Tra i tanti che hanno chiuso la propria carriera quest’anno, c’è anche Louis Meintjes, che rientra nella categoria dei corridori capaci di destare i giudizi più diversi. Considerando che è stato in attività, tra Professional e WT, dal 2013, c’è chi dice che è stato un buon piazzato e nulla più e chi lo considera comunque un riferimento dell’ultimo decennio. In fin dei conti ha portato a casa un titolo continentale (la prova in linea dei campionati africani su strada del 2015), tre top 10 al Tour de France e una decina di successi, anche dalle nostre parti.

Per Meintjes una stagione lunga ben 77 giorni di gara ma senza Top 10Per Meintjes una stagione 2025 lunga ben 77 giorni di gara ma senza Top 10

Per Meintjes una stagione lunga ben 77 giorni di gara ma senza Top 10Per Meintjes una stagione 2025 lunga ben 77 giorni di gara ma senza Top 10

Ognuno ha le sue opinioni, certamente Meintjes ha avuto una carriera movimentata, vivendo sulla sua pelle per un anno gli albori della UAE Emirates nata dalle ceneri della Lampre, l’epopea della Qhubeka (formazione di casa per lui) e la crescita dell’Intermarché, scegliendo di anticipare (e per certi versi favorire) la sua fusione con la Lotto. D’altronde la scelta di ritirarsi era maturata anche prima delle trattative fra i due team: «Credo che ci stessi pensando già da qualche anno e ora è semplicemente un buon momento».

Ma l’unione tra Intermarché e Lotto ha influenzato la tua decisione?

Non direi. Potrei sempre cercare qualche altro contatto se volessi, so che molte squadre mi avrebbero preso. Per me non è stato questo il fattore più importante per ritirarmi. Mi rendo conto che per molti corridori si prospetta una situazione difficile, non solo da noi. Alcune squadre hanno perso la sponsorizzazione. Quindi forse non è il momento più semplice per trovare un nuovo contratto, ma per me personalmente non è stato così.

Il 33enne di Pretoria è stato protagonista anche in Italia, vincendo il Giro dell'Appennino 2022Il 33enne di Pretoria è stato protagonista anche in Italia, vincendo il Giro dell’Appennino 2022

Il 33enne di Pretoria è stato protagonista anche in Italia, vincendo il Giro dell'Appennino 2022Il 33enne di Pretoria è stato protagonista anche in Italia, vincendo il Giro dell’Appennino 2022

Ripensando alla tua carriera, sei soddisfatto di ciò che hai realizzato in 13 anni di ciclismo professionistico?

Sì, sono abbastanza contento. Per me non è mai stato così importante il risultato ottenuto in gara. Se non vincevo ma avevo fatto una buona corsa, avevo ottenuto un buon piazzamento, andava bene lo stesso. Quindi sono stato abbastanza fortunato da vincere quella decina di volte, anche gare importanti, ma per me era più importante dare il 100 per cento. Se sentivo di aver fatto tutto quel che potevo, per me andava bene. Quindi sì, se mi guardo indietro ora, penso di averci provato con tutte le mie forze e ne sono contento.

Qual è stato il risultato più importante della tua carriera?

Penso che la vittoria alla Vuelta sia stata molto bella (tappa di LEs Praeres nel 2022, ndr) perché è diverso quando ottieni un buon risultato, ma quando tagli il traguardo per primo, è qualcosa di veramente speciale. Ma anche arrivare tra i primi dieci al Tour de France è davvero speciale, solo che lo percepisci davvero uno o due anni dopo, ti rendi conto di che grande risultato sia stato. Sul momento, non provi la stessa sensazione. Quindi ora l’apprezzo, anche perché esserci riuscito tre volte considerando che è l’appuntamento principe della stagione, ha un grande valore.

Il podio della tappa di Les Praeres alla Vuelta '22. Questa è la sua vittoria più prestigiosaIl podio della tappa di Les Praeres alla Vuelta 2022. Questa è la sua vittoria più prestigiosa

Il podio della tappa di Les Praeres alla Vuelta '22. Questa è la sua vittoria più prestigiosaIl podio della tappa di Les Praeres alla Vuelta 2022. Questa è la sua vittoria più prestigiosa

Per molti anni sei stato l’icona del Sudafrica. Pensi che il numero di praticanti e il livello di attività siano migliorati da quando hai iniziato?

Penso che il nostro ciclismo attraversi fasi di alti e bassi, In questo momento forse non è al suo apice perché è un po’ difficile emergere non avendo grandi squadre in Sudafrica, quando avevamo la Qhubeka era comunque un canale privilegiato e dava risonanza alla nostra attività. Ma penso che il ciclismo, da quando ho iniziato a praticarlo, sia seguito da molte più persone ed è molto più popolare.

Da cosa lo capisci?

All’inizio molte persone non capivano che ero un ciclista professionista e che lo facevo per lavoro. Ma ora, se parlo con qualcuno in Sudafrica e gli dico che ero un ciclista professionista, capisce che è come nel calcio o in un altro sport, dove puoi avere una carriera completa ed economicamente fruttuosa.

Il sudafricano in maglia Lampre, 8°al Tour 2016, risultato bissato l'anno dopo e migliorato (7°) nel 2021Il sudafricano in maglia Lampre, 8° al Tour 2016, risultato bissato l’anno dopo e migliorato (7°) nel 2021

Il sudafricano in maglia Lampre, 8°al Tour 2016, risultato bissato l'anno dopo e migliorato (7°) nel 2021Il sudafricano in maglia Lampre, 8° al Tour 2016, risultato bissato l’anno dopo e migliorato (7°) nel 2021

Cosa farai ora?

Questa è una bella domanda, perché non lo so. Non ho ancora nessun piano. Prima voglio prendermi un po’ di tempo e riposarmi, per pensare davvero a quello che voglio fare. Non volevo prendere una decisione mentre ero ancora nel ciclismo ed ero stanco per tutte le gare. Ho bisogno di decantare da oltre un decennio immerso in una routine. Pensare davvero a cosa mi entusiasma ora, quale nuovo progetto sarebbe bello affrontare.

Un giovanissimo Meintjes ai mondiali in Toscana 2013, argento dietro Mohoric nella prova U23Un giovanissimo Meintjes ai mondiali in Toscana 2013, argento dietro Mohoric nella prova U23

Un giovanissimo Meintjes ai mondiali in Toscana 2013, argento dietro Mohoric nella prova U23Un giovanissimo Meintjes ai mondiali in Toscana 2013, argento dietro Mohoric nella prova U23

Molte persone hanno detto che il ciclismo è sempre più per i più giovani. Pensi che in futuro emergeranno sempre meno corridori che avranno oltrepassato la soglia dei 30 anni?

Credo proprio di sì, esempi come il mio diverranno sempre più delle eccezioni, anche perché i ciclisti iniziano prima. Dopo 10 anni ai massimi livelli, inizi a vedere le cose in modo diverso da come vedi la vita. Quindi se iniziano da giovani, probabilmente smetteranno anche da giovani. Inoltre, le squadre ora tendono a cercare il prossimo campione, quindi preferiscono rischiare e ingaggiare un nuovo giovane corridore e sperare che sia qualcosa di speciale piuttosto che continuare con il vecchio che sanno essere in grado di fare risultato. Forse non il miglior risultato, ma almeno è costante.