Vivian Jenna Wilson vorrebbe che la gente smettesse di associarla a suo padre, Elon Musk. La sola menzione del suo nome le fa «spegnere il cervello», ha raccontato a Paris Match. Eppure l’argomento torna inevitabilmente durante le interviste. «Ho l’impressione di aver già detto tutto sulla mia famiglia», ammette. «Anche troppo».
Per molti anni, padre e figlia hanno avuto un rapporto conflittuale. Vivian ha fatto coming out come persona trans nel 2020, per poi cambiare legalmente sesso due anni dopo. In quell’occasione ha abbandonato il cognome del padre in favore di quello della madre, la scrittrice Justine Wilson. «Non volevo più avere a che fare con tutte quelle stronzate legate al nome. E poi faccio quello che voglio!», dice. Vivian non si trattiene dal criticare apertamente l’ex pupillo di Donald Trump e le sue azioni. I due espongono ormai pubblicamente il loro disaccordo sui social network.
Secondo lei, cercare di andare d’accordo con Elon Musk era una battaglia persa in partenza. «Quando avevo dieci anni, mi disse che Marte sarebbe stato il futuro dell’umanità e ricordo di aver pensato: “Chi si occuperà della Terra allora?”. Non parlavamo la stessa lingua». La sua famiglia è un argomento «vasto», ammette. «Diciamo che è una costellazione con molte stelle, ma non sempre nella stessa galassia», analizza la giovane donna sulle pagine di Paris Match.
«Non vivo in una villa. Non ho una Tesla»
Può contare sul sostegno di sua madre, Justine Wilson, la prima moglie di Elon Musk. La giovane donna ha però preso la propria strada, destreggiandosi tra la nascente carriera di modella e quella di influencer. Vive in condivisione in un modesto appartamento, a Los Angeles. «Non vivo in una villa. Non ho una Tesla», elenca. Ma alla fine, ciò che conta è che «ama la sua vita» e, soprattutto, è «orgogliosa di provvedere ai [propri] bisogni». Nega categoricamente di avere qualunque tipo di «eredità» o «fondo fiduciario». «Qualcuno su TikTok ha detto che avevo 40 miliardi di dollari. Ma lol! Se fosse vero, non ci sarebbero più senzatetto né fame nel mondo». E voilà, beccati questa, Elon.
Per quanto la rottura sia ormai ufficiale – sancita da un tweet infuocato o da un atto legale –, Elon Musk resta, agli occhi di Vivian, l’esempio perfetto di tutto ciò che non vuole assolutamente diventare. Tutto ciò che, da vicino o da lontano, le ricorda suo padre sembra irritarla, in particolare le Tesla, che «odia». «Non mi piacciono i ricchi», dichiara poi. Una critica appena velata all’uomo più ricco della Terra. I quasi undici zeri sul conto in banca di Elon Musk deliziano il proprietario, ma non impressionano affatto sua figlia, che ritiene che «la morale non si misura in dollari».
Padre di quattordici figli (secondo i dati noti), nati da quattro donne diverse, il miliardario americano di 54 anni è un convinto sostenitore della natalità. Dice di essere preoccupato per il declino demografico. Più che dei figli, vuole dei geni con quozienti intellettivi elevati. «Voleva figli brillanti, non necessariamente felici», osserva Vivian a questo proposito. Vedere sua figlia felice non gli fa né caldo né freddo: avrebbe preferito che restasse un maschio, a giudicare dai vari attacchi che si è permesso contro di lei – «Mio figlio Xavier è morto», aveva twittato. «È stato ucciso dal virus woke» – ma anche contro l’intera comunità trans, diffondendo fake news a raffica. «La probabilità che una persona trans sia violenta sembra molto più alta rispetto a una persona non trans», aveva scritto un giorno sullo stesso social network.