di
Beatrice Branca
Gli sms della vittima al killer Douglas Reis Pedroso: «Sono tutta ferita, non riesco a deglutire la saliva e sono piena di ematomi»
«Sono tutta ferita per colpa tua, non riesco a deglutire la saliva, non voglio far fronte a questo, sono piena di ematomi». Dopo l’ennesimo pestaggio Jessica Stappazzollo chiedeva così pietà al suo compagno Douglas Reis Pedroso.
Le denunce
Il 41enne, come lei di origine brasiliana e con cui aveva una relazione da due anni, l’ha massacrata a soli 33 anni nella loro abitazione a Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona, tra domenica e lunedì. Un uomo violento che in rubrica Jessica aveva salvato come «amore della mia vita» e che lei stessa aveva più volte denunciato per le botte e i soprusi cui la sottoponeva. A mostrare quelle chat di WhatsApp è stata mercoledì la sorella Laiza ospite del programma Ore 14 su Rai 2: «Mi scriveva che la picchiava per educarla, come se fosse un cane, come se non fosse niente».
Le coltellate al collo, al torace e al volto
Pedroso è accusato anche di violenza sessuale nei confronti di Laiza per l’aggressione dello scorso 28 dicembre. «Non avevo passato il Natale con lei perché lui non la lasciava — ha raccontato in tv —. Ero andata a trovarla. Lui aveva bevuto un po’ troppo e si era drogato. Ha cercato di togliermi la felpa senza riuscirci. Sono scappata, ma mi sono ritrovata in una stanzina con lui dove cercava di afferrarmi in tutti i modi. Grazie al mio ragazzo sono potuta fuggire». Stando a una prima ricostruzione, l’assassino si sarebbe accanito su Jessica con decine di coltellate a collo, torace e volto. A chiarire con maggiore precisione il tempo della morte e il numero di colpi inflitti sarà l’autopsia disposta dal sostituto procuratore Maria Federica Ormanni. Non è ancora stato trovato invece il braccialetto elettronico che Pedroso indossava: l’ipotesi è che se lo sia strappato di dosso dopo il delitto quando aveva inizialmente tentato la fuga, salvo poi chiamare i carabinieri dicendo di volersi suicidare.
I precedenti
L’uomo è indagato per omicidio volontario con l’aggravante di aver agito in «stato di ubriachezza abituale e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti», violando la misura del divieto di avvicinamento. Da due giorni si trova nella Casa Circondariale di Montorio a Verona e venerdì si terrà l’interrogatorio di garanzia. «È sotto choc — dice il suo avvocato Adrian Hila —. Prima era indagato per maltrattamenti e violenza sessuale. Le indagini erano state chiuse e stavamo cercando di mediare con le vittime per i risarcimenti». Una di quelle vittime, Jessica, però non c’è più. Douglas era stato arrestato lo scorso 21 aprile per aver pestato Jessica in modo più brutale del solito, per altro davanti ai due figli della donna. Era stato scarcerato e gli era stato fatto indossare il braccialetto. A Jessica era stato consegnato il dispositivo per allertare i carabinieri, ma lei lo aveva lasciato nel garage della madre ed era tornata a vivere con il suo carnefice.
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29 ottobre 2025
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