di
Riccardo Bruno

La scoperta di una studentessa che ha presentato una denuncia alla Polizia. Durante la perquisizione trovate decine di mezzi di ripresa in una dozzina di appartamenti. L’uomo era anche in possesso di 80 mila euro in contanti

Un flash dietro lo specchio del bagno, un bagliore anomalo che ha insospettito una ragazza. Quando ha cercato di capire cosa poteva essere, ha scoperto una micro-telecamera con un trasmettitore wireless. Qualcuno li aveva piazzati di nascosto per riprenderla. Così lunedì mattina, ancora sotto choc come testimoniano gli agenti, ha presentato una denuncia.

La Polizia, su autorizzazione del magistrato di turno, ha subito perquisito l’appartamento dove vive in affitto la ragazza, nella periferia ovest dell’Aquila, e quello del proprietario, non solo trovando conferma dei sospetti della ragazza ma scoprendo che l’uomo, un 56enne del posto, avrebbe messo le telecamere in tutti gli altri appartamenti di sua proprietà del condominio, circa una dozzina.



















































In una nota la Questura indica che sono stati raccolti «schiaccianti elementi probatori». In particolare, gli agenti hanno trovato che «sul cellulare dell’uomo risultava installata un’applicazione che gli permetteva di gestire e visualizzare le telecamere installate nel bagno della ragazza e di numerose altre telecamere».

Nel corso della perquisizione estesa a tutto lo stabile, sono state sequestrate decine di micro telecamere nascoste nei bagni (una perfino all’interno di una lavatrice opportunamente forata), altre ancora imballate sono state trovate invece nell’abitazione, nel garage e nell’auto del proprietario. Il quale era in possesso anche di un’ingente somma di denaro in contanti, ottantamila euro, che la Polizia sospetta sia il frutto di «attività illecite».
L’uomo è stato denunciato per il reato di interferenza illecita nella vita privata, ma non viene escluso che con il prosieguo delle indagini la sua posizione possa aggravarsi.

Gli appartamenti, a quanto risulta affittati con regolari contratti, sono occupati da studenti, famiglie e anche allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza. Le indagini in corso puntano adesso soprattutto a verificare se e come sono state utilizzate le immagini carpite illegalmente e se l’uomo lo abbia fatto anche in passato.

30 ottobre 2025 ( modifica il 30 ottobre 2025 | 13:43)