Dopo mesi di discussioni e di ipotesi, le novità previdenziali per il 2026 sembrano, al momento, essere davvero limitate. La misura della quale più si è parlato (l’adeguamento dei requisiti pensionistici nel 2027) sembra essere attualmente l’unica (piccola) novità sul fronte delle regole per andare in pensione. L’aumento dei requisiti, inizialmente previsto in tre mesi nel 2027, verrà suddiviso in due parti: nel 2027 i requisiti saliranno di un mese, mentre nel 2028 si salirà di altri due mesi. Solamente i lavori usuranti (ad esempio operatori notturni e catene di montaggio) e gravosi (ad esempio facchini, operai edili, personale sanitario turnista o maestre d’asilo) dovrebbero essere esclusi dall’aumento.  Ma perché i requisiti devono salire nel corso del tempo? Semplice: per garantire la sostenibilità del nostro sistema pensionistico. Se infatti si allunga l’attesa di vita, al fine di erogare le pensioni per lo stesso numero di anni, si sposta in avanti l’età di pensionamento. Il «rischio buono» di vivere a lungo viene preso in carico dalle lavoratrici e dai lavoratori, che devono lavorare più a lungo. 
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27 ottobre – 07:10
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