CRA-Carlo Ratti Associati, in collaborazione con il Salone del Mobile Milano, presenta il progetto di un bivacco realizzato a partire dalla scansione 3D della roccia, che produce e accumula energia e genera acqua dalla condensazione dell’aria. «Destinato al debutto come padiglione urbano durante i Giochi invernali del 2026, verrà poi trasportato in elicottero nella sua posizione alpina definitiva, dove offrirà un rifugio duraturo agli alpinisti», fa sapere in una nota lo studio dell’architetto, ingegnere e direttore del laboratorio Senseable City Lab dell’Mit di Boston.

La progettazione, a partire, dalla forma reale della roccia su cui poggerà il bivacco, garantirà – assicura lo studio CRA – un minimo impatto visivo massimizzando la funzionalità.

L’approccio progettuale di CRA punta a dissolvere il confine tra natura e strutture artificiali. Scansionando digitalmente le formazioni rocciose alpine, il team ha creato un preciso modello 3D del paesaggio, che ha ispirato il design del rifugio. Il risultato è una struttura a guscio realizzata in legno lamellare incrociato (Clt), aerogel e metallo, ispirata alle formazioni cristalline delle Alpi e che si fonde con la forma dell’ambiente circostante.

Progettato per essere completamente autosufficiente – a spiegare è sempre lo studio CRA -, il bivacco è dotato di un impianto fotovoltaico da 5 kW di picco con sistema di accumulo e fornisce energia per tutte le sue esigenze energetiche, inclusa la connettività di rete. In un’area priva di accesso a fonti d’acqua naturali, la struttura utilizza un sistema di condensazione ad aria per produrre diversi litri di acqua potabile al giorno, garantendo ad alpinisti ed escursionisti l’accesso costante ad acqua pulita, anche in caso di emergenza. A differenza dei bivacchi tradizionali, dipinti con colori vivaci per garantire la visibilità in caso di nebbia o cielo nuvoloso, il rifugio adotta un approccio più discreto, integrandosi nel paesaggio. Una luce rossa brillante si attiverà invece solo in condizioni di visibilità limitata, riducendone l’impatto visivo e garantendo comunque la sicurezza nei momenti critici.

La parete vetrata del bivacco offre una vista meditativa sulle Alpi circostanti. Oltre alla sua funzione di rifugio, la struttura è anche una sorta di santuario temporaneo, un luogo di riflessione, riposo e di contatto con la natura.

«Purtroppo, oggi i bivacchi sembrano spesso dirigibili atterrati sui nostri splendidi paesaggi alpini. Qui abbiamo adottato l’approccio opposto: una struttura che si integra il più possibile con l’ambiente circostante», afferma Carlo Ratti, professore al Mit e al Politecnico di Milano, co-fondatore del CRA e direttore della Biennale Architettura 2025. «Il grande architetto italiano del XX secolo Gio Ponti disse una volta che l’architettura è ‘come un cristallo’. Abbiamo preso questa affermazione alla lettera in questo progetto, utilizzando la fabbricazione digitale per progettare un bivacco come se fosse parte delle formazioni rocciose naturali che modellano le Alpi», chiosa Ratti.

«Per il Salone, il bivacco di CRA-Carlo Ratti Associati veicola una visione di design che condividiamo: capace di fondere paesaggio, innovazione e rispetto. Parla di un futuro in cui l’architettura non si impone, ma si adatta, osserva e dialoga con l’ambiente, valorizzando il nostro materiale d’elezione, il legno, come emblema del dialogo con la natura. È un gesto che trasforma la ricerca in una forma di armonia con il mondo naturale e che, nel suo viaggio dalla nostra Milano alle Alpi, esprime i principi che condividiamo: un design circolare e responsabile», ha dichiarato Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano.

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pubblicato il: 30/10/2025