Washington Post. «In molti ci hanno detto che questo sarebbe stato solo un altro problema da aggiungere a un mucchio di altre cose che stanno cercando di affrontare».
La città vanta una forte maggioranza conservatrice, ha una popolazione benestante con un reddito medio che si aggira sui 140mila dollari l’anno. Nonostante ciò l’idea di cambiare nome al viale lungo 16 chilometri che attraversa la città è sembrata a quasi tutti un capriccio o meglio una stravaganza. Il nome Golfo del Messico è in vigore dal 1550 e deriva dal termine Mexica, che in lingua nahuatl indicava gli Aztechi.
Quelli che volevano seguire i dettami di Trump non l’hanno presa bene e, in un incontro pubblico, hanno accusato gli altri di odiare l’America. Per tutti ha risposto loro la consigliera comunale B.J. Bishop: «Io e mio marito – ha detto – abbiamo perso la casa nell’uragano più di 12 mesi fa. Viviamo in un monolocale sopra un garage ma sono qui a parlare di un cambio di nome lungo la strada. Per le persone che sono entrate in questa stanza e ci hanno accusato di “odiare l’America”, io ho trascorso la mia vita al servizio dello Stato».
26 ottobre 2025 ( modifica il 26 ottobre 2025 | 18:47)
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