Chiara Ferragni ha corrisposto 500 euro ad Adriana, pensionata di 76 anni residente ad Avellino, unica consumatrice a costituirsi parte civile nel processo per truffa aggravata relativo alla vendita dei pandori Pink Christmas e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi.

L’accordo, raggiunto fuori dall’aula tramite trattativa extragiudiziale tra gli avvocati delle parti – Giulia Cenciarelli e Mario di Salvia per la pensionata, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana per l’influencer – sancisce la revoca dell’istanza di costituzione di parte civile.

La signora Adriana, perciò, si ritirerà formalmente dalla vicenda dopo aver ottenuto la somma che aveva richiesto.

L’origine della vicenda: i pandori Pink Christmas e le aspettative benefiche

La vicenda ha avuto origine dall’acquisto, da parte della pensionata, di circa dieci pandori rosa Balocco recanti il marchio Ferragni, venduti a 9,37 euro l’uno, rispetto al prezzo originario di 3,68.

Il contenzioso non riguardava soltanto la differenza di prezzo, ma anche l’aspettativa, suscettibile di delusione, che parte del ricavato fosse destinata in beneficenza al reparto pediatrico dell’Ospedale Regina Margherita di Torino.

Le donazioni effettive, tuttavia, erano state effettuate dalla sola azienda Balocco mesi prima dell’iniziativa, indipendentemente dalle vendite.

I soggetti coinvolti: influencer, collaboratori e aziende dolciarie

Oltre all’influencer, il procedimento coinvolge Fabio Damato, ex collaboratore, e l’azienda dolciaria Cerealitalia.

La Balocco, inizialmente citata come parte civile, era stata successivamente depennata dopo la morte della presidente Alessandra Balocco.

Il processo a Milano: le prossime tappe in tribunale

Il Tribunale di Milano, sezione terza penale, presieduto dal giudice Ilio Mannucci Pacini, ha fissato la prossima udienza predibattimentale per il 4 novembre.

In quell’occasione saranno esaminate le altre istanze di parte civile – due associazioni di consumatori – e sarà discussa l’eventuale ammissione di riti alternativi.

Il processo con rito abbreviato prevede già udienze il 25 novembre e il 19 dicembre, con sentenza attesa per gennaio 2026.

Pandoro, costume e giustizia: una vicenda emblematica

La vicenda, da molti letta come episodio di costume più che di cronaca, si chiude, almeno per ora, con la soddisfazione di una sola parte civile.

Ma, come spesso accade quando le carte giudiziarie si mescolano con il marketing, la lezione più chiara è forse quella della pazienza: la giustizia, anche nel piccolo caso di un pandoro, procede con lentezza, senza fretta di compiacere nessuno.