di
Dimitri Canello

Le scuse ufficiali della casa editrice Mondadori: «Mancano tre pagine tra il capitolo 8 e il capitolo 9. Si tratta di un errore umano di cui siamo gli unici responsabili».

È partito tutto da un capitolo mancante di un libro appena uscito e la rabbia di Mauro Corona è esplosa. Una rabbia vera, ruvida, montanara. Martedì 21 ottobre è uscito per Mondadori il suo nuovo romanzo «I sentieri degli aghi di pino», ma il libro — come denuncia lo stesso autore — è arrivato sugli scaffali mutilato. Monco. Incompleto: «Manca un intero capitolo a pagina 106». Da lì, la furia. 

La protesta di Corona sui social

Corona non le manda a dire e sui social travolge tutto e tutti con un post in cui ha impedito agli utenti di commentare: «Non vi dico il mio stato d’animo, vi spaventerebbe. Esigo che la casa editrice rimedi a tale madornale, scandaloso errore e ristampi il testo con tutti i capitoli. Rifonda altresì coloro che hanno comprato un libro mutilato». Parole dure, scandite come colpi di piccone, che svelano la delusione profonda di uno scrittore che da sempre difende con le unghie la dignità del proprio lavoro. Il caso scoppia sui social nel giro di poche ore. Centinaia di condivisioni, commenti sul suo post come spiegato nessuno perché non si poteva, ma la rabbia dei suoi fan manifestata direttamente a Mondadori. Corona — che da sempre parla direttamente ai suoi lettori, senza filtri e senza diplomazia — non si limita a esprimere amarezza: pretende rispetto. Per sé, per il suo pubblico e per il libro, frutto di mesi di scrittura sui quaderni consumati dal tempo, come è nel suo stile artigianale. «Rinnovo le mie scuse ai lettori», scrive ancora, ma dietro quelle parole si sente la frustrazione di chi non accetta compromessi. A distanza di 24 ore dal quel durissimo sfogo, Corona lascia squillare a vuoto il cellulare. Per adesso basta così, non ci sono altri affondi, né altri attacchi.



















































La replica di Mondadori

La replica di Mondadori arriva con tono istituzionale, quasi impacciato. «Ci siamo accorti di un errore — comunica la casa editrice — mancano tre pagine tra il capitolo 8 e il capitolo 9. Sono saltate durante la composizione del file a partire dai quaderni di Mauro. Si tratta di un errore umano di cui siamo gli unici responsabili». Un’ammissione doverosa, certo, ma insufficiente a placare l’indignazione di chi ha speso soldi e fiducia per acquistare un libro incompleto. Mondadori promette ristampe e rimborsi, ma il danno ormai è fatto.
Corona non è tipo da lasciar correre. Non appartiene alla categoria degli autori che sorridono davanti all’errore per salvare le apparenze. È un uomo che viene dalla montagna, e la montagna non perdona le distrazioni. Per lui i libri non sono prodotti, sono creature. E vederne uno pubblicato monco equivale a un tradimento: «Mi spaventa — ha confidato più volte — la leggerezza con cui si lavora oggi. Io ho bisogno di mani, di carta, di legno. Non di file che si perdono in una macchina».

La vita di Corona nella sua Erto

Intanto «I sentieri degli aghi di pino» è già diventato un piccolo caso editoriale. Un romanzo che doveva essere l’ennesimo capitolo del legame tra l’autore di Erto e i suoi lettori si è trasformato in una storia di orgoglio ferito. Eppure, paradossalmente, proprio questa frattura sembra aver rinsaldato il rapporto tra Corona e il suo pubblico, che lo difende e lo comprende. Perché in un mondo editoriale spesso patinato, lui resta, spigoloso, imprevedibile. Vero e senza censure. Solo pochi giorni fa, in un’intervista rilasciata a margine dell’uscita del libro, Corona aveva detto: «Mi commuovono le piccole cose, una vecchia di Erto che pianta i fagioli, una nevicata. Non voglio fare il poeta decadente, ma sono queste le radici di tutto». È la stessa voce che oggi, ferita e arrabbiata, chiede rispetto per il lavoro e per la parola scritta.


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28 ottobre 2025 ( modifica il 28 ottobre 2025 | 18:28)