di
Giusi Fasano

Selvaggia Lucarelli ha pubblicato alcuni estratti delle chat che per il pm costituiscono una «gogna digitale». Ora Vagnoli accusa la giornalista di aver usato metodi «fascisti» per «punire i nemici». Nelle conversazioni anche insulti a Cecilia Sala nei giorni in cui era in cella in Iran

C’erano le piazze riempite per pretendere diritti e scandire slogan non violenti, a volte divertenti. C’erano le lotte che diventavano progetti sociali e politici. Il femminismo era solo quello. Oggi i cortei che riempiono lo spazio ci sono ancora, il movimento Nonunadimeno è salito dall’Argentina verso il Messico e poi fino a noi per combattere la violenza contro le donne. Ma, nel quasi 2026, le piazze del web finiscono ostaggio di commando “femministi” come quelli che fanno capo a Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte oppure di attiviste come Benedetta Sabene, scrittrice ed esperta di relazioni internazionali.

Sono tutte e tre indagate per stalking e diffamazione dalla procura di Monza che pochi giorni fa ha chiuso l’inchiesta passando la parola al giudice delle indagini preliminari.



















































Loro — cresciute sui social a pane, diritti e antiviolenza di genereora sono sott’accusa per aver «condotto una campagna denigratoria» degna degli stalker di cui parlavano nei loro interventi. Il pubblico ministero Alessio Rinaldi scrive che tutte e tre (Benedetta Sabene ha un ruolo marginale) hanno fatto terra bruciata attorno a un ragazzo reo di aver prima tradito e poi lasciato F., una loro amica. Una tale terra bruciata da alimentare «un contesto relazionale ostile e potenzialmente lesivo», che ha portato lui a tentare il suicidio.

Lo chiamano call out, che poi corrisponde a ciò che la procura definisce «vessazione pubblica» o «gogna digitale». Una chiamata alle armi (digitali e non) per annientare l’immagine pubblica e privata di chi viene preso di mira, per escluderlo dagli eventi screditandolo, per isolarlo. «Gli facciamo fare la fine della mer… che è», si dicono le indagate via chat. Sperano «che si ammazzi con il coltello», lo chiamano ripetutamente «abuser», promettono: «ti giuro che avrà una morte sociale e politica che non immagini», «lo mutiliamo, questo cogl…», «sembra tanto Filippo Turetta». E altre «cosucce» del genere.

Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte sono indagate (sempre stalking) anche per il call out contro Serena Mazzini, social media strategist conosciuta online come Serena Doe, accusata e denunciata da loro come parte di un gruppo telegram omofobo che faceva dossieraggio e bodyshaming (denuncia poi archiviata).

Distanze siderali

Per capire la distanza siderale fra l’immagine pubblica e le parole private delle inquisite, basta scorrere le 2.184 pagine della chat di gruppo «Fascistella» di cui facevano parte; conversazioni (marzo 2024-gennaio 2025) che la Procura ha scovato nei telefonini sequestrati a Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte. Su Fascistella scrivevano in cinque: Vagnoli, Fonte, l’attivista palestinese Karem Rohana, Giuseppe Flavio Pagano, che su Instagram è «dejalanuit» e ai suoi 66 mila follower annuncia: «Amo la Geopolitica» e «Parlo di Palestina»; e infine Flavia Carlini, influencer di «attualità, diritti e politica» da 482 mila follower, nonché vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti fondamentali della persona (Sic!).

Cinque paia di mani per digitare oscenità, insulti e accuse a profusione. Ce l’hanno con tutti. Selvaggia Lucarelli, ieri sul Fatto, ne ha pubblicato una parte. Ma c’è di più. Qualche esempio, solo per capire il tono violento. Mattarella: «Vecchio di merda». Liliana Segre: «Vecchia nazi». Viola Carofalo (Potere al popolo): «Stronza». Valentina Mira (scrittrice): «Pazza sfigata». Marco Travaglio: «I libri li fa scrivere da qualcun altro oppure direttamente da Chat Gpt». Fabio Fazio, accusato di aver escluso Patrik Zaki dalla sua trasmissione: «Lo hanno fatto fuori da ogni spazio per l’esposizione sulla Palestina. Con Fazio che lo sostituisce con la Segre… Merda, che mafia che sono».

Michela Murgia

Michela Murgia: «Era in gran parte una persona di merda» è il giudizio di Carlotta Vagnoli. «Eviterei di ritenere che si batteva per la sanità pubblica visto che ha evaso il fisco per anni rivendicandolo. Poi quando si è ammalata santificava il Ssn. Da morta vengono fuori i debiti a fiumi». E ancora: «Mi sa che Chiara Valerio sta provando a fare come lei senza la sua scaltrezza». E sempre su Chiara Valerio: è Karem Rohana a definirla «fascista omotransfobica pro-israele». Giuseppe Flavio Pagano insiste sulla Murgia: «Il marito poi ha ereditato i debiti?». Vagnoli: «Marito e figli, va che son tutti nella merda, eh..». Con Selvaggia Lucarelli sono particolarmente velenosi: «Gossip, commedia sexy. Un cancro di quelli recidivi con metastasi al buco del… povera crista, psicopatica, povera stronza…».

A Paolo Mieli, Roberto Saviano e Cecilia Sala il gruppetto dedica riferimenti di tipo sessuale. Ma sono per Cecilia le parole più sconcertanti, mentre lei è in carcere in Iran: «Ha dato una svolta definitiva alla sua carriera». All’avvocata Cathy La Torre riservano la parola «stupida» prima che Flavia Carlini commenti: «È sul baratro da un po’». Storpiano i nomi per «costruire» parole da bodyshaming ed è proprio Flavia Carlini a esortare gli altri: «Dobbiamo attaccare, accusare».

Le reazioni

Dopo la sorpresa, le reazioni. Cecilia Sala su Instagram: «Ci siamo fatti spiegare le molestie dagli indagati per stalking. Il bodyshaming da quelli che non fanno altro. Il femminismo da quelli che descrivono le donne che lavorano come “scendi-caz..”». Cathy La Torre confessa che «ci sono rimasta molto molto male» parlando della sua amica Flavia. E ricorda che quel che è scritto nella chat «è reato. Si chiama diffamazione. Se fate divulgazione e non sapete nemmeno questo forse è meglio se fate un passo indietro o se rimanete in silenzio». E Lucarelli: «È il momento di riflettere su come il femminismo radicale metta in pericolo quello sano e necessario». Vagnoli ieri non è arretrata, anzi: «Selvaggia, sai chi faceva uso di metodi illeciti per punire i nemici a mezzo stampa? Esatto: i fascisti».

1 novembre 2025 ( modifica il 1 novembre 2025 | 07:30)