No a tirare in ballo la salute per fini politici. È la sintesi del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure dopo il focolaio di tubercolosi individuato presso il centro Neruda.
«Responsabilità e trasparenza»
La salute pubblica è un tema che va affrontato con responsabilità, trasparenza e rispetto delle persone coinvolte, «non con toni allarmistici o strumentalizzazioni politiche che nulla aiutano la comprensione e la prevenzione», è l’incipit. E ancora: «Quando emergono casi di malattia, il compito delle istituzioni e dei servizi è quello di informare correttamente la popolazione, non di alimentare paure o pregiudizi».
Centro Neruda come spazio sociale
«Il Centro Neruda, che diversi membri del nostro Comitato frequentano come volontari, è uno spazio sociale della città che ha permesso a tante persone e famiglie di trovare una casa e una rete di sostegno – prosegue il Comitato –. Nel recente caso di tubercolosi, è probabile che proprio la vita comunitaria all’interno del Neruda, e il fatto che la paziente vivesse insieme alla propria famiglia in un contesto organizzato, abbia consentito una diagnosi più tempestiva e una gestione più efficace della situazione».
Collaborazione e fiducia
Tutte le famiglie residenti nel centro hanno collaborato con piena disponibilità ai controlli sanitari: «Questo è verosimilmente stato possibile grazie al clima di fiducia costruito nel tempo all’interno del Neruda».
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Denuncia delle criticità strutturali
«Come Comitato, non possiamo però ignorare le cause strutturali che rendono difficoltoso il lavoro di prevenzione. La carenza di personale medico e infermieristico, che da anni affligge la sanità pubblica piemontese, si ripercuote anche sui servizi territoriali e di prevenzione, proprio quelli che dovrebbero garantire il primo intervento nei casi di rischio sanitario. È necessario rafforzare e finanziare questi servizi, con progetti mirati soprattutto alle fasce sociali più fragili, dove il rischio di esclusione è maggiore».
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«Screening gratuiti e inclusivi»
Da ultimo, si precisa: «Crediamo sia indispensabile reintrodurre programmi di screening gratuiti e ad accesso libero per le malattie infettive trasmissibili, in particolare per la tubercolosi, nonché una automatica ed informatizzata ricostruzione dei contatti, strumenti fondamentali per una vera prevenzione e per una tutela della salute che sia davvero universale e inclusiva».
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