di
Simona Marchetti
Come confermato dalla sua storica etichetta ECM al “Guardian”, la leggenda della musica fusion è scomparsa all’età di 83 anni, ma le cause della morte non sono state rese note
Si chiude un’epoca per il jazz contemporaneo: all’età di 83 anni se ne va Jack DeJohnette, uno dei più influenti batteristi jazz del Novecento. La notizia della scomparsa, riportata da “Clash Music” inizialmente come indiscrezione, è stata successivamente confermata al “Guardian” dalla sua storica etichetta ECM, ma la causa della morte non è stata resa nota. Nato a Chicago il 9 agosto 1942, DeJohnette ha saputo fondere il R&B con le sperimentazioni dell’avant-garde, cosa che ne ha fatto uno dei protagonisti del genere fusion. Chiamato da Miles Davis a sostituire Tony Williams nella sua band, è stato il batterista principale dell’album “Bitches Brew” che ha ridefinito il jazz e aperto la strada alla contaminazione con rock e psichedelia.
Nei tre anni passati accanto a Davis ha conosciuto Keith Jarrett, diventandone – con il contrabbassista Gary Peacock – un membro stabile del suo leggendario trio dal 1983 e ha collaborato inoltre con Chick Corea e John McLaughlin. Tra i suoi lavori più personali, “Music For The Fifth World”, ispirato alle sue radici Crow e Seminole, e inciso con il contributo di anziani nativi americani. Definito da “Jazz Dispensary” «un vero stregone del ritmo», in carriera DeJohnette ha vinto due Grammy e ottenuto cinque nomination.
27 ottobre 2025 ( modifica il 27 ottobre 2025 | 16:15)
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