di
Giacomo Candoni

Sulla scelta del tennista altoatesino sono intervenuti giornalisti, ex giocatori e i vertici federali. Lui da Parigi, dove può tornare numero uno, ribadisce che non farà passi indietro

Dal mondo della politica a quello dello spettacolo, nelle scorse settimane in molti hanno detto la loro sul rifiuto di Jannik Sinner di partecipare alla Coppa Davis, la massima competizione tennistica dedicata alle squadre nazionali. Tre gli schieramenti principali. Alcuni l’hanno difeso a spada tratta, altri l’hanno attaccato senza mezze misure e altri ancora si sono dimostrati più bilanciati, rimanendo delusi dalla decisione, rispettando però la sua scelta.

I protagonisti del ’76

In quest’ultima fazione rientra Adriano Panatta, che vinse il trofeo nel 1976: «Io alla Davis non avrei mai rinunciato», aveva affermato. Un’iniziale presa di posizione netta, ammorbidita però dall’analisi del contesto in cui giocava, ben diverso da quello attuale: «Al tempo la Coppa era una delle priorità che si contavano sulle dita di una mano». Adesso infatti il calendario è sempre più fitto e la Davis ha perso il fascino di un tempo, anche a causa di un montepremi minore rispetto a quello di altri tornei. «Mi dispiace – ha concluso Panatta – fossi stato in lui forse uno sforzo l’avrei fatto, ma non posso dargli torto quando dice che la priorità è cominciare bene il 2026». Capitano non giocatore della spedizione in Cile era Nicola Pietrangeli, puntualmente sollecitato anche in questa occasione: «È un grande schiaffo al mondo sportivo italiano. Non capisco quando parla di scelta difficile, deve giocare a tennis mica fare una guerra. Quando mi toccano la Coppa Davis smanio perché lo scopo di uno sportivo è mettere la maglia azzurra. Ma purtroppo parlo di un’altra epoca» ha dichiarato. E ancora: «Spero che durante la Davis poi non vada a giocare da qualche altra parte. Oggi il mondo è troppo pieno di soldi. Il cuore lo lasciano da parte…».



















































Il tweet di Bruno Vespa

Tra chi l’aveva attaccato c’era invece Bruno Vespa. In un post su X il giornalista aveva criticato il tennista altoatesino non solo perché «non gioca per la nazionale per prendersi una settimana di vacanza in più», ma anche perché «parla tedesco e risiede a Montecarlo». Intercettato da «Le Iene», aveva poi parzialmente ritrattato la sua posizione: «Tifo per lui, fa un bellissimo tennis, ma questa non gliela perdono. Sono un vecchio nazionalista, tengo alla bandiera, all’inno… sono di un altro secolo. Comunque, forza Sinner», le parole del giornalista, al quale Jannik ha indirizzato una bandiera dedicata «a Bruno, con affetto».

Fiorello e la residenza a Montecarlo

Molti di più quelli che avevano difeso il campione azzurro. Tra questi il comico Fiorello, che dal Festival dello Spettacolo di Milano, aveva replicato alle accuse di Vespa: «Cosa vuol dire che Sinner non è italiano? È dell’Alto Adige e ha quell’accento lì, io sono siciliano e ho il mio, l’Italia è bella per questo». Fiorello si era poi espresso sulla residenza nel Principato di Monaco. «A Montecarlo vivono diecimila italiani e molti atleti di un certo livello hanno la residenza lì – ha detto – Sinner non è certo il primo». Sul lato sportivo, il comico, pur deluso, aveva appoggiato la decisione dell’azzurro: «Mi dispiace che non partecipi, però lui sa cos’è meglio per sé, deve amministrarsi bene».

La solidarietà dell’Alto Adige

Voci di sostegno si erano alzate anche dall’Alto Adige. Il governatore della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher aveva definito la polemica «sterile e inutile», dettata da una «mancanza di comprensione verso le esigenze di un atleta che punta al vertice assoluto». Kompatscher aveva sottolineato l’importanza del recupero per uno sportivo di alto livello: «Se vogliamo che torni a essere il numero uno accettiamo il forfait. Nessuno ha tradito nessuno». Parole simili a quelle della sciatrice bolzanina Isolde Kostner: «Lo capisco. Non puoi tirare sempre il motore al massimo, altrimenti rischi di romperlo». «Penso che Sinner sappia cosa può dare in questo momento – aveva aggiunto – e sono convinta si sia reso conto che non possa esprimersi al meglio».

Jannik a Parigi

A spegnere ogni brace della polemica la voce di Angelo Binaghi, presidente della Fitp (Federazione italiana tennis e padel): «Comprendiamo e rispettiamo la sua decisione. Siamo certi che tornerà presto a indossare la maglia azzurra con la passione e determinazione di sempre». E il diretto interessato? Sinner ha ribadito anche a Parigi, dove in questi giorni sta disputato l’ultimo Master della stagione, la sua posizione: «Non giocherò, la decisione è presa. Ma ho già detto tutto al riguardo alcuni giorni fa».

30 ottobre 2025