di
Massimiliano Jattoni Dall’Asén
Aumentano le accise su sigarette e tabacco: rincari graduali dal 2026 al 2028 per evitare shock di mercato e contrabbando. Ecco quando e di quanto aumenterà il pacchetto
Fumare costerà di più, ma senza scossoni. È questa, in sintesi, la linea che il governo ha scelto di adottare nella nuova manovra, approvata in Consiglio dei ministri e arrivata in Parlamento nei giorni scorsi. Le accise sul tabacco aumenteranno, ma in modo progressivo, per evitare uno scossone sui prezzi e soprattutto per non spingere il mercato verso il contrabbando, che in Italia vale già oltre il 5% dei consumi complessivi.
Un miliardo di euro in più per lo Stato
Il governo ha così scelto un percorso «a piccoli passi» (la medesima soluzione usata per l’inevitabile aumento dell’età pensionabile, spalmato in due anni), che garantisce alla manovra oltre un miliardo di euro di gettito in tre anni, ma consente alle multinazionali del tabacco di pianificare le proprie strategie senza mettere in crisi le diverse fasce di prezzo. Un equilibrio sottile, ma necessario, anche per prepararsi alla riforma europea sulle accise — la direttiva Ted che Bruxelles sta per varare — e che rischia di imporre aumenti ben più drastici su sigarette, trinciati, sigari e prodotti alternativi.
Prezzi su, ma gradualmente
Nel dettaglio, gli aumenti delle accise dovrebbero tradursi in un rincaro medio di 14-15 centesimi a pacchetto nel 2026, fino ad arrivare a circa 60 centesimi complessivi nell’arco del triennio. L’anno successivo, il 2027, il rialzo sarà più contenuto, tra i 10 e i 12 centesimi, e nel 2028 altri 12-13 centesimi. Tuttavia, sarà come sempre il mercato a decidere se trasferire interamente il rincaro sul prezzo al consumo o se assorbirlo in parte. Per i marchi più economici, ad esempio, le aziende potrebbero scegliere di contenere gli aumenti per non perdere competitività.
Il calendario
La bozza della legge di Bilancio fissa un calendario preciso: l’importo specifico fisso per unità di prodotto passerà dagli attuali 29,5 euro ogni mille sigarette a 32 euro dal 2026, per poi salire a 35,5 nel 2027 e 38,5 nel 2028. Aumenti che riguarderanno non solo le «bionde», ma anche sigaretti, tabacchi lavorati e prodotti «succedanei», cioè i sostituti del tabacco come il tabacco riscaldato o le bustine di nicotina.
I rincari per tabacco trinciato e sigaretti
Il ritocco delle accise sarà più pesante per il tabacco trinciato, quello usato per le sigarette «fai da te». Nel 2026 il prezzo medio di una busta salirà di circa 50 centesimi, equivalenti a circa 22 centesimi se rapportati a un pacchetto tradizionale da 20 sigarette. Per i due anni successivi, 2027 e 2028, gli incrementi si limiteranno invece a meno di 10 centesimi l’anno. Anche i sigaretti vedranno rincari più robusti: 28 centesimi nel 2026, poi circa 11 centesimi nei due anni successivi. Una scelta, spiegano dal settore, «quasi obbligata», per allineare gradualmente i prezzi in vista delle nuove regole europee e ridurre i rischi di shock futuri.
Tabacco riscaldato e prodotti alternativi
Gli aumenti toccheranno anche il tabacco riscaldato, la nicchia in crescita più rapida del mercato del fumo. Qui il rialzo sarà spalmato su tutto il triennio, con un incremento complessivo stimato intorno al 42% entro il 2028. Tradotto, significa circa 12-13 centesimi in più per il primo anno e sotto i dieci centesimi per i due successivi. Nessuna variazione, invece, per i sigari, che restano esclusi dal nuovo piano fiscale.
Le nuove regole per le bustine di nicotina
La manovra interviene anche sul fronte dei prodotti «succedanei». Per le bustine di nicotina (le «nicotine pouches», sempre più diffuse tra i giovani fumatori) non sono previsti nuovi aumenti di accisa, ma arrivano limiti più severi e nuove regole di confezionamento. Ogni bustina potrà contenere non più di 16,6 milligrammi di nicotina, dovrà riportare la dose, un’avvertenza sanitaria e disporre di chiusura a prova di bambino. Inoltre, il governo vieta la vendita online, consentendo la commercializzazione solo nelle rivendite autorizzate di tabacchi.
1 novembre 2025
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