I margini di miglioramento di Tadej Pogacar? Un argomento che, solo a pensarci, fa paura. E in effetti lo faceva anche qualche anno fa quando il campione era ancora più giovane e la battuta che girava, con un po’ di preoccupazione era: “se è così giovane avrà ancora margini di miglioramento?”. In effetti è quello che è puntualmente accaduto. La cronaca ce ne racconta gesta e successi.
Però, qualche anno fa, era montata una polemica anche per una battuta che venne fuori in un podcast che vedeva protagonista Tom Boonen. Ne avevamo parlato, a suo tempo, qui, e l’ex campione belga poneva l’accento sui margini di miglioramento che avrebbe avuto Tadej Pogacar con una bicicletta più aerodinamica della V4Rs di Colnago che utilizzava allora.
Ne seguirono polemiche inevitabili, ovviamente in casa Colnago la cosa diede parecchio fastidio, fino a invitare lo stesso Boonen a farsi una pedalata con una bicicletta preparata per lui. Insieme a Boonen pose le stesse perplessità anche Dirk de Wolf, altro fortissimo corridore belga di un po’ di anni fa.
Forse avevano ragione i due ex corridori belgi?
Tom Boonen alla Parigi Roubaix del 2005
Oggi, le evoluzioni introdotte da Colnago non solo ribaltano quelle opinioni, ma offrono anche una chiave per comprendere la progressione del corridore della UAE Team Emirates.
Dai dubbi alle critiche pubbliche
Le parole di Boonen, pronunciate nel podcast fiammingo Wielerclub Wattage, fecero rumore: secondo lui, Colnago non era ancora all’altezza dei grandi marchi in termini di aerodinamica e sviluppo. Il belga aveva definito le bici del marchio di Cambiago “old-school”, sostenendo che “non avessero ancora padroneggiato l’aerodinamica”.
Dirk De Wolf aveva rincarato la dose, affermando che se Pogacar avesse corso su una bici di squadre come Jumbo-Visma (Cervélo), Ineos Grenadiers (Pinarello) o Soudal-QuickStep (Specialized), gli avversari “non avrebbero avuto alcuna possibilità”. Boonen aveva quantificato la differenza in circa due chilometri orari a parità di potenza.
Le dichiarazioni suscitarono la reazione diretta di Colnago, che invitò pubblicamente Boonen e De Wolf a testare le proprie bici, aprendo così un dialogo sul ruolo reale della tecnologia nella performance di un campione.
La risposta: nasce la Y1Rs
In realtà, avremmo scoperto più tardi, Colnago stava già lavorando su una soluzione molto più aerodinamica che sarebbe stata destinata a colmare ogni distanza: la Y1Rs, concepita come evoluzione aero della V4Rs, la bici con cui Pogacar ha dominato gli ultimi anni.
Il progetto è nato nel 2022, in concomitanza con la modifica del regolamento UCI che ha eliminato il vincolo 3:1 tra spessore e profondità dei tubi. La nuova norma, che consente rapporti fino a 8:1, ha aperto la strada a un design più radicale e snello, riducendo la superficie frontale e aumentando la penetrazione aerodinamica.
Secondo i test interni, la Y1Rs garantirebbe un risparmio di circa 20 watt a 50 km/h rispetto alla V4Rs. Un dato che, in termini di velocità di gara, equivale a diversi metri di vantaggio a ogni chilometro.
Le innovazioni tecniche
La Y1Rs non rappresenta solo un aggiornamento estetico ma un salto concettuale.
Il telaio adotta forme più affilate, con un nodo sella ridisegnato, una forcella a doppia piastra e un manubrio integrato a basso profilo, soluzioni che riducono del 19 per cento la superficie frontale esposta all’aria rispetto al modello precedente.
Non ha scelto subito la nuova bicicletta, ma poi Pogacar ha optato per la Y1Rs anche nelle gare con tanta salita. Vale anche per i suoi compagni di squadra (vedere foto d’apertura).
Oltre alla tradizionale galleria del vento e alle simulazioni CFD, Colnago ha introdotto il pressure mapping: una tecnologia che utilizza fino a 70 punti di pressione distribuiti sulle zone chiave del telaio per analizzare il comportamento dell’aria. Ciò permette una precisione di calcolo superiore, con un margine d’errore inferiore al 15%, quasi la metà rispetto ai metodi convenzionali.
L’obiettivo, tuttavia, non era solo la velocità pura. Colnago ha lavorato per mantenere un elevato comfort aerodinamico, fattore cruciale nelle fughe e nelle fasi in solitaria. Il reggisella molto inclinato — circa 65 gradi — consente una maggiore deformazione verticale, aumentando la stabilità e riducendo l’affaticamento. Una scelta che consente a Pogacar di restare più a lungo in posizione compatta, senza penalizzare l’efficienza dello sprint.
Dalla prestazione fisica a quella tecnologica
Il 2023 ha segnato un punto di svolta anche per il corridore sloveno. In poche settimane Pogacar aveva già vinto quattro gare su nove giorni di corsa, un rendimento che testimonia un mix di maturità atletica e ottimizzazione meccanica.
Il nuovo assetto tecnico sembra aver fornito un contributo concreto: il miglioramento aerodinamico, la rigidità selettiva e il comfort controllato si traducono in una maggiore efficienza complessiva. Se il talento naturale di Pogacar resta il primo motore delle sue vittorie, l’evoluzione tecnica delle sue bici ha dimostrato di essere al suo passo.
La replica dei fatti
L’evoluzione di Colnago e la continuità di risultati di Pogacar sono la miglior risposta alle perplessità di Boonen e De Wolf. Da marchio definito “old-school”, Colnago è passata a rappresentare un punto di riferimento nella nuova generazione di biciclette aerodinamiche.
Il dibattito tra talento e tecnologia resta aperto, ma la combinazione dei due elementi sembra oggi definire il dominio di Pogacar. In una stagione in cui ogni watt conta, la Y1Rs appare come la sintesi perfetta tra potenza umana e precisione ingegneristica: il segno di un’evoluzione che, questa volta, ha convinto anche gli scettici.