Nell’estate del 1994 all’Alpitour Traco Cuneo dalla retrocessa Falconara arrivarono Fefè De Giorgi e Samuele Papi. Il primo a Cuneo concluse la sua carriera da giocatore e iniziò quella da allenatore, che l’ha portato per due volte sul tetto del mondo; il secondo, all’epoca ventunenne, si consacrò come O’Fenomeno della Generazione dei Fenomeni.

L’accoglienza dei Blu Brothers

Domani Papi tornerà al Palazzetto di Cuneo, che tante volte infiammò con la sua classe, da vice allenatore della Gas Sales Bluenergy Piacenza guidata da Dante Boninfante, dove concluse la sua carriera sul taraflex nel 2017. I Blu Brothers di allora, che oggi siedono nel «salottino», lo accoglieranno in modo diverso rispetto agli anni successivi al suo passaggio alla Sisley Treviso: «La tifoseria e la città reagirono male alla mia decisione di andare alla Sisley, che per me era quella giusta. Soffrii molto nei miei ritorni a Cuneo da avversario, ma avrei sofferto di più se non ci fosse stata alcuna reazione». Se – come ha scritto il deputato ed ex ct della Nazionale maschile di volley Mauro Berruto la scorsa primavera in occasione della promozione in SuperLega della Ma Acqua S.Bernardo Cuneo – per la tifoseria più incredibile d’Italia non si può provare indifferenza, lei non poteva essere indifferente a quel numero 6 che era stato protagonista di grandi vittorie, ma anche di alcune delle pagine più dolorosamente indelebili nella storia pallavolistica di Cuneo, come i due scudetti persi in casa proprio contro la Sisley Treviso.

“Che rabbia lo scudetto perso nel 1996”

«Il rammarico più grosso è la finale del 1996, in cui non riuscimmo a esprimere la nostra miglior pallavolo in gara 5 nonostante un Palazzetto da pelle d’oca». Cosa fosse la pallavolo a Cuneo Papi lo capì subito: «Si respirava voglia di pallavolo ogni giorno, anche in allenamento: per un giocatore significa tanto vedere una città così attaccata alla propria squadra». A Cuneo trovò Lubo Ganev, al suo ultimo anno in biancoblù: «Ho un ricordo favoloso di lui, una persona positiva, che lavorava in allenamento, ma portava anche allegria. Credo che sia importante faticare in palestra, ma anche divertirsi». Papi non aveva certo la mole e la fame di Ganev, ma non poteva concedersi tutti i croissant al cioccolato di Sillano che avrebbe voluto. Per lui la città e le gite fuoriporta – Limone, Montecarlo – e con Bubo Fontana ebbe un rapporto speciale: «Sentivo che mi voleva bene; l’ho sempre stimato molto, la sua scomparsa è stato un dispiacere enorme».

La squadra all time di Cuneo

Quando si trova a schierare un sei più uno ideale all time di Cuneo parte ovviamente dal suo ruolo e si mette in panchina, il suo habitat attuale, in futuro chi lo sa – «delle cose che pensavo di fare non ne è andata in porto una: preferisco vivere al massimo il presente». In campo, Giba e Ngapeth in banda, Mastrangelo e Lucchetta al centro, Nikola Grbic al palleggio, Nikolov opposto e Henno libero «perché hanno vinto lo scudetto». «Dover scegliere fra numerosi campioni fa capire l’importanza di Cuneo nella storia della pallavolo italiana. Nel 2014 fu triste assistere alla fine di Piemonte Volley; fui contento della nascita di Cuneo Volley, e mi fa un piacere enorme che abbia conquistato la massima serie». Quel Lucchetta che ha messo al centro della sua rete domani alle 18 racconterà Cuneo-Piacenza in tv su Rai Sport: trent’anni dopo cambiano i ruoli, resta la pallavolo a Cuneo.