Gli adepti del «dipreismo» e il network dove circola materiale degradante di ogni tipo. Il tutto ispirato ad Andrea Diprè, controversa figura social: «Io non c’entro, non difendo la pedofilia ma se usano la mia immagine va bene così»
Il 2025 in Italia sarà ricordato anche come l’anno in cui è finito sulle cronache nazionali il verminaio di gruppi privati, canali Telegram o forum ventennali in cui prolifera materiale che ritrae donne inconsapevoli, di ogni età, e persino minori. Di questi spazi digitali ce ne sono molti, su canali privati, dove vige l’impunità e l’esaltazione dell’«Internet Libero». Con questa inchiesta cerchiamo di alzare il velo su uno dei peggiori canali attivi su Telegram, un ennesimo (ma forse ancora più agghiacciante) spazio in cui si continuano – nonostante le denunce pubbliche – a esporre vittime di revenge porn, hacking e persino pedopornografia: il gruppo dei «Dipreisti».
«Da oltre sei anni lo segnaliamo alla Polizia Postale e delle Comunicazioni. È un covo di revenge porn, sexting, sextortion e pedopornografia» riferisce l’Associazione Meter, che per prima ha denunciato l’esistenza di questo collettivo di predatori. «Nonostante le nostre denunce, anche pubbliche, il gruppo resta attivo e continua a mantenersi attraverso la diffusione e lo scambio di materiale criminale a danno di minorenni». 
Anche noi abbiamo portato all’attenzione della piattaforma Telegram alcuni contenuti, relativi a minori, visto che l’app di Pavel Durov effettivamente permette di segnalare contenuti vietati. Ma la segnalazione sembra fine a sé stessa e non sembra siano mai stati presi provvedimenti in tal senso.  «Da quando abbiamo reso pubblica la denuncia, centinaia di utenti hanno segnalato in massa i gruppi – spiega Meter -. Già prima, da 6 anni, inviamo segnalazioni alla Polizia Postale, con la quale collaboriamo ufficialmente. Possiamo però dire con certezza che la chiusura dei gruppi non basta: spesso, come abbiamo visto con altri canali, dopo la chiusura ne nascono altri. È necessario individuare e perseguire penalmente gli utenti e i fruitori».    
Dipreisti, dipreismo e Andrea Dipré
Prima di scoperchiare il vaso di Pandora, serve qualche precisazione. Il termine «Dipreisti» proviene dalla figura di Andrea Dipré. Avvocato e critico d’arte, è divenuto noto per la sua attività televisiva e per i video virali diffusi online nello scorso decennio. Inizialmente si presentava come promotore d’arte e intervistatore di personaggi, ma col tempo la sua immagine pubblica si è spostata verso il trash e l’eccesso, arrivando a filmati pornografici e al sesso estremo. Dipré, al secolo Di Pré, ha spalancato un baratro in cui è finita anche suo malgrado Sara Tommasi. Benché sia una figura che è eufemistico definire «controversa», va chiarito che Diprè non è il fondatore del canale «Dipreisti» né ha alcun legame organizzato con esso. Il collegamento è quello che può esserci tra un gruppo di fan e colui che viene considerato il loro ispiratore e maestro spirituale. Il suo volto e il suo nome vengono raffigurati ovunque nel canale. Il nome del gruppo “Dipreisti” deriva dal suo stile di vita, il dipreismo, fatto di eccessi, sballo e vivere oltre le regole. «La visione dipreista dice di godere il più possibile su questa terra e basta» diceva lo stesso Dipré. Attualmente Andrea Dipré risulta indagato perché il suo nome compare all’interno di una truffa, ed è stato da poco rinviato a giudizio per aver pubblicato il numero di telefono di Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, su TikTok. Recentemente è tornato alla ribalta con una richiesta d’aiuto per il proprio percorso di disintossicazione (benché i centri Sert siano perlopiù gratuiti). Finora la sua raccolta fondi ha raggranellato più di 11mila euro.
Il sito Web dei dipreisti
Accedere ai canali dei Dipreisti non è semplice. O meglio, non è immediato. Tutto parte da un sito Web, dove spicca una foto in bianco e nero di Dipré e che dirotta su un canale Telegram. Non è l’accesso diretto, ma solo una delle tante porte per entrare. Perché questo stratagemma? Perché i canali o i gruppi che condividono materiale illecito, possono essere cancellati. Ma se il primo punto d’accesso è un canale privo di contenuti, allora diventerà un portale sicuro con cui raggiungere qualsiasi canale cancellato e ricreato.
Un semplice ma funzionale stratagemma, che consente di eludere qualsivoglia ban o sospensione del gruppo. I gruppi e i canali, periodicamente, vengono effettivamente cancellati, salvo poi tornare operativi con canali «clone» che recuperano gli stessi iscritti e ne attirano di nuovi, grazie al punto d’accesso web che rimane solidamente al suo posto. Cambia il link di puntamento al nuovo spazio, dopo la chiusura di quello precedente.
