Dalla newsletter settimanale di Greenkiesta (ci si iscrive qui) – In Italia abbiamo un grosso problema con i dati sulla sicurezza stradale, non solo a livello quantitativo. E senza numeri, è impossibile capire come affrontare e risolvere un problema così radicato nella nostra cultura, nelle nostre abitudini, nel nostro modo di affrontare lo spazio pubblico. Per fortuna, a volte le università riescono a colmare le lacune della politica. È il caso del Politecnico di Milano, che pochi giorni fa ha pubblicato la mappatura più completa di sempre – in Italia – sugli incidenti in bicicletta.
«La nostra analisi, più che offrire risposte definitive, ha portato a ulteriori domande di ricerca. L’unica certezza è che della mobilità ciclistica, in Italia, sappiamo relativamente poco. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di rendere pubbliche le dashboard, che sono il nostro contributo concreto a un dibattito costruttivo sul tema dell’incidentalità ciclistica, ma anche uno strumento operativo per il futuro», ha detto il prof. del PoliMi Paolo Bozzuto, coordinatore dello studio – in collaborazione con Istat – realizzato da un gruppo di ricerca composto da Fabio Manfredini, Emilio Guastamacchia e Shidsa Zarei.
L’Atlante degli incidenti ciclistici (consultabile qui) si divide in cinque sezioni che permettono a tutti di analizzare i dati sulle dinamiche degli scontri, la gravità, la mortalità, la distribuzione geografica e il rapporto tra diffusione delle bici e incidentalità. È il tripudio per gli appassionati di numeri e mappe nel campo della sicurezza stradale, ma soprattutto uno strumento che potrebbe rivelarsi preziosissimo per la politica. Grazie alle dashboard, ad esempio, possiamo affermare che il momento statisticamente più pericoloso per pedalare sono le 9 di martedì mattina, e che la maggior parte degli scontri (tre su quattro) avviene nelle aree urbane (ma un ciclista su due muore lungo le strade extraurbane). E agire di conseguenza.
La ricerca mostra che le città teoricamente più pericolose sono Milano, Roma, Padova, Firenze, Bologna e Torino. Con 41.502 incidenti ciclistici segnalati dal 2014 al 2023, la Lombardia è la Regione più coinvolta, seguita da Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, e Piemonte. Non se la cava bene Milano, dove nello stesso arco di tempo sono stati registrati 10.372 incidenti in bicicletta – le altre città sono tutte al di sotto dei quattromila –, di cui più della metà con automobili. «Geolocalizzare e mappare tutti gli incidenti ciclistici – si legge in una nota del Politecnico di Milano – è un cambio di paradigma per l’analisi dell’incidentalità ciclistica in Italia». È solo l’inizio?