Gianluca Checchi/Ciamillo-Castoria
Settant’anni di storia, passione e identità. Il Derthona Basket ha festeggiato il suo settantesimo anniversario, e con esso una lunga tradizione di sport, comunità e ambizione. A ripercorrere le tappe più significative di questa straordinaria avventura è stato il presidente Marco Picchi, figura simbolo del club e autentico interprete dello spirito che da sempre anima la società. Queste le sue parole da un’intervista concessa a Maurizio Neri su Il Piccolo – Alessandria.
“L’orgoglio di essere stati un club che ha continuato a fare attività sempre con ambizione, rimanendo molto legato al territorio. Il Derthona Basket ha avuto solo presidenti e proprietari tortonesi, e ci sono famiglie della città che se ne sono prese cura. Poi è arrivata la grande svolta con l’avvento della famiglia Gavio, e io sono stato indicato come presidente proprio per la mia tortonesità. Ho avuto la fortuna di fare il presidente in Serie A, ma l’avrei fatto anche in Serie C.”
Un legame profondo con Tortona, dunque, che si intreccia con la storia di persone e famiglie che hanno contribuito a rendere grande il club. Picchi non dimentica le figure che hanno segnato i decenni del Derthona, come Guido Ghisolfi, “che era il Derthona Basket” e che, pur viaggiando in tutto il mondo per lavoro, “la domenica sera telefonava a casa per sapere com’era andata la partita”. O come Luigino Fassino, “il ciclone sceso da Champoluc”, per trent’anni autentico simbolo del dirigente delle minors: “sceglieva l’allenatore, ingaggiava i giocatori, lavava le maglie, organizzava le trasferte e la domenica segnava i punti dei pulcini”.
Picchi ha poi ricordato i momenti difficili e quelli più esaltanti di questi settant’anni.
“Il momento più complicato è stato a metà degli anni 2000, quando ci fu il passaggio dalla generazione dei Tava, De Ros, Barabino a quella successiva. Eravamo in C2, con poche risorse e un Camagna non più pieno come al solito.”
Ma le difficoltà hanno forgiato la resilienza di una società che non ha mai smesso di credere nei propri sogni. E le gioie, nel tempo, non sono mancate.
“Il più esaltante? Facilissimo dire la sera della promozione in Serie A. Ma ricordo con emozione anche il 9 giugno 2012, con la vittoria del campionato di C1 contro Novara, poi il trionfo di Cervia e la Coppa Italia vinta a Pesaro contro la Virtus di Belinelli. Momenti indimenticabili.”
Settant’anni dopo, il Derthona Basket è oggi una realtà solida e ambiziosa, capace di competere ai massimi livelli senza dimenticare le proprie radici.
“Non ce lo diciamo mai, perché sia io che il dottor Gavio siamo molto scaramantici. Penso però che il Derthona Basket, che ha vinto in tutte le categorie, abbia il dovere di pensare di poter vincere un trofeo anche a questo livello.”
Un sogno, forse, ma anche un impegno verso una storia che continua a essere scritta con la stessa “tortonesità” e lo stesso orgoglio che hanno reso grande il Derthona Basket.