Il sito Web è stato creato il 23 agosto 2025 e risulta ospitato su un server situato in Finlandia, gestito da una società di servizi informatici tedesca. Le verifiche online mostrano che il dominio si collega a diversi indirizzi in più Paesi, ma non presenta al momento segnalazioni di rischio o contenuti malevoli secondo i principali strumenti di analisi. La pagina utilizza componenti web comuni e risulta tecnicamente attiva e aggiornata.
I canali del «network»
Il link del sito porta al canale pubblico. Per accedere è necessario confrontarsi con un bot che, prima di dare l’accesso al canale, richiede l’iscrizione a tre canali Telegram. Uno sportivo, uno di attualità e notizie e uno di consulenza per investimenti in criptovalute. Solo una volta iscritti ai canali suggeriti si potrà accedere al gruppo dei Dipreisti. 
Una volta entrati, nel canale principale è possibile «solo» scambiare messaggi di testo. Mentre scriviamo si contano quasi 14.000 membri, molti dei quali mandano migliaia di messaggi ogni ora. 
Tenere il passo con tutti i messaggi è impresa ardua. In media, in cinque ore, nel gruppo principale vengono scambiati 11.000 messaggi. Sono più di duemila messaggi ogni ora.
Gli «annunci»: persone inconsapevoli al posto della merce
Qui perlopiù vengono condivisi «annunci», quasi come se ci si trovasse in un mercatino di compravendita. Con la differenza che la «merce» in questo caso sono persone, minorenni e maggiorenni, sempre inconsapevoli. I più «innocenti» sono in questo spazio alla ricerca di «scambi» di materiale o per ottenere crediti di bot nudificatori, altrimenti utilizzabili solo a pagamento. Con la funzione «porta un amico» si possono aumentare i crediti e dunque «spogliare» digitalmente ragazze o ragazzi di ogni età, senza spendere denaro. Il problema dei nudificatori, di cui abbiamo recentemente parlato nel caso portato alla luce da Francesca Barra, sta salendo all’attenzione solo negli ultimi tempi. Tra le vittime ci sono molte ragazze giovanissime, «spogliate» da compagni di scuola che hanno condiviso le loro immagini denudate dall’AI in canali dedicati. E pazienza se anche il deepfake non consensuale, ora è reato, almeno in Italia.
Gli altri annunci del gruppo dei Dipreisti sono tutti coloriti, per così dire. Benché apparentemente non si tolleri la pedopornografia e gli abusi minorili, non è raro imbattersi in maggiorenni che cercano materiale pedopornografico o giovani ragazzi e ragazze. All’interno del canale è in vigore un «dizionario» informale che permette di far capire a chi partecipa cosa può o non può fare, cosa desidera, cosa è disposto a scambiare. I termini utilizzati dai membri sono sempre volgari e perlopiù irripetibili (condividiamo qualche screenshot, censurato).
Con un messaggio fissato nella chat del gruppo si accede al secondo canale, quello privato. Più o meno popolato allo stesso modo del primo, qui è permessa la condivisione di immagini e filmati che ritraggono principalmente donne di ogni età. La condivisione avviene per mano di amici, parenti, fidanzati ed ex fidanzati o semplici conoscenti. 
Anche in questo caso è materiale alla mercé di chiunque e che una volta pubblicato, può farne quello che meglio crede. I toni sono tutt’altro che eleganti. Le donne sono dipinte come oggetti e la cui immagine viene degradata ed esposta a qualsivoglia scempio. Tra queste anche foto di ragazze minori, alcune delle quali scattate anche a scuola. In entrambi i gruppi i messaggi vengono cancellati in automatico passate le 24 ore.
Il vocabolario del dipreista
Per sfuggire alle segnalazioni, ma anche alla «permissiva» moderazione del bot deputato, i Dipreisti utilizzano codici, messaggi tronchi e altri espedienti per evitare ritorsioni, ban, etc. I codici 05, 07, 08 e così via indicano la data di nascita della persona, che può essere sia chi scrive l’annuncio sia l’età della persona o del minore che si sta cercando per soddisfare i propri deprecabili impulsi. 
I più temerari inviano foto o video delle proprie compagne o ex compagne riprese nel corso di momenti intimi. I messaggi che le accompagnano? «Risk», «Non salvate», «No repost». Ciò sta a significare che il materiale è pericoloso e di non condividerlo (ma puntualmente questo avviene). 
Altri ancora invece cercano di scambiare materiale in proprio possesso. «Sono limitato, scrivi prima tu»: in genere nella chat pubblica serve a sottolineare che l’account è posto a restrizioni, per cui in questo caso gli utenti non possono avviare per primi una discussione privata con un altro utente.
I canali satellite
A metà ottobre 2025 il canale principale si è munito di due ulteriori canali, dal titolo esplicito di «Scopamici». La struttura e il funzionamento sono gli stessi. Il canale “privato” per foto e video intimi e il canale pubblico per gli annunci. I moderatori? Gli stessi dei dipreisti. Anche qui girano le pubblicità di ulteriori canali e gruppi il cui accesso (a pagamento) è possibile sempre dopo un’interminabile corsa ad ostacoli, dove bisogna cliccare continuamente su diversi link per poter accedere a quello che ospita i dati di pagamento. Dopodiché bisognerà contattare un bot a cui inviare la prova di avvenuto pagamento (tramite Paypal, criptovalute, etc). E gli estremi di pagamento sono sempre gli stessi e riconducibili agli stessi possessori.
