di
Giacomo Valtolina

A sei anni dalla vittoria del bando «Reinventing cities», il cantiere per la riqualificazione di piazzale Loreto non è ancora partito. A luglio, la frenata di Sala sull’onda delle inchieste giudiziarie. Parla l’architetto scelto da Nhood che ha firmato il progetto

L’uscita di luglio del sindaco Beppe Sala sul progetto di piazzale Loreto («non è morto ma andrà rivisto») ha avuto l’effetto di un fulmine. Anche in un cielo (urbanistico) di certo non sereno. Tra la necessità di prevedere un iter differente da quello previsto dal bando internazionale Reinventing cities nel 2017, e le «mutate esigenze», citate dal sindaco, sul contrasto alle isole di calore. Tuttavia sul progetto Loc sviluppato da Nhood (vincitrice del bando nel 2019 assieme a un ampio di team di aziende) sono già stati versati parte di oneri e fideiussioni, come da requisiti di gara. E per il Comune, ora, pesa lo spettro di un contenzioso legale.

Andrea Boschetti è l’architetto scelto dallo sviluppatore Nhood: nel 2000 ha fondato lo studio milanese Metrogramma e ha un dottorato di ricerca allo Iuav di Venezia. Architetto, palla al centro. A che punto è il progetto?
«È stata fatta la Conferenza dei servizi, è stato approvato dalla Commissione Paesaggio. Resta solo la convenzione, che include i principi di Reinventing, le dieci sfide strategiche e il monitoraggio ambientale. Mancano soltanto le firme. Nel prossimo incontro con sindaco e l’assessora Scavuzzo siamo a disposizione per integrare il progetto, tenendo però saldi i requisiti del bando e senza cambiare le condizioni a sei anni dalla gara vinta…».



















































Milano, l'architetto Boschetti sul restyling bloccato di piazzale Loreto: «Sì al confronto ma facciamo partire i lavori»

Le inchieste hanno messo in luce l’esigenza di rivedere l’iter con un piano attuativo.
«È un’argomentazione fallace. L’area è inferiore ai 20mila mq e non ci sono grattacieli. Con il permesso di costruire convenzionato previsto, già fondato su una variante al Pgt, gli oneri e i servizi per la città sono praticamente analoghi. Abbiamo fatto oltre 300 incontri con la città (e 8.500 persone) e più di quattro anni di dialogo con tutti gli enti interessati in una piazza il cui sottosuolo è un universo a sé, dove transitano metropolitane, condutture e sottoservizi che coinvolgono molteplici enti. C’è una fognatura di tre metri per cinque. La regia pubblica è stata imponente. Insomma, non è certo il caso una Scia…».

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Isole di calore: da dove arrivano le perplessità di Sala?
«Forse avendo visto tanti progetti con Scia con metrature di verde che poi sparivano, voleva rimarcarne l’importanza. Ma in Loc ogni aspetto è un miglioramento, grazie a un monitoraggio ambientale di alto standard. A oggi il terreno permeabile è il 3% : diventerà il 15%. L’effetto isole di calore sarà mitigato con cali delle temperature tra il 3% e il 25% grazie a verde, prati e posa di pietra chiara. Sul tetto degli edifici ci saranno giardini aperti a tutti, e a terra un bosco di 25 querce. Con 170 alberi nella zona e altri 3.400 nell’ambito di Forestami: si tratta di uno dei progetti più sostenibili della città».

Tra le contestazioni si indica il controllo privato.
«Lo spazio rimane pubblico, soltanto l’area commerciale sarà in usufrutto per 99 anni, ma gli oneri di manutenzione sono tutti a carico del privato. Migliorerà la fruibilità, la sicurezza (con le uscite del metrò concentrate nella nuova piazza) e l’illuminazione. Oggi l’area è un incrocio selvaggio in cui le aiuole sono rifugio di spacciatori e homeless. Un intervento di tali competenze solo il privato può farlo e lo sta facendo nell’ambito di obiettivi ambientali in linea con la missione dell’Agenda 2030».

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C’è poi il timore dell’effetto centro commerciale…
«I metri quadri previsti, tra i 6mila già esistenti oggi nel mezzanino del metrò e quelli nuovi, potevano essere 10mila mq. Invece ne faremo 8.400 mq tra i due livelli della piazza. Si tratterà solo di negozi di vicinato. Qua i margini di speculazione non esistono, per Nhood è semmai un’operazione di posizionamento…».

La mobilità?
«All’inizio gli unici scontenti erano gli automobilisti, poi ho notato crescenti contrarietà con gli interventi sui giornali di professori che non conoscono il tema. Ma le strade carrabili saranno quasi dimezzate, mentre l’area riservata alla mobilità dolce quintuplicherà e il primo tratto di via Padova sarà reso semi-pedonale».

Primo passo per pedonalizzare corso Buenos Aires?
«Il tratto Loreto-Argentina sarà chiuso durante i lavori, abbiamo pensato a flussi alternativi e previsto soluzioni delle uscite del metrò. Il cantiere punta a limitare l’impatto sulla città. Speriamo che diventi un modello per gli altri 35 snodi simili della città».

A livello di architetture qual è la filosofia?
« Gli edifici non sono mai nell’asse visivo. Il progetto mette al centro gli spazi aperti e ciò potrà valorizzare l’uso dello spazio pubblico per manifestazioni e ritrovi come da vocazione storica del luogo».

Palla al centro si diceva. Arriverà il fischio d’inizio?
«Non prima dell’Olimpiade. Siamo ottimisti, ci sono segnali positivi. E se c’è da limare ancora qualcosa, ok…».


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1 novembre 2025 ( modifica il 1 novembre 2025 | 09:51)