Milano – I campi da golf impattano sull’ambiente, in particolare in una regione come la Lombardia dove si concentra il maggior numero in Italia. Nel rapporto sull’Ambiente nazionale di Ispra un focus è dedicato anche alle infrastrutture legate al turismo, come porti e, appunto, campi da golf, elementi chiave per attrarre visitatori nazionali e internazionali. Per quanto riguarda i campi da golf, il loro ruolo è duplice: da un lato costituiscono un’attrazione turistica, dall’altro comportano un elevato consumo di risorse naturali.

Come spiega Ispra, infatti, il fabbisogno idrico per la cura dei greens, insieme all’impiego intensivo di pesticidi, determina una delle principali problematiche ambientali. La crescente popolarità del movimento golfistico in Italia ha portato a un aumento del numero di campi, che raggiunge i 367 nel 2022, di cui circa 70 in Lombardia.

“Tale espansione, però, esercita ulteriori pressioni su risorse già limitate – si legge nel rapporto – in particolare nelle aree a rischio di desertificazione. Il quadro normativo europeo e nazionale, orientato alla sostenibilità, sta gradualmente contribuendo a indirizzare il settore turistico verso pratiche più rispettose dell’ambiente. Ciò nonostante, l’attuale tendenza all’ampliamento delle infrastrutture turistiche e le modalità con cui esse vengono gestite evidenziano ancora ampi margini di miglioramento. L’adozione di tecnologie pulite e il passaggio a pratiche gestionali più sostenibili sono oggi una necessità imprescindibile. La diffusione delle certificazioni ambientali, come dimostra l’incremento dei campi che adottano la certificazione GEO11, segna un passo incoraggiante ma non ancora sufficiente a compensare l’impatto ambientale complessivo di queste strutture”. È quindi urgente rivedere le pratiche attuali, allineandole agli obiettivi di sostenibilità globale. “Per mitigare l’impatto ambientale di porti turistici e campi da golf, risulta opportuno esplorare approcci che bilancino sviluppo e conservazione ambientale”.