Di recente, in una delle pubblicità, si è aggiunto un ennesimo canale, il cui accesso viene venduto al prezzo di 30 euro e dove si possono trovare spezzoni di scene intime di donne italiane. Oltre a questo, un altro permette l’accesso a telecamere di sicurezza violate e un altro ancora un archivio con materiale intimo trapelato dalla Rete.
Come si mantiene il circuito
Le entrate economiche non mancano. Il canale prende soldi dalle pubblicità all’interno dei gruppi; accetta denaro per sbloccare le persone che hanno trasgredito le (poche) regole del gruppo; intasca denaro in seguito alla vendita degli accessi agli archivi e alle spycam. Le principali entrate sono senza dubbio dovute alla pubblicità e all’accesso al materiale di natura intima. In poche parole: il revenge porn qui si monetizza. 
Gli uomini che accedono al canale e condividono materiale intimo delle proprie compagne o delle ex compagne, o ancora di parenti o amiche. Il materiale viene prelevato e utilizzato per lucrarci sopra. Tutto questo ha generato migliaia di euro, dispiegati tra piattaforme di criptovalute o più tradizionali.
Vengono anche pubblicizzati canali satellite che consentono l’acquisto di strumenti, app e guide per violare le chat private delle vittime o il dispositivo. Chi partecipa alla chat vedrà annunci pubblicitari di tre tipi. Il primo porta all’acquisto, sempre tramite bot Telegram, dell’accesso ad un canale privato in cui è possibile consultare un elenco interminabile di video sottratti da telecamere private. Il secondo è un archivio che contiene l’accesso ad una quantità consistente di materiale intimo sottratto, salvato e condiviso: il revenge porn al massimo della sua espressione per altro monetizzato. L’accesso a questi contenuti costa 30 euro, che possono essere saldati su PayPal, tramite bonifico, in buoni Amazon o in criptovalute.
Le verifiche sui pagamenti in criptovalute indicano un sistema economico ben strutturato dietro la rete che vende l’accesso a contenuti illegali provenienti da telecamere compromesse. Le transazioni risultano inviate da diversi utenti verso un portafoglio digitale che funge da cassa centrale. 
In pochi mesi, questo indirizzo ha raccolto l’equivalente di oltre 37 mila dollari, suddivisi in  una moltitudine di microversamenti.  Una volta accumulati, i fondi vengono spostati su un secondo portafoglio temporaneo, che li inoltra regolarmente verso un conto collegato a Binance, una delle principali piattaforme di scambio di criptovalute. È qui che il denaro verrebbe convertito in valuta tradizionale o in monete digitali stabili, in modo da rendere più complesso il tracciamento dei flussi. 
Perché non si riesce a debellare il gruppo
Le segnalazioni alle autorità da parte dell’Associazione Meter, la prima che si è mossa contro questo verminaio, non hanno avuto purtroppo conseguenze definitive: «Abbiamo un protocollo con la Polizia Postale decennale, ma dopo la rimozione del gruppo, gli organizzatori ne ricreano un altro. Serve individuare gli utenti».
Le attività di Meter non passano però inosservate: «Preoccupa ulteriormente l’impunità ed il clima di sfida verso l’impegno dell’Associazione Meter e del fondatore don Fortunato Di Noto, la cui immagine, il mese scorso, fu inserita nel bot principale del gruppo, quasi a voler dimostrare che nessuno potrà fermarli» ha scritto in una nota l’associazione.
Cosa ne pensa Andrea Dipré
Ma cosa ne pensa il diretto interessato, di tutto questo? Abbiamo raggiunto Andrea Dipré al telefono. «Sono abituato a tutto, il mio nome viene usato un po’ ovunque, ma non ho niente a che fare con questo gruppo e con nessuna di queste realtà». Tuttavia, benché la sua immagine sia utilizzata sul sito del gruppo e all’interno del canale, «Non condivido ovviamente la pedofilia, ma non mi muovo nemmeno per togliere il mio nome» afferma l’avvocato, sospeso dall’Ordine (e radiato dall’Albo dei giornalisti).
E alla nostra domanda se prova fastidio nel vedere la sua immagine associata a uno spazio in cui si condivide ogni sorta di materiale illecito, per tre volte risponde: «Assolutamente no». E «se usano la mia immagine sono contento». E chi sfrutta il suo nome? «A me fa piacere che ci sia la mia immagine, comunque sia, nel bene o nel male, basta che se ne parli».
Chiudiamo la telefonata e torniamo nel gruppo. Mentre eravamo al telefono con Dipré, sono state diffuse decine e decine di immagini di ragazze nude, vestite, o che compaiono in video espliciti. Tutte dove sono ampiamente riconoscibili. Anche screenshot di account Instagram il cui nickname è visibile. Un utente esordisce in un messaggio con il vocabolario del dipreista medio: «Scambio gruppi pd e stpr». Tradurne il significato, è superfluo.
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31 ottobre 2025
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